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A Foggia mediche di famiglia insegnano a riconoscere la violenza sulle donne

"La paura di molte donne, prima di denunciare, è proprio quella di perdere i figli"

Pubblicato:20-06-2022 17:36
Ultimo aggiornamento:20-06-2022 17:36
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di Laura Monti

ROMA – Risale ormai al 2002 la definizione data alla violenza dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come un “problema di salute pubblica” che, in quanto tale, può e deve essere identificato e trattato precocemente. Una delle forme più insidiose di violenza è quella che si consuma dentro le mura domestiche, solitamente a danno di donne e minori: i suoi segni spesso si riscontrano già sul corpo delle donne coinvolte ed è proprio da lì che l’Associazione Viola Daunia vuole partire per prevenire e curare. Si tratta di mediche e medici di medicina generale della provincia di Foggia che nel 2016 hanno deciso di svolgere una piccola indagine sul fenomeno della violenza domestica fra le loro pazienti.

“I miei colleghi dicevano di non avere casi”, ha raccontato alla Dire Stefania Di Gennaro, presidente dell’Associazione, invece, dai 1600 questionari raccolti in 10 giorni da 53 medici di medicina generale, è emerso che “eravamo in linea con la media nazionale, con il 33% di donne che dichiaravano di aver subito violenza”. Quindi, l’idea di fare formazione tra i medici perché, ha proseguito Di Gennaro, “per captare certi segnali ci vuole anche disponibilità mentale”. E così dal 2018 l’Associazione ha iniziato a fare formazione nelle scuole, tra gli operatori dei servizi sociali, insegnanti, personale sanitario: “Tutto funziona se c’è la rete che funziona”, ha detto ancora la dottoressa sottolineando che “aiutare una donna non vuol dire convincerla a compiere passi per cui non è pronta né avere un atteggiamento giudicante”. È importante, poi, “che ognuno si fermi al proprio ambito di competenza. Noi medici, ad esempio, innanzitutto facciamo il referto, che potrebbe essere l’unica carta in mano alla donna”.

L’ideale sarebbe portare la formazione sulla violenza di genere anche nelle università, dove è più difficile penetrare. L’Associazione, però, è riuscita a compiere i primi passi in questo senso: “A Foggia abbiamo fatto qualcosa grazie a una collega che ci ha ceduto delle ore. Non sappiamo se continuerà, ma faremo un incontro di sensibilizzazione e abbiamo ripreso contatti anche col Rettore”.


Altro focus di Viola Daunia sono i minori, ai quali è rivolto l’ultimo progetto, Edvige, ideato dalle pediatre dell’Associazione con l’obiettivo di informare ragazzi, docenti ed educatori sulle origini e sulla fenomenologia della violenza sulle donne intesa come problema strutturale. Spesso sono proprio i figli minori, infatti, a subire le conseguenze della violenza domestica: “In quel caso dobbiamo per forza far riferimento ai servizi sociali”, ha spiegato Di Gennaro, che ha ammesso: “La paura di molte donne, prima di denunciare, è proprio quella di perdere i figli. Noi abbiamo buoni rapporti anche con il Tribunale dei minori, ma in questo ambito la differenza la fanno le persone”, ha concluso. Da poco, Viola Duania ha messo a disposizione anche un’app, scaricabile su IOS e Android con cui la donna, dopo aver ricevuto un account da parte del medico, può trovare e mettersi in contatto con tutti i presidi contro la violenza nella Provincia di Foggia (Cav e sportelli di ascolto) e mandare un messaggio o un’email.

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