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“Uno spazio libero e informale, dove poter scambiare o regalare oggetti ancora in buono stato, dando loro una seconda vita e riducendo gli sprechi”. Coi vestiti che assumeranno nuova vita, letteralmente, perché verranno associati a una persona e a una storia immaginaria. E’ la proposta per sabato prossimo, 24 maggio, dalle 15 alle 18, dei giovani componenti del consiglio di quartiere delle ragazze e dei ragazzi del quartiere Santo Stefano di Bologna. Il mercatino del riuso si terrà in via del Piombo 7, dove c’è anche “Why not”, uno spazio autogestito per lo studio, i compiti e tanto altro.
“Questa proposta- spiegano i giovanissimi del Cqrr, che frequentano le scuole medie inferiori- “nasce da una riflessione sul nostro modo di consumare e sull’impatto ambientale e sociale della fast fashion e dell’usa-e-getta. Vogliamo immaginare insieme un’alternativa possibile, concreta, che favorisca piccoli gesti quotidiani di economia circolare e rafforzi le relazioni tra le persone nel quartiere”. Sarà anche l’occasione per prendersi cura degli spazi comuni, con un momento di pulizia del parco, giochi e attività all’aperto. Inoltre, saranno presenti anche altre associazioni come Filò, Eco Regaz e la Collettiva Gianburrasca “ad accompagnarci durante il mercatino e la pulizia”. Tra le 16.00 e le 17.00 si terrà la Pulizia filosofica del giardino Lavinia Fontana. Alle 17 i ragazzi invitano a una merenda insieme.
Queste le regole del mercatino: ognuno può portare del materiale di scambio (come materiale scolastico/universitario, giochi e vestiti) per barattare oppure donare; consigliato portare un telo per appoggiare il materiale. La Pulizia filosofica (a cura di Filò e Eco Regaz) prevede che a ciascun gruppetto di pulizia verrà affidata una domanda filosofica per conoscersi in modo diverso, “girovagare con la mente e scambiarsi idee”, mentre la Collettiva Giamburrasca, con “È tutta un’altra storia” lancia un momento di elaborazione creativa a partire dai capi e dagli oggetti del mercatino, che verranno associati ad una personalità e alla sua relativa storia inventata. L’obiettivo- concludono i giovani studenti del Cqrr- è “ricordarci che i vestiti non sono solo moda ma contenitori di esperienze di vita e di relazione”.
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