NEWS:

Report della commissione Finanze – Seduta del 20 luglio

I lavori della Commissione consiliare Finanze si aprono con la presentazione del Programma Economico 2017 da parte del

Pubblicato:20-07-2016 14:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 08:55

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

I lavori della Commissione consiliare Finanze si aprono con la presentazione del Programma Economico 2017 da parte del segretario di Stato per le Finanze, Gian Carlo Capicchioni. Dalle sua relazione, emerge che anche per il 2015 sarà raggiunto il pareggio di bilancio, mentre per il Bilancio dell’esercizio 2016 si prevede un disavanzo di € 10.846.427,15. Ma “l’obiettivo del governo- spiega il segretario di Stato Capicchioni- è di raggiungere l’equilibrio di bilancio in corso d’esercizio, in sede di Variazione di bilancio e in fase di chiusura del bilancio consuntivo 2016”. Nel suo intervento, il segretario di Stato tocca anche la questione del sistema bancario sammarinese e dei crediti non perfomanti. “E’ in fase di elaborazione- annuncia- un piano strategico sui crediti dubbi con la valutazione dei possibili impatti sul sistema e sul bilancio dello Stato che si stima sarà disponibile fra qualche mese”. D’intesa con i commissari, il dibattito sul Programma Economico 2017 viene posticipato alla prossima convocazione della Commissione, per passare invece alla successiva relazione del segretario di Stato Capicchioni, “il Riferimento del Segretario di Stato per le Finanze ed il Bilancio sui conti pubblici, sul rapporto FITCH e sulla liquidità dello Stato già anticipati nella seduta del 29 giugno 2016”. Da questo secondo intervento del responsabile delle Finanze, emergono preoccupazioni per la sostenibilità dei conti pubblici a medio termine: “Il Bilancio per il 2015 ha chiuso in equilibrio, per il 2016 l’obiettivo è l’equilibrio e si riuscirà a raggiungere- spiega infatti- ma sul 2017 i problemi iniziano ad esserci, è l’anno delle elezioni, con maggiori costi, con il raddoppio dei contributi ai partiti e altri fattori”. Capicchioni rileva infatti che “non ci sono più poste straordinarie attive, abbiamo necessità di rafforzare alcuni settori della Pa, alcuni sono stati a ridotti a tappeto, alcuni, come forze dell’ordine e tributario hanno necessità di essere rafforzate”. Nota dolente poi è il costo dell’Iss: “L’Istituto ci chiede 72 mln per il 2017 solo per la spesa sanitaria, altri 17 mln per il discorso previdenziale”, cifre che rappresentano un “colpo mortale” per le finanze pubbliche. “Se vogliamo che l’Iss funzioni è chiaro che ha un costo- prosegue- ma difficilmente riusciremo a mantenere il bilancio 2017 in equilibrio, cosa invece necessaria per consolidare i conti pubblici e trovare quella liquidità necessaria per il funzionamento della ‘macchina’”. Di qui la necessità di attuare riforme strutturali: previdenza, ammortizzatori sociale, completamento del mercato del lavoro, imposizioni diretta. Diversamente “oggi- conclude il segretario di Stato- ci troviamo con la coperta molto corta”.

Terminato l’intervento di Capicchioni, i commissari concordano di interrompere la seduta e iniziare il dibattito nella seconda giornata di convocazione, venerdì mattina.

Di seguito un estratto dei lavori odierni.


Comunicazioni.

Roger Zavoli C10: “Rinnovo la richiesta di inserire in prossiam Commissione Pdl per la mobilità sostenibile”.

Comma 2. Riferimento in merito alla presentazione del Programma Economico 2017 da parte del Segretario di Stato per le Finanze ed il Bilancio, ai sensi dell’articolo 15 della Legge 18 febbraio 1998 n.30 e successivo dibattito

Gian Carlo Capicchioni, segretario di Stato per le Finanze: “Darei lettura delle premesse e vediamo se si può aprire il dibattito. ‘L’economia sammarinese sta mostrando segnali di stabilizzazione e di una timida ripresa dopo anni di crisi, anche se i segnali positivi sono meno forti di quanto auspicato ed auspicabile. Le più recenti stime prevedono una crescita del PIL moderata, che variano dal +0,2% al +0,5% per il 2015; ci si aspetta per il 2016 una crescita pari al +1% mentre per il 2017 un +1,3%, secondo le previsioni dell’agenzia di rating internazionale Fitch (maggio 2016). Un indicatore economico è rappresentato dal totale delle imprese operanti in territorio dal quale emerge che al mese di maggio 2016 risultano n. 5.217 imprese con un incremento di 89 aziende rispetto al maggio 2015, un segnale positivo di ripresa di iniziativa economica che si auspica possa mantenere il trend nel tempo.
La scelta di un’apertura del sistema economico verso l’esterno si sta mostrando corretta, ma soffre della mancanza di una spinta sufficientemente forte con scelte più incisive verso l’internazionalizzazione che richiede innanzitutto un ambiente complessivo coerentemente orientato. L’insediamento a San Marino di un articolato investimento ad opera di investitori internazionali accreditati, rappresenta un’apprezzabile iniziativa con valore di differenziale che produrrà effetti positivi nei prossimi anni sul piano dell’indotto economico, sull’occupazione e sul bilancio dello Stato. La creazione di un nuovo modello economico è operazione complessa che richiede tempo, unità di azioni ed una collocazione strategica delle risorse disponibili. Un mix non facile su cui si stanno concentrando gli interventi e le policy e su cui incidono anche fattori, non sempre controllabili o determinabili da parte sammarinese. San Marino è in una fase di straordinaria mutamenti che interesseranno anche i prossimi anni in cui serviranno ancora decisioni importanti e riforme strutturali la cui efficacia sarà determinata dal fattore tempo e dalla lungimiranza nell’approccio.
Il Bilancio dello Stato, quale indicatore dello stato di salute dei conti pubblici e delle politiche pubbliche indica che
anche per il 2015 sarà raggiunto il pareggio di bilancio. Infatti, il Rendiconto Generale dello Stato per l’esercizio 2015 chiude con un disavanzo di €403.024,09 (dato provvisorio) a fronte di un disavanzo previsto in sede di Variazione al Bilancio di €7.710.266,77, al raggiungimento del risultato positivo hanno concorso gli interventi sul contenimento della spesa sia in conto competenza che in conto residui ed al consolidamento delle entrate soprattutto quelle fiscali. Il Bilancio dell’esercizio 2016 prevede un disavanzo di € 10.846.427,15 l’obiettivo del governo è di raggiungere l’equilibrio di bilancio in corso d’esercizio, in sede di Variazione di bilancio e in fase di chiusura del bilancio consuntivo 2016. La predisposizione del Bilancio dello Stato per l’esercizio 2017 e del Bilancio pluriennale per gli esercizi 2017/2019 proseguirà nel consolidamento degli obiettivi prioritari già definiti per la politica di bilancio per l’esercizio 2016 con particolare attenzione allo sviluppo del sistema economico attraverso la ricostituzione di un nuovo modello economico, all’equilibrio dei conti pubblici ed alla ricostituzione delle riserve di liquidità. Il raggiungimento dell’equilibrio di bilancio anche per il prossimo triennio sarà un obiettivo difficile e complesso ma necessario per garantire la sostenibilità del debito pubblico e per ripristinare le riserve di liquidità. L’equilibrio dei conti pubblici non potrà prescindere dall’attuazione di importanti interventi e riforme strutturali (previdenza, mercato del lavoro, ammortizzatori sociali e completamento della riforma fiscale) al fine di generare, fin dal 2017 e nel medio termine, da un lato un contenimento apprezzabile della spesa pubblica e dall’altro favorire il consolidamento e la creazione di condizioni virtuose per un incremento delle entrate pubbliche. Sul piano del regime fiscale, la riforma IGR ha concluso definitivamente il periodo transitorio e pare ora possibile procedere ad una valutazione dei suoi meccanismi di funzionamento e dei risultati in base alle aspettative e alle necessità di bilancio pubblico dei prossimi anni. La riforma delle imposte indirette, rimane un tema centrale ai fini del completamento del sistema fiscale, anche per rispondere alla necessità di interfacciare il sistema sammarinese con quello europeo ed in funzione del processo di internazionalizzazione dell’economia.
Sul piano delle relazioni con la Ue, è in corso un negoziato per un Accordo di Associazione. La sua durata al momento non è stimabile, anche se si confida in un negoziato relativamente veloce. Il negoziato con la Ue è di importanza strategica per la Repubblica di San Marino e rappresenta non solo l’opportunità di una piena integrazione nel mercato dell’Unione, ma anche l’opportunità di potere attivare nuovi e più interessanti ambiti di cooperazione e di sviluppo per San Marino che potrebbe divenire un paese più interessante in cui investire se associato al contesto UE. A tal fine San Marino deve assumere un atteggiamento proattivo e mettere in campo una continua e costante azione negoziale sul piano politico in accompagnamento e a supporto dei negoziati tecnici focalizzati sulla valutazione e sul recepimento dell’acquis. A proposito di Unione Europea, non sfugge quanto accaduto nelle scorse settimane con l’esito del referendum della Gran Bretagna. Al momento da parte di San Marino vi è un alto grado di attenzione ma non è ancora possibile stimare il livello dell’impatto diretto o indiretto. E’ comunque evidente che San Marino risentirà degli impatti legati alle dinamiche monetarie e potrà subire condizionamenti rispetto alle vicende che dovessero interessare l’Italia in quanto principale partner economico sammarinese. Per quel che concerne il processo di allineamento agli standard internazionali San Marino è in una posizione di piena compliance e sta rispettando i tempi di attuazione dello scambio automatico delle informazioni finanziarie. E’ stata infatti emanata la legge 174/2015 di recepimento dello standard CRS, sono state emesse le conseguenti linee guida e ci si sta avviando alla scadenza del primo scambio fissato per settembre 2017. In relazione invece alle BEPS (base erosion profit shifting – erosione della base imponibile e traslazione dei profitti), San Marino sta seguendo il percorso di allineamento che riguarda in particolare la fiscalità delle multinazionali. L’adesione al pacchetto BEPS viene approcciato in un’ottica di compliance internazionale e di lungimiranza in relazione all’obiettivo strategico di una sempre maggiore internazionalizzazione del sistema economico che trova nella comunanza delle regole una precondizione.
San Marino ha da alcuni anni convintamente intrapreso la strada dell’allineamento agli standard internazionali: il modo riconoscibile e oggettivamente valutabile del proprio posizionamento nella comunità internazionale. L’adesione a tali standard produce effetti sulla reputazione paese, costituisce presidio nei confronti di fenomeni illeciti o distorti, ma non va nascosto che rappresenta anche un costo significativo per una piccola giurisdizione. In questo contesto il settore bancario sammarinese, in questi anni di grande trasformazione, ha affrontato molte sfide e si è confrontato con sempre maggiori complessità in condizioni spesso difficili. Come accade in molti paesi, anche il settore bancario sammarinese si trova ad affrontare il tema dei crediti dubbi che presenta livelli apprezzabili e che richiedono un intervento urgente. Il Fondo Monetario Internazionale nella missione di marzo 2016 ha evidenziato le criticità del settore finanziario legate ai crediti non performing (NPLs), effettuando uno specifico approfondimento (special issue) nell’ambito della missione articolo IV, dall’analisi emerge la necessità di risanare il sistema bancario e i bilanci delle Banche individuando una soluzione di sistema.
E’ in fase di elaborazione un piano strategico sui crediti dubbi con la valutazione dei possibili impatti sul sistema e sul bilancio dello Stato che si stima sarà disponibile fra qualche mese. San Marino ha come orizzonte ancora anni di trasformazione che richiedono grande impegno e responsabilità nell’affrontare la complessità delle criticità e nel dare ulteriore impulso ai percorsi di ridefinizione complessiva del sistema paese, una sfida possibile in un contesto di coesione ed assunzione di responsabilità collettiva.

Comma 3. Riferimento del Segretario di Stato per le Finanze ed il Bilancio sui conti pubblici, sul rapporto FITCH e sulla liquidità dello Stato già anticipati nella seduta del 29 giugno 2016

Gian Carlo Capicchioni, Segretario di Stato per le Finanze: “Sul rapporto Fitch, non ho nulla da aggiungere al riferimento della scorsa seduta, non c’è nulla da nascondere, problemi sono sorti per questioni relative alla tempistica. Sui conti pubblici, nella scorsa seduta ho letto un documento inviato ai commissari, i contenuti vanno ribaditi. Ho qualche dato in più rispetto perché nel frattempo sono arrivati alcuni dati della dichiarazioni dei redditi. Rispetto al conguaglio Igr, stimato in 17 mln di euro circa, sulla base del risultato dell’anno precedente, posso affermare che il dato è stato raggiunto e anche superato. Qualcosina in più dal conguaglio arriverà. Questo non deve far pensare a chissà quali cifre, siamo attorno al milione e mezzo di euro in più rispetto all’anno prima. Però anche se ci siamo trovati con un conguaglio superiore all’anno precedente, anche i rimborsi sono superiori e di cifre ancora più sostanziose. C’è un incremento da parte degli operatori economici che ci chiedono più rimborsi, significa che hanno anticipato imposte maggiori e che hanno conseguito minori utili. Il bilancio 2015 poteva avere un risultato maggiormente positivo, invece dobbiamo rivedere le poste compensative delle entrate e uscite Igr e i rimborsi sono una cifra superiore. Questo si riflette anche sui maggiori rimborsi di imposta monofase. Fa pensare che gli operatori economici si sono trovati in una situazione di crisi economica e nella necessità dover ridurre il margine per poter essere più competivi sul mercato oppure gli operatori hanno fatto una pianificazione fiscale più mirata. Da una prima analisi sui dati 2014-2015 sugli operatori economici, emerge che chi era in forfettario dava un gettito di una certa cifra, mentre il gettito dichiarato da questi operatori per il 2015 ci dà la cifra di 150-180 mila euro in meno. Se l’obiettivo era quello di continuare a dichiarare quello e forse qualcosina in meno, abbiamo visto da un lato che ci sono degli operatori che hanno recepito il messaggio e hanno dichiarato redditi anche in maniera percentuale considerevole rispetto al vecchio forfettario, d’altra parte, nel complessivo il gettito di questi soggetti è 150-180 mila euro in meno rispetto a quando erano nel regime forfettario. E’ un dato preoccupante, perché nonostante una sorta di patto sociale che è intervenuto nell’approvazione della legge Igr e delle trattative svolte per raggiungere una equità possibile, ancora siamo lontani da questo risultato. L’imposta Igr è ora a regime e deve cominciare a produrre i suoi effetti. Manca la parte relativa al convincimento da parte delle categorie economiche delle quali non tutti pare stiano facendo la propria parte di dovere. Dal punto di vista controlli tributari da porre in essere dall’ufficio tributario, i tempi sui recuperi saranno lunghi e i benefici sui bilanci di competenza non ci saranno. Abbiamo difficoltà in questo Paese a porre in essere quelle azioni e attività di ‘convincimento’ e partecipazione da parte delle categorie degli operatori economici. Bisogna concentrare risorse in questa diensione. Fare controlli risulta difficile, lo sappiamo, perché ‘non ci sono risorse’ e ‘ci conosciamo tutti’ .

Il Bilancio per il 2015 ha chiuso in equilibrio, per il 2016 l’obiettivo è l’equilibrio e si riuscirà a raggiungere, ma sul 2017 i problemi iniziano ad esserci, è l’anno delle elezioni, maggiori costi, con il raddoppio dei contributi ai partiti e altri fattori. Non ci sono più poste straordinarie attive, abbiamo necessità di rafforzare alcuni settori della Pa, alcuni sono stati a ridotti a tappeto, alcuni, come forze dell’ordine e tributario hanno necessità di essere rafforzate. Poi l’Iss, un colpo mortale, ci chiede 72 mln per il 2017 solo per la spesa sanitaria, altri 17 mln per il discorso previdenziale. Se vogliamo che l’Iss funzioni è chiaro che ha un costo. E il costo dell’istituto oggi ha lo stesso valore dell’entrate Igr che sono attorno ai 100 milioni di euro. Al netto dei rimborsi abbiamo poco più di 90 mln di euro ed è quello che ci chiede l’Iss. Abbiamo imposte destinate interamente a coprire i servizi Iss.

Non vuol dire che dobbiamo tagliare a brutto muso, se ci sono risparmi sicuramente va fatto, l’Iss andrà sicuramente monitorato, ma dobbiamo sapere cosa effettivamente costa. Difficilmente riusciremo a mantenere il bilancio 2017 in equilibrio, cosa invece necessaria per consolidare i conti pubblici e trovare quella liquidità necessaria per il funzionamento della ‘macchina’.

Sul fronte della liquidità, siamo ad un livello, rispetto agli anni passati, di risorse esigue. Ogni volta che un ente, in particolare l’Iss, ci chiede un aumento di fondi dobbiamo guardare se le Casse sono capienti o in difficoltà, è un aspetto che va affrontato, per mantenere il bilancio quantomeno in equilibrio e magari con un piccolo risultato positivo nel breve-medio periodo. Per questo si dice che è necessario affrontare riforme strutturali, previdenza, ammortizzatori sociale, completamento del mercato del lavoro, imposizioni diretta. Oggi ci troviamo con la coperta molto corta”.

Massimo Cenci, Ns, presidente: “Sentire parlare di un colpo mortale al bilancio dello Stato non lascia tranquilli. Non mi sento però di sposare l’equazione fatta per cui l’imprenditore che dichiara meno dell’anno prima sia un evasore”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it