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L’ecomafia cresce al ritmo di 21 reati al giorno. La Dia segna un punto al centro-sud

All'indomani delle celebrazioni per il 23° anniversario dalla

Pubblicato:20-07-2015 13:00
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:27

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mafiaAll’indomani delle celebrazioni per il 23° anniversario dalla morte dei due magistrati siciliani Falcone e Borsellino, eroi simbolo della lotta contro tutte le mafie, arriva la notizia di una battaglia vinta. A segnare il punto la Dia che, questa mattina, ha concluso una maxi operazione nel Lazio, Campania e Sicilia. I militari sono riusciti a smantellare una rete di operazioni illecite che coinvolgevano alcuni mercati ortofrutticoli, il cui monopolio era nelle mani di due clan, quello dei Casalesi e dei Mallardo. Il giro d’affari si estendeva dal Meridione al centro Italia.

La natura e il volume stesso dei traffici e degli illeciti dimostra con preoccupante evidenza quanto la criminalità organizzata sia oramai interessata a mettere le mani sul settore agricolo e del Made in Italy gastronomico. Secondo Legambiente, le ecomafie sono sempre più orientate “alla terra e alle varie filiere agroalimentari, ne detengono il monopolio, agiscono dalla coltivazione alla vendita, alterano la libera concorrenza, influenzano il prezzo di mercato e dei beni di prima necessità e sfruttano il mercato del lavoro”.

Secondo l’ultimo Rapporto Ecomafia 2015, infatti, le infrazioni penali accertate nelle varie filiere agroalimentari nel 2014 sono state 7.985. Ossia 21 reati al giorno. I clan censiti da Legambiente e coinvolti in questo genere di attività sono 30, per un giro d’affari che si attesta sui 4,3 miliardi di euro. Otto volte in più rispetto all’anno precedente.


Per questa ragione “è fondamentale liberare il cibo e la terra dalla presa delle agromafie e aprire una nuova stagione, con maggiori controlli e pene più severe”, questo il commento di Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente.

Dire – Legambiente

 

 

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