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Ferrara, a 11 anni rischia la vita per l’anoressia. “Serve un centro per curarla”

Il sindaco Fabbri si unisce all'appello del padre, esteso a tutto il Paese. Ma i posti disponibili sono pochissimi e i casi in aumento

Pubblicato:20-06-2022 20:37
Ultimo aggiornamento:20-06-2022 20:39
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FERRARA – Ha 11 anni, è da dieci giorni alimentata con un sondino naso-gastrico, e idratata per via endovenosa. Pesa poco più di 30 chili, per un metro e cinquanta. E ora il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, da giorni in contatto col padre della ragazza anoressica che rischia la vita, alla luce delle difficoltà riscontrate a trovare posti disponibili in centri specializzati, anche al di fuori della provincia di Ferrara e dell’Emilia-Romagna, si unisce e rilancia “a tutto il Paese” l’appello del padre. “Sono vicino a questi genitori, da giorni, col padre, stiamo interessando altri territori, ma purtroppo i posti, anche al Sant’Orsola di Bologna, non sono disponibili e sembra di capire che i casi siano superiori alla capacità di risposta che il sistema sanitario, nel suo complesso, esprime. Chiediamo con urgenza – appellandoci ai centri di tutto il Paese – di sostenere questa famiglia e di aiutare questa bambina, con la consapevolezza che il fattore tempo è e sarà fondamentale”, dice il primo cittadino.

Il padre, in una nota diffusa dall’amministrazione ferrarese, spiega di essere stato contattato anche da altre famiglie con problemi analoghi: “Dopo la segnalazione della nostra situazione, altri genitori ci hanno contattato, raccontandoci storie analoghe. Sembra una pandemia“. Medici e infermieri hanno “dimostrato sensibilità e grande attenzione al nostro caso, siamo in costante contatto e loro stessi si dicono preoccupati per la situazione di nostra figlia, ma non si trovano posti a livello regionale ed extraregionale”. La giovane è stata ricoverata nei giorni scorsi, “non beveva da cinque giorni, era disidratata”, racconta il padre. “Abbiamo visto medici con le lacrime agli occhi”.

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Ora la bimba si trova da dieci giorni, circa, in pediatria all’ospedale di Cona. “Siamo qui, giorno e notte, a fianco della nostra bambina, sperando che possa essere inserita in un percorso specifico, in centri specializzati, ma ancora la notizia non è arrivata, nonostante la ricerca costante”. La coppia ha altre due figlie, di sei mesi e dieci anni. “Siamo in difficoltà, mio padre, anziano è tornato a lavorare per badare all’azienda. Mia madre ci aiuta con le bambine, chiediamo solo che ci sia data una luce di speranza”, dice il genitore.

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