BOLOGNA – “La storia non si archivia“: più che sulle promesse mancate del Governo nei confronti dei parenti delle vittime, il manifesto per le cerimonie del prossimo anniversario (il 37esimo) della strage del 2 agosto 1980, prende di mira quest’anno l’archiviazione, decisa della Procura, dell’indagine sui mandanti. Infatti, in calce alla storica foto della lapide con i nomi delle 85 vittime, quest’anno si legge: “La storia non si archivia, la forza della verità non si può fermare, la giustizia faccia la sua parte“. I parenti delle vittime, guidati dal deputato Pd Paolo Bolognesi, del resto lo hanno detto fin dell’inizio: la decisione di archiviare l’indagine non li ha mai convinti. E anzi, di recente, letta la sentenza sulla strage di piazza della Loggia, Bolognesi, aveva detto che si aveva la conferma dell'”infondatezza della richiesta di archiviazione sui mandanti della strage del 2 agosto 1980, presentata dalla Procura di Bologna, a cui ci siamo opposti, che ha liquidato i Nar degli stragisti Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini come dei neofascisti spontaneisti, non controllati da P2 e servizi segreti, come, invece, dimostra la sentenza definitiva di condanna di Gelli, Pazienza e degli allora vertici del Sismi per averli protetti depistando le indagini. Come ci dimostra la sentenza per la strage di Piazza della Loggia”.
Tanto che nel suo discorso per il prossimo 2 agosto, Bolognesi ha promesso di non essere tenero nei confronti del Governo (al punto da definire “sgraditi” eventuali ministri inviati per cerimonie) ma neanche con i pm di Bologna: “Attaccherò pesantemente la linea della Procura” che, dopo la sentenza su Brescia, “appare una volta di più inconsistente”, ha detto poche settimane fa. I parenti delle vittime della stazione di Bologna avevano presentato un dossier-denuncia “basato, in molti punti, sui collegamenti con i fatti di Brescia. La sentenza su piazza della Loggia– per Bolognesi- ci dà nuova forza nel chiedere che il giudice si opponga alla richiesta di archiviazione dell’indagine sui mandati della strage del 2 agosto”.
Contro la linea della Procura il prossimo 2 agosto sfilerà in corteo anche il Nodo antifascista. “Senza tutta la verità la memoria è una farsa”, ha mandato a dire annunciando la sua partecipazione al corteo da piazza Nettuno alla stazione e richiamando la sentenza di piazza della Loggia. Su quanto accadde alle 10.25 del 2 agosto 1980 (quando esplose la bomba alla stazione centrale di Bologna che fece 85 morti e 200 feriti), “a tanti anni di distanza i depistaggi e l’omertà di tutti i Governi hanno impedito di accertare i mandanti nelle istituzioni e di conoscere pienamente la verità”. E la scelta di archiviare l’indagine sui mandanti è stata fatta “in modo arrogante e risoluto” e allora, “come ogni anno, il 2 agosto porteremo in piazza la nostra verità e la nostra domanda di giustizia partecipando alla manifestazione”, promette il Nodo sociale antifascista di Bologna.
di Mattia Cecchini, giornalista profssionista
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