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Metrocittà Firenze, i lavoratori occupano la sala del consiglio

La protesta "andrà avanti a oltranza, ma solo nelle ore diurne, durante l'orario di apertura del palazzo"

Pubblicato:20-07-2016 12:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 08:55

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FIRENZE – Contro i tagli previsti del decreto Enti locali e per dire ‘no’ alle sanzioni inflitte per lo sforamento del patto del stabilità 2015 “occuperemo la sala consiliare” della Città metropolitana di Firenze.

La decisione passa a maggioranza durante l’assemblea unitaria dei lavoratori, convocata nella sala Giordano di palazzo Medici Riccardi dalla Rsu dell’Ente e da Cgil, Cisl e Uil.


LE RAGIONI

Il Governo, spiega Marco Zatini della Cgil, “ha inflitto un nuovo durissimo colpo alle Province. In Toscana il decreto Enti locali provocherà un aumento dei tagli, in forma di prelievo forzoso, di oltre 41 milioni. Così tutte le Province toscane andranno in dissesto finanziario, con conseguenze molto negative per i lavoratori e i servizi ai cittadini”.

Una nuova “mazzata, dopo i 6 miliardi di euro di tagli previsti a livello nazionale dalla legge di stabilità 2015 nel triennio 2015-2017”. Inoltre, continua Zatini, c’è “un ulteriore aspetto critico: i 21 milioni di euro di alienazioni, messi a bilancio dalla metrocittà, non possono essere utilizzati nei capitoli della spesa corrente. E questo complica e di molto il quadro”. Per questo, i lavoratori hanno sposato la proposta della Rsu e andranno già da oggi ad occupare la sala consiliare della Città metropolitana, la stessa sala che, in via temporanea e in attesa che i lavori al salone dei Duecento di Palazzo Vecchio siano ultimati, sta dando ospitalità al Consiglio comunale del Comune di Firenze.

LA PROTESTA PROSEGUIRA’

La protesta “andrà avanti a oltranza”, sottolinea Zatini, “ma solo nelle ore diurne, durante l’orario di apertura del palazzo, che resta con gli uffici aperti. Non resteremo a dormire dentro la sala, anche perché questo comporterebbe costi troppo altri in un momento in cui scarseggiano le risorse. Penso alla bolletta della luce”. Il sit-in, quindi, proseguirà di giorno finché “non avremo rassicurazioni da Roma, che attualmente non indietreggia neppure sulle sanzioni per lo sforamento del patto”. Da qui le richieste, rivolte al Governo: una riduzione “drastica” dei prelievi forzosi sul comparto delle Province – Città Metropolitane “per evitare il dissesto di più delle metà degli enti a livello nazionale”; l’annullamento agli enti partoriti dalla legge Delrio di tutte le sanzioni previste per lo sforamento del patto di stabilità 2015, “comprese quelle che causano la drastica diminuzione del salario accessorio”; infine sindacati e lavoratori chiedono “norme adeguate per poter rinnovare i contratti a tempo determinato”. La città metropolitana, con la legge Delrio, è passata da oltre 800 a circa 500 dipendenti (compresi i dirigenti e una sessantina di precari storici).

di Diego Giorgi, giornalista

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