ROMA – Almeno quattro persone uccise, tra i quali un adolescente, e una decina di feriti: è il bilancio, stando a soccorritori citati dalla stampa locale, dell’intervento di militari e poliziotti che in Sierra Leone hanno aperto il fuoco sui partecipanti a una manifestazione di protesta.
L’episodio si è verificato a Makeni, una delle città principali del nord del Paese. Stando a ricostruzioni concordanti, all’origine della protesta c’è stato lo spostamento di un generatore di elettricità in un’altra località e il timore degli abitanti del posto di restare senza corrente.
Testimoni hanno riferito che agenti e militari hanno prima sparato in aria ma che poi, quando alcuni manifestanti hanno lanciato pietre, hanno abbassato la mira e colpito più persone. A perdere la vita, stando a fonti ospedaliere, anche uno studente di 15 anni.
Secondo il quotidiano Sierra Leone Telegraph, la città di Makeni è “una bomba a orologeria”. Alle tensioni contribuirebbe “una sfiducia totale” tra le comunità locali e il governo di Freetown, guidato dal Sierra Leone People’s Party (Slpp) del presidente Julius Maada Bio.
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