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Rifugiati, Berhanu (Amref): “In Uganda a lezione di accoglienza”

Intervista: 'In prima fila per resilienza, aspettando l'europa'

Pubblicato:20-06-2018 13:09
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:17

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ROMA – “L’Uganda è meta di un enorme afflusso di rifugiati: al momento ne ospita oltre 1,4 milioni, un milione dei quali provenienti dal Sud Sudan, il restante da Repubblica Democratica del Congo, Burundi, Somalia e altri Paesi dell’Africa. I profughi aumentano con l’inasprirsi delle guerre e delle crisi regionali. Solo ad aprile 20mila profughi hanno attraversato il confine”. Così all’agenzia ‘Dire’ Abenet Berhanu, direttore Amref Health Africa Uganda, in Italia per partecipare a incontri nell’ambito dell’iniziativa ‘Voci di confine: la migrazione è una storia da raccontare. Per davvero’.

Amref fornisce programmi sanitari in 43 distretti dell’Uganda, rivolti in particolare a donne e bambini. In uno dei principali Paesi al mondo per presenza di rifugiati, non poteva mancare l’assistenza nei campi profughi. “Siamo presenti in due regioni del nord” dice Berhanu: “In West Nile, ad Arua, dove i nostri programmi ricevono il supporto diretto dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, e poi ad Adjumani, dove forniamo anche programmi di scolarizzazione per i minori profughi”.


Qui, le attività delle ong guardano anche alla resilienza delle popolazioni locali. “Interveniamo per rafforzare le capacità delle strutture d’accoglienza che il governo ha messo a disposizione – spiega Berhanu – e gestiamo alcuni centri medici, dove forniamo servizi essenziali specifici per i rifugiati. Non dimentichiamo che il 60 per cento dei rifugiati sono minori e il 52 per cento donne e bambine. Inoltre, offriamo programmi di formazione agli operatori delle strutture governative, ma anche ai volontari, soprattutto giovani, affinché siano in grado di fornire servizi di base, seguire le campagne sanitarie, e più in generale per garantire anche a loro l’accesso ai servizi medici, alla scuola e ad altri servizi di base”.

https://www.youtube.com/watch?v=9uOETcuFjbE

L’intervista si tiene in coincidenza con la Giornata internazionale del rifugiato, in una fase delicata anche per l’Europa e l’Italia. C’è attesa infatti per il Consiglio Ue del 28 e 29 giugno, nel corso del quale dovrà essere approvato il nuovo regolamento sul diritto d’asilo: “Mi rendo conto delle difficoltà che il tema dei migranti pone in Europa – osserva il direttore di Amref – ma non dimentichiamo che 4,9 milioni di migranti vivono in sette Paesi africani meno sviluppati. A livello globale, il 28 per cento dei migranti si concentra in Paesi di questo tipo”.

Il governo dell’Uganda, prosegue Berhanu, “spende 9 milioni di dollari per i rifugiati, il 4 per cento del suo budget. Ci sono altri Paesi africani che hanno risorse più scarse, ma che sarebbero pronti ad accogliere i migranti. Dal mio punto di vista i Paesi europei hanno l’obbligo morale di far fronte alla questione, non solo accogliendo i profughi, ma anche aumentando le risorse per lo sviluppo dei Paesi africani, affinché a loro volta siano in grado di occuparsi dell’assistenza ai rifugiati”.

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