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BOLOGNA – Andrea Sempio, di nuovo indagato per l’omicidio di Garlasco, verrà oggi interrogato in Procura a Pavia dopo essere tornato sotto indagine nel marzo scorso, con l’accusa di omicidio in concorso per il delitto di Chiara Poggi, uccisa la mattina del 13 agosto 2007. Il giovane, che all’epoca del delitto aveva 19 anni (oggi 37) ed era amico del fratello della vittima, è stato già indagato in precedenza due volte per questo caso, la seconda nel 2017, a dieci anni dunque dall’omicidio, dopo che la difesa di Alberto Stasi nel dicembre del 2016 aveva presentato una perizia che lo tirava in ballo per via della presenza del suo Dna sotto le unghie della vittima. La stessa cosa che ora lo ha fatto indagare di nuovo, senonchè stavolta le tecnologie più all’avanguardia in ambito genetico hanno stabilito che il Dna trovato non possa derivare dall’utilizzo comune dello stesso computer ma debba essere per forza ‘da contatto’. Prima, però, Sempio è uscito scagionato, archiviato, da entrambe le inchieste. Nel 2017 l’archiviazione disposta per lui dal gip, che accoglieva la richiesta della Procura, recitava così: “Se è non condivisibile ma umanamente comprensibile l’intento di fare di tutto per difendersi da una gravissima accusa, anche dopo l’esaurimento dei possibili gradi di giudizio ordinario, nel caso di specie ci si deve tuttavia arrestare di fronte all’inconsistenza degli sforzi profusi dalla difesa di Stasi“. Il gip di Pavia scrisse che “è radicalmente priva di attendibilità la consulenza tecnica sul materiale genetico offerto dalla difesa Stasi”. Proprio la stessa consulenza che, ripresentata, oggi porta Sempio sulla scena del delitto.
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Ed è proprio questo che oggi i magistrati cercheranno di capire da Sempio. Se davvero il 13 agosto sia andato a Vigevano (e qui si innesta la famosa faccenda dello ‘scontrino’, che poi era in realtà un ticket di parcheggio, conservato come ‘prova’ e alibi a distanza di un anno) oppure se fosse a casa di Chiara Poggi. Perchè lo ha conservato? E in ogni caso, cosa prova visto che non c’è la targa e non c’è nessuna certezza che lo abbia utilizzato lui? Altri elementi che potrebbero essere oggetto delle domande dei magistrati sono le tre telefonate che Sempio fece verso casa Poggi nei giorni precedenti il delitto, il 7 e poi 8 agosto. Chiamate molto brevi. Ma Marco Poggi, suo amico, non c’era. E pare strano pensare che lui non sapesse che era partito per il Trentino con i genitori. Perchè chiamare visto che a casa c’era solo Chiara in quei giorni?
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La Procura, che da un anno sta mettendo in forse una verità giudiziaria assodata (Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva nel 2015 dopo un gran numero di processi fatti e rifatti), ha evidentemente in mano qualche elemento ‘grosso’, di peso, che la spinge a voler rivoluzionare le carte, interrogare persone, fare prelievi del Dna. E intanto, dieci giorni fa, dal canale di Tromello, vicino a Garlasco, è saltato fuori un martello. E anche altri attrezzi. E il ‘super testimone’ emerso nei mesi scorsi ha detto di aver visto Stefania Cappa (una delle due cugine di Chiara Poggi) gettare una borsa piena di attrezzi in quel canale proprio il 13 agosto. Ma perchè ha aspettato tutti questi anni per dirlo? È un mistero.
Mentre Sempio sarà interrogato in Procura (la convocazione è per le 14), anche Alberto Stasi (in veste di testimone ‘assistito’) sarà ascoltato nello stesso palazzo, in contemporanea. Una scelta che significa che i magistrati vogliono cristallizzare le loro risposte, senza che uno dei due abbia modo di sapere prima cosa abbia detto l’altro. E forse hanno bisogno di fare domande incrociate, a seconda di cosa verrà detto. E c’è anche un’altra persona oggi, da cui potrebbero arrivare elementi importanti: è Marco Poggi, il fratello di Chiara, che verrà ascoltato a Venezia (visto che vive a Mestre). Bisogna capire cosa ne uscirà fuori. Ma c’è un’alta probabilità che Sempio (a cui in marzo è stato prelevato il Dna in modo coatto, visto che lui si era rifiutato di sottoporsi al test) scelga di avvalersi della facoltà di non rispondere.
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