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Recovery Fund, accordo a un passo. Conte migliora i saldi, all’Italia 208 miliardi

Stando all'ultima proposta sul tavolo del consiglio Ue, resta invariato l'ammontare totale delle risorse complessive ma cambia la proporzione tra prestiti e sussidi. All'Italia 35 miliardi in più rispetto alla proposta iniziale

Pubblicato:20-07-2020 20:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:39

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ROMA – La nuova bozza di accordo trasmesso dal segretariato del consiglio europeo alle delegazioni degli Stati, in possesso della Dire, prevede che l’intero programma di risposta alla crisi Covid Eu ammonti a un totale di 750 miliardi di euro, cosi’ come prevedeva la proposta della Commissione, suddivisi per vari strumenti.

Cambiano pero’ le proporzioni tra prestiti e sovvenzioni, che ora sono quasi in parita’: 390 le sovvenzioni (grants) e 360 i prestiti (loans). Il fondo piu’ importante, il Recovery and Resilience Facility (RRF) ammonta a 672.5 miliardi di cui 360 prestiti (loans) e 312,5 miliardi a fondo perduto (grants).

Rispetto alla proposta del presidente del consiglio Charles Michel c’e’ un aumento da 560 miliardi a 672,5 ma questo aumento e’ costituito per la quasi interezza da prestiti (110 miliardi) e non sovvenzioni (solo 2,5mld). Le sovvenzioni vengono tagliate anche negli altri strumenti, (il cui ammontare e’ di 47,5 miliardi per il fondo ReactUe, di 5 miliardi di euro per Horizon Eu, InvestEU: 2,1 miliardi di euro, Sviluppo rurale: 7,5 miliardi di euro, Just Transition Fund (JTF): 10 miliardi di euro, RescEU: 1,9 miliardi di euro, NDICI: 3,5 miliardi di euro).


In definitiva sul totale dei 750 miliardi di euro di Next Generation Eu i prestiti quasi raggiungono in proporzione gli indennizzi a fondo perduto: 360 contro 390.

La bozza specifica che il 70% delle sovvenzioni fornite dalla RRF ( e cioe’ il 70 per cento dei 312,5 mld) sara’ affidata negli anni 2021 e 2022. Il restante 30% sara’ interamente impegnato entro la fine del 2023.

ECCO L’ULTIMA PROPOSTA DEL CONSIGLIO UE

BOZZA, SU RECOVERY AND RESILIENCE PLANS VOTO CONSIGLIO A MAGGIORANZA QUALIFICATA

La bozza di accordo presentata dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel alle delegazioni degli Stati prevede che questi preparino dei “piani nazionali di risanamento e resilienza che stabiliscono il programma di riforme e investimenti dello Stato membro interessato per gli anni 2021-23. I piani saranno rivisti e adattati, se necessario, nel 2022 per tener conto della destinazione finale dei fondi per il 2023″.

I piani saranno valutati dalla Commissione entro due mesi dalla presentazione e dovranno rispettare “criteri di coerenza con le raccomandazioni specifiche per paese”, nonche’ prevedere un incremento del potenziale di crescita, la creazione di posti di lavoro, di resilienza economica e sociale dello Stato membro“. Questi saranno i criteri di valutazione insieme al contributo che le riforme possono dare alla “transizione verde e digitale”.

“La valutazione dei piani di risanamento e di resilienza – si legge nella bozza – e’ approvata dal Consiglio, a maggioranza qualificata su proposta della Commissione, mediante un atto di esecuzione che il Consiglio si impegna ad adottare entro 4 settimane dalla proposta”.

CONTE MIGLIORA I SALDI ITALIANI, 35 MLD IN PIU’ RISPETTO ALL’INIZIO

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte si e’ mosso al tavolo di Bruxelles su due obiettivi principali: mantenere lo stanziamento totale di Next Generation Eu a 750 miliardi (mentre altri Stati stavano accettando una riduzione a 700 miliardi) e ottenere una ripartizione dei grants, le sovvenzioni a fondo perduto, concentrata sui capitoli di maggior ritorno finanziario per l’Italia.

“Il presidente – spiegano fonti italiane- ha fatto una battaglia enorme per il mantenimento dell’ammontare globale a 750 mld. Conte in tutti gli incontri bilaterali ha incessantemente insistito su una cifra che aveva un forte valore di risposta ai cittadini italiani e europei”.

Nel corso del negoziato il premier “ha fatto si’ che l’Italia, in quanto Paese maggiormente colpito dalla crisi Covid, vedesse riconosciuta un adeguato ammontare di sovvenzioni a fondo perduto“.

In questo modo, “a fronte di una diminuzione di 110 mld di grants” nell’ultima proposta Michel “il calo dell’Italia e’ solo dell’ordine di 3,8 mld. Al tempo stesso l’enorme aumento dei loans ha fatto si’ che all’Italia possano essere attribuiti circa ulteriori 39 mld di prestiti per un saldo totale positivo di quasi 35 mld”. In totale l’Italia potra’ contare su “208 mld complessivi” rispetto ai 173 mld previsti inizialmente.

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