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Quando fisioterapia diventa arte: storia di Greta Rosa/ Foto

Fisioterapista italiana vince per due volte concorso artistico a congresso Wcpt

Pubblicato:20-06-2017 10:19
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:26

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ROMA – L’arte e la fisioterapia non sono poi così distanti. Ecco perché ad ogni congresso Wcpt viene organizzato un concorso artistico diviso in quattro categorie: scultura, pittura, fotografia e disegno. Nel 2015 a Singapore la vincitrice della sezione scultura e del premio globale è stata Greta Rosa, giovane studentessa italiana del corso di laurea in Fisioterapia dell’Università di Torino, che ha partecipato con un’opera dal titolo ‘Man gets back up’, una sequenza di omini in termoplastica che, guidati da una mano esperta, compiono i passaggi posturali fino ad essere avviati al cammino in autonomia.

“Quando ho visto che c’era la possibilità di partecipare a questo concorso- racconta all’agenzia Dire- i miei compagni di università, perché all’epoca non ero ancora laureata, mi hanno spinto a provarci. Stavo seguendo un corso sul materiale bioplastico, un materiale che immerso in acqua si può modellare, generalmente utilizzato per fare tutori, e la stessa docente ci ripeteva continuamente che i tutori creati per i pazienti sono vere e proprie piccole opere d’arte. Questo mi ha ispirato e partendo dai pochi rimasugli di materiale bioplastico avanzati dal corso ho creato un uomo in miniatura accompagnato da una mano“.

“L’idea era quella di rappresentare l’idea della fisioterapia, per me che ero ancora studentessa- prosegue-. Il concorso di Singapore nel 2015, durante il Wcpt, aveva un tema specifico: ‘Come la fisioterapia incentivi l’autonomia’ e l’idea era proprio quella di avere quest’uomo che da seduto, grazie alla mano del fisioterapista che lo modella, riacquista la propria indipendenza. La vera sfida era riuscire a farlo con il materiale con cui i fisioterapisti lavorano, in modo da rimarcare l’idea del paziente come un’opera d’arte da plasmare. L’opera ha vinto sia il premio dedicato alla sezione ‘scultura’ sia il premio generale”.


In fondo l’arte e la fisioterapia hanno a che fare con le persone “con la comunicazione, fra le discipline medico scientifiche la fisioterapia è la meno rigida- dice ancora Greta Rosa- quella che più si deve adattare ai pazienti, dal tipo di esercizio che uno propone, all’utilizzo di uno strumento in modo alternativo. La fisioterapia richiede un notevole livello di fantasia, proprio come nell’arte. Quando riesco a rimettere in piedi un paziente allettato, farlo camminare nuovamente, modificargli la postura, è come se avessi creato una piccola opera d’arte umana”.

Nel frattempo Greta Rosa si è laureata e ha iniziato a lavorare, ma la passione per l’arte non è scomparsa: “Nella mia vita ho sempre dovuto scegliere fra la parte artistica e la parte scientifica, riuscire a mettere insieme le due cose mi è sempre interessato molto”. Tanto che ha vinto un premio anche quest’anno, al concorso che si terrà a luglio a Città del Capo: “Quest’anno ho vinto per la seconda volta, nella categoria pittura- spiega ancora Greta Rosa alla Dire- Il tema era ‘Come la fisioterapia incentivi l’inclusione‘, ho creato un quadro, utilizzando come tela il tape, il nastro adesivo elastico utilizzato in fisioterapia, su cui ho dipinto con dei colori ad acquerelli molto liquidi”.

“Ho visto un certo cambiamento del mio punto di osservazione sulla fisioterapia rispetto alla prima opera- prosegue-, se infatti nella scultura avevo una visione più idilliaca del mestiere, da studentessa, in quest’ultimo quadro intravedo già l’influenza dell’esperienza lavorativa che ho potuto fare. La cosa di cui mi sono resa conto è che già dal primo approccio con il paziente si ha o meno un risultato, bisogna cercare di far sentire il paziente incluso per farlo recuperare più velocemente. Per questo ho scelto di disegnare un occhio, l’occhio rappresenta il fisioterapista che guarda il paziente, che cerca di stabilire un primo contatto, cerca di guadagnarsi la fiducia del paziente, di trasmettergli una sensazione di inclusione”.

Un’emozione che si rinnova, anche se non sarà presente per la premiazione: “Purtroppo in tutti e due i casi mi hanno inviato l’attestato e le foto dove si vedono le mie opere esposte, è stato bellissimo vederle in mostra, anche se mi è dispiaciuto non potere ritirare personalmente il premio. D’altronde Singapore e Città del Capo non sono proprio dietro l’angolo”.

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