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Report del Consiglio grande e generale, seduta del 19 giugno

SAN MARINO - In serata viene ratificato a maggioranza il Decreto Legge n.58 che modifica alcuni articoli del Testo

Pubblicato:20-06-2018 07:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:16

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SAN MARINO – In serata viene ratificato a maggioranza il Decreto Legge n.58 che modifica alcuni articoli del Testo unico sull’edilizia, tra cui l’articolo 79

La seduta odierna si apre sul comma 3, dedicato alla ratifica del decreto che interviene sul nuovo Testo Unico dell’edilizia, in particolare sull’articolo 79 che ha introdotto la possibilità di annullare l’atto di vendita in casi di abusi presenti nell’immobile acquistato.“Intenzione del governo con queste modifiche- spiega il Segretario di Stato Augusto Michelotti- è stata quella di tutelare maggiormente la figura dell’acquirente nell’acquisto di un immobile, tutti gli emendamenti sono in quest’ottica e il decreto è stato concordato con l’ordine dei notai e con i tecnici, per rispondere a tutte le problematiche sorte in questa materia”.

Nello stesso comma si discute anche il Pdl presentato in prima lettura dal Gruppo consiliare Pdcs proprio per intervenire sull’articolo 79: “Le compravendite immobiliari si sono bloccate dal 12 febbraio di quest’anno, data dell’entrata vigore del Testo unico che ha comportato una serie di criticità”, motiva il capogruppo Pdcs, Alessandro Cardelli. A sostegno della tesi, il capogruppo Pdcs porta in Aula alcuni dati: “Nel 2017 dal 12 febbraio al 1 maggio si sono concluse 168 compravendite ed lo Stato ha incassato, con l’imposta di registro al 2,5%, ovvero 574 mila euro”, spiega. Diversamente, “nello stesso periodo del 2018, le compravendite risultano meno della metà, 80, e le entrate dell’imposta, nonostante l’aumento, è risultato un valore 3 volte inferiore, 183 mila euro”. Il Pdl del gruppo di minoranza in sostanza riformula l’articolo 177 del vecchio Testo unico per bypassare l’annullamento della compravendita in caso di abusi, prevista dall’articolo 79 del nuovo Testo unico. La proposta non piace al Segretario di Stato e la definisce “un ritorno al passato”, non in grado di tutelare l’acquirente. “Non credo sia la soluzione giusta- spiega- troppi danni ha fatto questo articolo che aveva la valvola della nullità, ma che non è mai stata applicato”. Cardelli giudica il decreto portato dal Segretario Michelotti migliorativo per il Testo unico anche se “crea comunque una serie di criticità burocratiche”. Ma soprattutto sottolinea i ritardi dei correttivi: “Si è aspettato ancora, mentre non si doveva perdere terreno per le compravendite”.


Alla fine del dibattito sul comma 3, in notturna, si procede all’esame dell’articolato e al voto di ratifica del decreto. L’Aula prosegue i lavori tornando al comma 17, aperto ieri, “Presentazione del piano esecutivo pluriennale delle misure finalizzate alla riduzione e riqualificazione della spesa corrente di cui all’articolo 52 della Legge n.147/2017 e successivo dibattito”.

Di seguito un estratto degli interventi odierni sul comma 3.

Comma 3. Ratifica decreto legge 25 maggio 2018 n.58 – Modifica degli articoli 75, 78, 79, 86 della Legge 21 dicembre 2017 n.147 – Testo Unico delle Leggi Urbanistiche ed Edilizie/ ratificato a maggioranza; Progetto di legge “Modifica dell’art.79 della Legge n.140/2017”del Pdcs

Augusto Michelotti, Sds Territorio dà lettura della relazione al decreto

A seguito delle problematiche evidenziate relativamente all’applicazione dell’art. 79 della Legge 14 dicembre 2017 n. 140, ‘Testo unico delle Leggi urbanistiche ed edilizie”, confermando l’intenzione di perseguire la tutela di tutti i soggetti interessati all’acquisto di fabbricati, sono state accolte alcune nuove indicazioni eerse dal confronto attuato con gli ordini professionali. Per consentire il funzionamento della norma nel suo complesso, oltre alla modifica dell’art. 79, si sono resi necessari correttivi ache ad altri articoli della legge operanti nel medsesimo ambito. Il tutto, nella convinzione dell’efficacia del percorso avviato verso la legalità e verso il contrasto all’abusivismo edilizio, e nell’intento di condurre a una maggiore sensibilità e attenzione verso il rispetto delle norme edilizie e urbanistiche. Il comma 1 dell’art. 79 stabilisce che sono inefficaci gli atti giuridici tra vivi a titolo oneroso, aventi ad oggetto trasferimenti di proprietà o diritti reali di fabbricati, che siano realizzati o modificati in assenza o in difformità dal titolo edilizio, anche in sanatoria. Al comma 2 si chiarisce che la rispondenza del fabbricato possa avvenire alternativamente o mediante specifica dichiarazione della parte alienanante o mediante l’allegazione di apposito certificato rilasciato dall’ufficio per l’Edilizia. Il comma 3 precisa i contenuti della dichiarazione dell’alienante, prevedendo l’indicazione in atto degli estremi del titolo edilizio anche in sanatoria, e l’avvenuto rilascio all’acquirente di copia dell’ultimo progetto approvato. (..)

Ho dato lettura della relazione al decreto, intenzione del governo con queste modifiche è stata quella di tutelare maggiormente la figura dell’acquirente nell’acquisto di un immobile, tutti gli emendamenti sono in quest’ottica ed è stato concordato con l’ordine dei notai e con i tecnici, per rispondere a tutte le problematiche sorte in questa materia. Siamo sicuri di aver fatto un lavoro che possa accontentare tutti, quanti in modo che le pratiche di compravendita possano garantire sicurezza di tutte le persone coinvolte.

Alessandro Cardelli, Pdcs dà lettura della relazione al Pdl

Questo Progetto di legge riguarda l’articolo 79 della nuova formulazione del Testo Unico in materia urbanistica, approvato con la legge n.140/2017, circoscrivendone opportunamento l’ambito di applicazione, a partire dalla data della sua entrata in vigore il 12 febbraio 2018, che ha comportato numerosi problemi, portanod lo stallo delle compravendite immobiliari fino alla data odierna, con tutte le conseguenze che questo commporta sull’economia sammarinese. Per queste ragioni il gruppo Pdcs propone una nuova formulazione che possa ripristinare la normale conclusione degli atti di compravendita immobiliare. In particolare si ritiene di intervenire formulando una proposta che prevede per gli immobili realizzati, modificati o la cui concessione è stata rilasciata prima dell’entrate in vigore della legge n.14/2017 l’applicazione del vecchio art. 177 della legge n.87/1995 così come modificato, mentre per gli immobili realizzati successivamente l’applicazione dell’Art. 79 della legge n.140/2017. Pertanto a tale proposito si è ritenuto di riformulare il vecchio articolo 177, tenendo conto della prassi applicativa venutasi a delineare da oltre un ventennio dall’originaria entrata in vigore della suddetta norma. La formulazione proposta dalla Dc contempersa sia la tutela di chi acquista, ma garantisce inoltre snellezza ed efficacia alla compravendite immobiliari.

Queste sono le ragioni dell’aver depositato questo Pdl il 24 aprile scorso. Le compravendite immobiliari si sono bloccate dal12 febraio di quest’anno, data dell’entrata vigore del Testo unico che ha comportato una serie di criticità, che noi avevamo sollevato già in sede di esame del progetto di legge del Testo unico. Noi abbiamo chiesto fin da subito, dai primi di maggio, che in seduta consigliare fosse esaminata in via d’urgenza questa proposta normativa, in grado di dare risposta a un’economia ferma. I dati economici a sostengo di questo, li abbiamo avuti dalla risposta a una nostra interpellanza e in cui si dimostra il danno economico del progetto approvato dalla maggioranza su casse dello Stato. In Finanziaria poi si è raddoppiata quest’anno l’imposta di registro, considerando di poter raddoppiare le entrate. Nel 2017 dal 12 febbraio al 1 maggio si sono concluse 168 compravendite ed lo Stato ha incassato, con l’imposta di registro al 2,5%, 574 mila euro. Nello stesso periodo del 2018, le compravendite risultano meno della metà, 80, e le entrate dell’imposta, nonostante l’aumento, è risultato un valore 3 volte inferiore, 183 mila a fronte di 574 mila euro. Quando invece il dato doveva essere il doppio dell’anno precedente. Facendo una stima, se avessimo raddoppiato i 574 mila euro, la cifra avrebbe superato quest’anno il milione di euro, lo Stato invece ha incassato appena 180 mila euro. Il danno risulta quindi di più di un milione di euro solo in quel frangente lì.

Allora l’ufficio di Presidenza non ha voluto si portasse questo Pdl da noi formulato in Consilio già ai primi di maggio e si sarebbero potute evitare queste perdite da allora. Dò atto al governo di averci messo mano ora al T. U., ed è sicuramente migliorativo questo decreto, ma crea comunque una serie di criticità burocratiche, oltretutto si è aspettato ancora, mentre non si doveva perdere terreno per le compravendite. Speriamo ci si possa confrontare in modo serio sulle proposte di emendamento che abbiamo portato.

Alessandro Mancini, Ps

Il Partito socialsta ha criticato fin da subito un provvedimento che interveniva sul pregresso. Le nostre modifiche non sono state recepite e oggi ci troviamo in una situazione piuttosto imbarazzante. Cardelli non solo ha spiegato la legge proposta dalla Dc, ma ha messo in evidenza le risultanze di una interpellanza dove purtroppo i danni per le casse dello Stato sono di oltre 400 mila euro in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Questo dato certifica quanto sostenuto dalle opposizioni, che quegli articoli non erano applicabili e che il blocco delle transazioni ha provocato un danno non solo al bilancio dello Stato ma anche al settore economico immobiliare. Errori come questi non bisogna più commetterli Segretario, lo avevamo detto, e siamo arrivati un po’ lunghi. Il progetto presentato oggi viene incontro a problematiche sollevate dagli ordini e ricordo che le opposizioni hanno dovuto chiedere un’audizione in Commissione con i presidenti degli ordini professionali proprio per correggere un intervento che non stava in piedi. Oggi c’è la possibilità di sanare questo default normativo, ma le chiedo per il futuro che ci si rapporti meglio e ci si confronti e che le norme retroattive non bisogna farle.

Davide Forcellini, Rete

Dopo sei mesi arriva in Consiglio un potpourri di pezze a un provvedimento che, se fosse stato concepito con un iter normativo che dovrebbe essere consueto, avrebbe portato ad un esito diverso. Personalmente ho sollevato la questione già nel Consiglio di marzo, successivamente è stata convocata una Commissione con l’audizione dei tecnici. Devo dire la Segreteria si è mossa, ma in ritardo, se avesse recepito anche le indicazioni dei vari ordini, uno stallo di questo tipo non sarebbe arrivato, né si sarebbe arrivati, come anche in altri campi, a una mancanza di autorevolezza di questo governo. C’è infatti differenza tra autoritarismo e autorevolezza. L’opposizione andrebbe ascoltata, non lo fate, ma almeno ascoltate chi opera nel settore.

Stefano Canti, Pdcs

Chi mi ha precetuto ha parlato di una situazione imbarazzante, invece io direi che la Segreteria al Territorio è in fase di delirio. Dall’istituzione del nuovo Testo unico, le problematiche emerse e fatte presente dagli ordini di avvocati e notai, architetti e ingegneri e dal collegio dei geometri riguardavano l’articolo 79 che prevedeva nullità degli atti di compravendita in caso di irregolarità, per cui serviva una dichiarazione e la verifica di tecnici per comprovare che l’immobile non avesse abusi. Dopo l’immissione del decreto, ieri abbiamo visto emendamenti e oggi nuovi emendamenti ancora: per questo la Segreteria sta delirando, perchè sta buttando su articoli sul testo unico. Avete portato un decreto sul nuovo testo unico relativo agli art. 75 80 e 79 che andate a modificare. Il problema non è solo l’art. 79. Oggi ci presentate emendamenti anche sull’art. 86, ho contato 4 articoli. Vuol dire che, come è stato introdotto, il T.U. non funziona. Noi della Dc abbiamo presentato emendamenti, molti coincidono con quelli presentati dal governo. Per sistemare la problematica, l’emendamento del governo credo sia giusto così come presentato nella nuova stesura, c’è una dicitura che risolve il problema della nullità degli atti. Lei Segretario l’aveva posto come principio cardine, oggi fa un grosso passo indietro e ne prendiamo atto e questo fatto le fa onore, ha capito che il nuovo T.U. è inapplicabile e che il vecchio T. U. è meglio del nuovo che lei ha fatto.

Eva Guidi, Ssd

L’art. 79 ci ha portato a un confronto molte volte, oggi ci troviamo di fronte a un decreto legge che dovrebbe sistemare una problematica scaturita in sede di applicazione del T.U. su alcuni casi, non tutti, nelle procedure di compravendita. Volevo fare una piccola premessa: il nuovo T.U. si compone di 162 articoli e ha compiuto un riordino generale di norme stratificate e di difficile interpretazione. Andando a fare un lavoro di questa portata, possono emergere problemi in sede di applicazione. E devo fare presente che fin dal momento che sono stati fatti presenti questi problemi, il Segretario Michelotti non ha lesinato spiegazioni e incontri di chiarimento con gli Ordini. Il problema è andare a trovare le soluzioni, non ravvedo in questo alcuna mancanza di autorevolezza, c’è sempre stata ricerca di confronto per trovare la strada giusta. I principio fondamentale del T.U.: è stato fatto un cambio di filosofia totale nelle compravendite, ponendo la tutela delle parti interessate, ma si è voluto in particolare andare a tutelare la parte dell’acquirente. L’acquisto di una casa è l’acquisto per eccezione, lo abbiamo ritenuto indispensabile e rivendichiamo questo passaggio anche se percorso per attuarlo è stato più complesso, impensabile che nel momento dell’acquisto di un immobile l’acquirente non sappia quello che va ad acquistare. L’articolo del vecchio Testo unico faceva presente che non ci fossero abusi accertati, non in assoluto che non ci fossero abusi e la nullità non veniva mai applicata. Ritengo molto positiva la disponibilità dimostrata da Segretario Michelotti che si è confrontato qui in aula anche con i tecnici, gli ordini professionali, di fronte a procedure di atti di compravendita era indispensabile trovare una procedura che coniugasse possibilità di effettuare la compravendita, dall’altro le tutele dell’acquirente nel momento in cui acquista un bene immobile.

Iro Belluzzi, Psd

Da un punto di vista istituzionale, sei mesi sono un tempo molto importante, se mettiamo i sei mesi di ritardo dall’applicazione della legge in un contesto di difficoltà economica per il settore di cui stiamo parlando, quello immobiliare, sono un danno economico che dovrebbe essere risarcito. Brutto il fatto che si vada a modificare oggi con decreto, poi nel decreto di proroga della sanatoria altri emendamenti entreranno nella produzione normativa del Paese: ci troviamo un Testo unico che ha richiesto un enorme lavoro, iniziato già nella legislatura precedente. Quello che non può essere accettato è il fatto che, se è vero che permane questa filosofia di voler garantire l’acquirente -che è giusto- si poteva non mettere la pietra tombale con la sanatoria fiscale, ma nei cambi di percorsi delle regole del paese è giusta la sanatoria, per poter andare a sanare tutto quello che c’era. Mi auguro la sanatoria si renda più rispondente al contesto che conosciamo, sappiamo quanto chiesto per sanare gli abusi attualmente hanno un valore economico che molte famiglie non riescono a corrispondere, è una vera preoccupazione. Ho inserito anche un emendamento che va verso lo sviluppo e il rimettere in circolo l’economia, il lavoro, l’abbellimento del costruito e cercare di renderlo quanto più equosostenibile ed ecocompatibile.

Gian Carlo Venturini, Pdcs

Dei 162 articoli del T.U. risultano meno di 10 nuovi istituti, non si è stati neanche in grado di copiare nel vecchio Testo unico, nel copia incolla di articoli,e le poche modifiche riguardano meno di 10 articoli e alcuni di questi hanno mostrato già le loro problematiche, in pochi mesi sono state evidenti le difficoltà applicative. Oggi affrontiamo 4-5 articoli, perchè abbiamo riscontrato che certe cose rischiano di non funzionare ecco perchè la Segreteria ha presentato emendamenti. Viene eliminata la nullità degli atti, è l’articolo più importante, ed è giusto. Come partito presentiamo l’emendamento per eliminare il certificato dello sportello Edilizia, non è necessario, in modo da superare burocrazia. Concordiamo che chi compra debba essere tutelato, ma no si può copiare una parte della normativa italiana e non dare, d’altra parte, a chi vende la possibilità di sanare in qualsiasi momento. In Italia c’è una sorta di sanatoria permanente da noi invece c’è solo una finestra, prorogata adesso al 30 novembre. Una riflessione su questo aspetto credo vada fatta. Il nostro Pdl ne teneva conto, vorrei elogiare il Segretario nel suo trasformismo, prima quando faceva parte del’associazione Micologica contestava tutto, oggi va elogiato quindi il suo trasformismo perché al contrario va bene tutto, perchè sta su quella sedia e non dall’altra parte della barricata.

Enrico Carattoni, Ssd

Come si può tutelare l’acquirente di un immobile era la domanda posta dalla Segreteria e dalla maggioranza. E si era intervenuto con l’articolo 79 su questo punto, poi però si sono riscontrati dei limiti e non c’è nulla per cui vergognarsi ad ammetterlo. Ma i limiti ci sono anche per la scarsa collaborazione tra gli uffici che spesso metteno i bastoni tra le ruote, cercando di tutelare loro stessi, invece che collaborare per gli utenti. Le innovazioni del decreto e gli emendamenti: in primo luogo si dice che vi è la possibilità di acquistare un immobile anche qualora abbia un abuso, nel momento in cui viene reso palese nell’atto di acquisizione. E’ importante perchè c’è una sanatoria in corso, posso venderli dichiarando che c’è un abuso, nel proseguo si può dare facoltà a chi compra che si impegna a sanare la situazione. C’è quindi la volontà di rendere edotta la parte che va a comprare un immobile con i vizi. Non vedo drammi quando si cambia un articolo per una difficoltà operative non tutte dovute alla politica, ma in parte purtroppo anche all’amministrazione. Invece che fare drammi, chiederei di sedersi ad un tavolo e di capire le ragioni e come riconvertire l’edilizia, ma non diamo le ragioni del mancato introito dell’imposta di registro all’articolo 79.

Dalibor Riccardi, Indipendente

Contento che le tante segnalazioni di oppozione e degli ordini professionali abbiano portato a dei correttivi, se questo confronto veniva fatto durante la stesura del Testo unico forse oggi non saremmo qui a dover nuovamente riconsiderare le moficihe del decreto. Condivido con Carattoni quando dice che il comparto è in crisi da un periodo molto più lungo, ma di certo il provvedimento su cui si interviene oggi non ha aiutato. Mi auguro che queste modifiche porteranno un po’ di respiro al settore immobiliare. Mi auguro il modo in cui si è giunti a questi interventi sia un segnale di svolta per un confronto serio con categorie e ordini professionali sui provvedimenti normativi. Tutto questo porterebbe maggiore qualità e rapidità degli interventi. Mi auguro la svolta nel metodo del Segretario Michelotti abbia seguito anche con i suoi colleghi, in modo che ci si possa confrontare prima sui provvedimenti.

Sandra Giardi, Rete

Gli acquirenti in questo perido non si sono trovati in condizioni di agio nel comprare casa e nel muoversi attraverso normativa del Testo unico che ha ingarbugliato le situazioni e sono venute fuori i problemi.

Credo non sia il numero degli articoli che possa migliorare una norma, ma come vengono impostati. È più importante portare in aula norma il più precisa possibile, magari si poteva portare T.u. successivamente al Prg per evitare alcune intrapretazioni normative. Condivido che il confronto sarebbe dovuto avvenire in modo più ponderato per valutare meglio gli effetti dei 162 articoli e in particolare di quelli che oggi ci ritroviamo a ratificare, su cui erano stati sollevati i problemi in più occasioni.

Alessandro Cardelli, Pdcs

dire che il mercato immobiliare non era cresciuto negli anni precedenti è falso. Se si guarda a Rimii compravendita sono aumentate di anno in anno, Agenzia entrate ci dice che le compravendite italiane nel 2018 sono aumentate del 4,9%. Se andate a vedere i dati relativi a provicia di Rimini da un anno al’altro aumentano del 4,5%. A San Marino le compravendite erano in aumento. In Finanziaria si diceva che si aumentava aumenta imposta di registro perché non avrebbe inciso su aumento compravendite. Poi vi invito a guardare interventi da agosto a settembre alla Finanziaria di quest’anno, apertura mercato immobiliare a non residenti, residenze elettive..tutti provvedimenti con intento specifico di aumentare comparto immobiliare. Dei piccoli segnali c’erano. Dire oggi che questo provvedimento non c’entra niente e che il numero di compravendite si sarebbe comunque ridotto è una falsità. Poi certo che possono aver contribuito vostre scelte su sistema bancario che ha portato le persone a cambiare idea e a non investire più a San Marino, ma i dati erano in controtendenza. Oggi sembra si possa arrivare ad uno spiraglio, poi ovvio, se fossimo stati noi al governo questa norma l’avremmo fatta diversimente per dire che noi non condividiamo l’inefficacia dell’atto. In questo periodo di sanatoria vi capiterà di parlare con le persone e molti non sono conoscenza degli abusi che possono avere nelle loro case, specie nelle parti comuni. Credo si interverrà nuovamente su questa legge per porre ulteriori correttivi.

Altro tema trattato dai consiglieri di maggioranza: non date responsabilità agli uffici, assumetevi le responsabilità politiche, non sono gli uffici che votano le leggi. Quando c’è intervento tecnico gli uffici pubblici devono essere di supporto e immagino confronto su art. 79 preventivo non sia stato fatto. Da una normativa a maglie larghe stiamo facendo una normativa a maglie stettissime e ne pagheranno le conseguenze i sammarinesi.

Roberto Giorgetti, Rf

Se il nostro paese ha potenzialità per abitazioni civili per 60 mila persone, a fronte di una popolazione poco più di 30 mila, quache lucina dovrebbe accendere questo dato. E’ evidente che per anni si è costruito molto e male. Credevo fosse assodato, ma evidentemente così non è. Il T. U. di oltre 160 articoli non è una leggina, qualcuno ha detto che è stato un assemblaggio e rimescolamento di ciò che era. Non credo sia così. Va contemperato il diritto del mercato ma anche di chi compra immobili perché non sia truffato. Si è cercato di affrontare il problema e credo con soluzioni anche funzionali che possano contemperare queste due esigenze. Quello che conta è la volonta della politica di affrontare questi due nodi di fondo. Bene la discussione e i contenuti affrontati dei consiglieri, ma chiariamoci sui presupposti. Al di là della dinamica politica, vi sono altre questioni che questo testo unico si pone, se non altro su quello che deve essere il futuro dell’edilizia del paese. La sanatoria è stata posta per tracciare una linea strategica dello sviluppo futuro del nostro tessuto urbanistico da correlarsi al nuovo Prg. Non è più sostenibile lo sviluppo urbanistico disorganizzato e con all’interno dinamiche e abusi non sanzionati che nel contempo ha creato un far west. L’esigenza di affrontare questi nodi di fondo credo sia l’elemento che vada posto. E non è vero che non ci sono gli strumenti. Cerchiamo di portare la discusione su un punto rilevante: ci troviamo ad aggiustare una legge di riformam si tratta di registrare e mettere a punto questi aspetti. Si cerca di voltare pagina rispetto a un passato che al paese non ha portato nulla di buono.

Marco Gatti, Pdcs

Ho sentito dire questo grande provvedimento che stravolge chissà cosa. In realtà abbiamo ancora un vecchio Prg e facciamo un Testo unico dove sono state introdotte alcune novità che hanno messo in ginocchio certi settori dell’economia. Riconosciamo che il vecchio T.U. avesse delle lacune, anche il confronto con gli ordini professionali poteva esserci su un testo più conteunto su cui certe difficoltà applicative delle norme si sarebbero risolti, ci sarebbe stato tempo sufficente per un confronto approfondito. Certo gli uffici non aiutano, ma gli uffici pubblici tutelano loro stessi: quando le norme danno la possibilità di essere interpretate per stare dalla parte più garantista le applicano così. Qui non è stato neanche un problema di uffici pubblici, il problema più grosso è stato sollevato dai tecnici del settore e dagli ordini che non si sentivano di assumersi determinate responsabilità nell’atto di compravendita.

(…)

Augusto Michelotti, Sds Territorio– replica

Vorrei partire dal Pdl presentato dalla Dc, in puro stile democristiano, ‘cambiare tutto a parole per non cambiare nulla’. Hanno presentato una riedizione dell’art. 177 per quanto possibile peggiorandolo. Un atto di compravendita che contiene un abuso non è nullo e chi lo tiene si arrangia, come successo tantissime volte negli ultimi 20 anni. E’ un ritorno al passato. Non credo sia la soluzione giusta, troppi danni ha fatto questo articolo che aveva la valvola della nullità, ma che non è mai stata applicato. La consuetudine voleva che non si cambiasse niente. Noi abbiamo detto ‘cambiamo le regole’, bisogna tutelare chi compra. Si è tirato fuori il discorso dello stallo delle compravendite, l’articolo interviene quando c’è un abuso, se c’è stallo negli atti significa che c’è il terrore nel vendere un edificio che contiene un abuso e ciò ha portato molti professionisti a non fare questa azione. E la dice lunga su quello che è successo in passato nel Paese. La stragrande maggioranza del paese ha il ‘baco’, l’abuso, dentro. Sono nati in un regime che gli ha permesso di mantenere questi atteggiamenti. Io non ho paura di sbagliare, sono un essere umano non macchina, né ho paura di perdere consensi se si sbaglia, ma vale la pena sbagliare per raggiungere un obiettivo vero. Qui si è detto che il segretario ha delirato. Non sono così presuntuoso da non cambiare mai idea. ‘Questi sono matti perché ammettono di aver fatto errori’, tutti qui abbiamo riconosciuto che le cose potevano essere migliori, siamo matti perché abbiamo ascoltato i diretti interessati, abbiamo discusso ma siamo arrivati a capirci. Questo delirio di cui siamo presi è contagiosa, siamo in delirio io, i miei collaboratori, i dirigenti dello Stato. L’auterevoleza è mettersi a ragionare con gli altri e fare un prodotto con più teste, non con una persona sola. Credo di essermi comportato in questo modo. Quando qualcuno ha detto vecchio testo unico è meglio di quello nuovo c’è da riflettere. C’è qualcuno ha detto qualcosa di sgradevole, tirando fuori il trasformismo. Ebbene io cambio idea ma non i miei valori. E non prendo lezioni di stile da parte di chi è stato sempre coerente con la propria incapacità a governare il territorio nel nostro Paese, portando lo sfacelo che è oggi sotto gli occhi di tutti.

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