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Covid-19, bollettini di morte e nessuno ha pensato ai bambini: ecco la comunicazione senza donne

Incontro nel ciclo su leadership femminile promosso da senatrice Binetti

Pubblicato:20-06-2020 13:31
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:31
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ROMA – “Esiste una presenza ‘femminilmente’ caratterizzata, nella comunicazione cosi’ come nella politica? Esiste una leadership femminile e che cosa e’?”. Sono le domande rievocate dalla senatrice Paola Binetti all’inizio dell’incontro che si e’ tenuto ieri sera a Roma, a Villa delle Palme, sia in presenza che online, e che rientra nel percorso iniziato ormai da mesi attraverso il quale la senatrice, chiamando a raccolta donne di diversa formazione e impegno, sta mettendo sotto la lente quali siano le peculiarita’ di una leader. Al tavolo ieri sera diverse le donne che hanno portato la loro esperienza nel mondo della comunicazione e a fare da cornice l’emergenza sanitaria Covid19. Ha criticato, la senatrice “quei bollettini di guerra di ogni sera”, pensando a cosa lasciassero alle persone a casa, ai bambini e agli adolescenti. Se ci fosse stata una maggiore presenza di donne le cose sarebbero state dette in altro modo? E’ questo lo spunto che ha aperto il dibattito. Lorenza Lai, Rettrice Vicaria E-campus Universita’ e gia’ direttrice generale Rai, oggi docente di Filosofia della mente, ripercorrendo la sua carriera ha messo l’accento sul valore della “condivisione per andare avanti”, unita alla necessita’ per gli addetti ai lavori di “utilizzare un linguaggio chiaro, su argomenti sui quali si e’ realmente preparati e che arrivi a tutti”.

La Sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, ha ricordato la sua formazione di giornalista e in una panoramica sulla pandemia che l’ha vista impegnata in prima linea ha messo a fuoco le difficolta’ di una comunicazione che doveva unire severita’ di regole, “raccontare il dolore“, ma anche preoccuparsi delle emozioni di chi stava a casa. “Quando ho detto che i bambini – nel rispetto delle regole – potevano uscire non ci ho dormito una notte” ha ammesso, con il peso della responsabilita’ di dover tenere insieme, nello stesso messaggio, il necessario contenimento di un virus e i diritti dell’infanzia, “abbiamo documenti come la carta di Treviso” ha ricordato. “Non e’ che non abbia fatto caso- ha aggiunto – che fossi l’unica donna, anche se presente con un ruolo di osservatrice, nel comitato scientifico degli esperti”. Le donne possono giocare un ruolo chiave in frangenti cosi’ difficili, secondo la Sottosegretaria “perche’ sono sincere, sensibili e lo sono di piu’ forse proprio perche’ hanno ancora strada da fare”. Ha parlato di maternita’ invece la giornalista Elisabetta Gramolini, che scrive per la rivista ‘Madre’ e che a partire dalla sua esperienza di freelance ha parlato di come “le giornaliste alla fine siano sole, specialmente se precarie” e spesso condizionate anche da una scarsa e penalizzante autostima di ordine culturale. Ha concluso il convegno Silvia Mari, giornalista responsabile di DireDonne, la redazione dell’agenzia Dire nata da un’idea di Sandra Zampa prima del suo odierno incarico istituzionale e accolta dall’editore della testata, per dare voce al pensiero femminile in ogni ambito. “Oggi si torna a parlare di maternita’ – e non solo come fatto biologico- e lo facciamo con lo Speciale Mamme coraggio, dedicato a donne accusate di PAS. E poi abbiamo seguito l’impegno sul campo di mediche e infermiere delle Forze Armate durante l’emergenza sanitaria che hanno raccontato anche del valore dell’empatia nella cura, di come sia difficile trasmettere una rassicurazione con una mascherina su pazienti molto anziani e soli. E poi le imprenditrici e il loro modo di essere al comando. Non bastano le quote- ha concluso Silvia Mari- e’ giunto il momento di parlare di potere e del rapporto che le donne hanno con loro”.

CORONAVIRUS. ZAMPA: “FONDAMENTALE COMUNICARE PRUDENZA E NON PAURA”

“Mai come in questa crisi pandemica mi e’ sembrato fondamentale essere capaci di comunicare. Quando si parla di scienza, tutto il settore della comunicazione andrebbe riportato ad un principio di verita’. Gli italiani invece hanno sofferto molto le informazioni contraddittorie che gli venivano date. La comunicazione ora sia orientata alla prudenza e non alla paura, bisogna essere molto razionali nell’ottica di un ritorno alla vita”, ha dichiarato Sandra Zampa, durante l’incontro organizzato dalla senatrice Paola Binetti. “Ancora oggi- spiega- se apriamo le agenzie, vediamo Zangrillo e Remuzzi, due grandi scienziati, che parlando di virus sostanzialmente sconfitto. Dall’altra parte ci sono grandi allarmi da parte della politica dopo le scene di Napoli o Pechino”. Per il primo mese di lockdown “ci siamo vergognati della malattia, mi ha ricordato i Promessi Sposi quando si descrive la peste come una malattia di cui vergognarsi. Invece poi il covid e’ arrivato anche negli altri Paesi- conclude- nelle case di tutti”.


CORONAVIRUS, ZAMPA: “IN LOCKDOWN PROBLEMI COMUNICAZIONE SU BAMBINI”

Durante il lockdown ci sono stati “problemi di comunicazioni enormi. Spesso pensavo ai messaggi che venivano inviati a giovani e bambini e mi sono resa conto che c’e’ stato un peggioramento nella comunicazione, prima avevamo la carta di Treviso che ci impegnava a rispettare delle regole”, ha proseguito Zampa. “Su richiesta mia, di Paolo Siani e Roberto Villani abbiamo chiesto alla Rai di immaginare qualcosa di speciale per i bambini- sottolinea- erano chiusi ore a casa e la Rai, che se l’e’ cavata bene, ha subito accolto la nostra richiesta con un ‘Diario da casa’. Un programma che andava in onda ogni giorno dopo il tg dell’ora di pranzo. Durava 15 minuti e nelle mie ambizioni doveva spiegare ai bambini cosa fosse un virus, come lo si combatteva”. “Recentemente- conclude Zampa- ho sentito alcuni bambini dire che non vogliono piu’ uscire di casa, questo mi ha colpito perché vuol dire che la paura di quello che c’e’ fuori e’ molto grande”.

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