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R.D. Congo, Vicar (ong): “Evviva la piazza senza le violenze della polizia”

Il responsabile del forum nato per garantire la correttezza del voto in Congo: "La gente manifesta per chiedere solo elezioni giuste"

Pubblicato:20-07-2020 17:34
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:39

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ROMA – “La grande manifestazione di ieri a Kinshasa si è svolta senza scontri e senza violazioni dei diritti umani da parte delle forze di sicurezza: la polizia si è limitata ad accompagnare i cortei rispettando finalmente il diritto delle persone a rivendicare pacificamente i propri diritti. Noi incoraggiamo questo tipo di comportamento, che rappresenta una svolta rispetto alla vecchia abitudine di caricare i manifestanti, sparare lacrimogeni, pallottole reali e arrestare le persone”. Lo ha dichiarato all’agenzia Dire Batundi Hangi Vicar, responsabile per la città di Goma del Forum des Organisations de la Societe civile electorale (Forsce), alleanza che raduna decine di organizzazioni per garantire la correttezza delle elezioni in Congo.

MALONDA AL CENI, LE ELEZIONI DEL 2018 E I VOTI FALSATI

Di recente, la nomina di Ronsard Malonda alla presidenza della Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni) ha suscitato la protesta di vari partiti di opposizione, organizzazioni della società civile nonché delle Chiese cattolica e protestante, con nuove manifestazioni nella capitale.
Come riferisce il dirigente di Forsce, “durante le elezioni del 2018 Malonda è stato il segretario esecutivo nazionale della Ceni”. Vicar continua: “Pertanto ha pianificato insieme ai dirigenti dell’epoca un voto caotico e dai risultati falsati. La gente si chiede se sia la persona più giusta per assumere oggi la guida della Ceni. Per noi, ovviamente, la risposta è no”.

Diverse manifestazioni si sono già tenute nella capitale per esigere il rinnovo della Ceni, alcune segnate da scontri con le forze di sicurezza. “È deplorevole che la polizia spari contro gente che marcia disarmata” continua Vicar, che osserva: “Ieri non ci sono stati atti di repressione, perché la sera prima il presidente Felix Tshisekedi aveva detto di essere contrario alla scelta di Malonda. Quindi, la polizia si è adeguata, permettendo alla gente di protestare”.


Un cambiamento significativo che viene incoraggiato, dato che “rappresenta una rottura col passato” e che per Vicar “deve continuare a verificarsi anche in futuro. Ne va anche dell’immagine del Paese a livello internazionale”.

CORTEI, INDIGENZA E PANDEMIA

Se da un lato è necessario che le persone possano manifestare, contribuendo al rafforzamento delle istituzioni democratiche nel Paese, d’altra parte, secondo Vicar, sono un rischio: “Siamo in piena epidemia di Covid-19 e durante i cortei, le norme anti-contagio sono totalmente ignorate”.

Il responsabile evidenzia che la sospensione delle attività economiche per limitare il diffondersi del virus “ha spinto nell’indigenza la maggior parte della popolazione“. Secondo Vicar, “dallo Stato non arrivano aiuti, e anche la comunità internazionale, colpita dalla pandemia, non è più presente come un tempo”. D’altro canto, se le istituzioni vietassero i cortei, avverte Vicar, “la gente violerebbe le norme e ne nascerebbero scontri e tensioni molto rischiose”.

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