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Terremoto in Emilia, Mattarella: “La ricostruzione va proseguita”

Il Capo dello Stato Sergio Mattarella a Medolla, in provincia di Modena, per il decennale del terremoto in Emilia

Pubblicato:20-05-2022 13:40
Ultimo aggiornamento:20-05-2022 13:49
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BOLOGNA – Ora la ricostruzione “va proseguita, ci sono obiettivi importanti da raggiungere, opere da concludere, programmi da sviluppare“. Così il presidente della Repubblica, nel suo intervento a Medolla (Modena) nel decennale del terremoto del 2012 in Emilia. “Sono trascorsi dieci anni”, dalla prima forte scossa “e dai giorni drammatici che sono seguiti”, ha esordito Sergio Mattarella. “Oggi ricordiamo le vittime, i tanti feriti, le migliaia di sfollati, le comunità segnate profondamente da smarrimento e da angoscia“. Subito il riconoscimento della reazione avuta dagli emiliani per rimettersi in piede: “I Comuni di questo territorio, e la loro gente, hanno reagito con laboriosità, col desiderio di rinascita, con la solidarietà che li accompagna”. Anzi, dice il presidente, “la chiave della ripartenza dopo il terremoto è passata attraverso la solidarietà”.

Mattarella riconosce che in quella che è una delle zone più produttive d’Italia si è riusciti a “saldare quella frattura, che poteva produrre pesanti conseguenze” per l’economia italiana. In questo “le istituzioni hanno fatto la loro parte”, sottolinea poi Mattarella, dal Governo nazionale alla Ue che “ha anticipato per il terremoto dell’Emilia quella svolta nel segno espansivo e solidale poi espressa” pienamente dopo la pandemia. Ora, conclude il capo dello Stato, “è insieme che possiamo edificare l’avvenire”. Il decennale “celebra la resilienza di queste comunità e i valori profondi che ne sono la radice”.

BONACCINI: CARO ENERGIA PUÒ FRENARE RICOSTRUZIONE

L’ultimo ostacolo sulla strada della ricostruzione sono la crisi energetica e l’aumento del costo dei materiali, che rischia di bloccare i cantieri. Su questo insiste il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, oggi a Medolla (Modena) al fianco del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel decennale della prima scossa del 2012. “Il cammino compiuto in questi 10 anni è stato lungo, difficile, proficuo“, dice Bonaccini. “Le persone e le aziende non se ne sono andate da qui e la ricostruzione ha anzi reso molti luoghi e spazi più belli, sicuri, moderni”. La ricostruzione privata “volge ormai al termine, mentre quella pubblica è ben impostata e può essere oggi gestita con regole diverse, fuori da uno stato di emergenza che non c’è più nei termini per cui era stato istituito. Se oggi dobbiamo fronteggiare un’emergenza- aggiunge però il governatore- è quella energetica, delle forniture delle materie prime, dei cantieri che rischiano di bloccarsi rallentando qui la ricostruzione e, più in generale nel paese, gli investimenti pubblici e privati”.


Ma la via d’uscita, sottolinea il governatore Pd, può esserci. “I provvedimenti assunti da noi e dal governo proprio in questi giorni e in queste ore possono dare una risposta molto importante per riconoscere l’aumento dei prezzi e far ripartire le opere, dando ossigeno a imprese e lavoro. Così come il nuovo quadro di regole che stiamo elaborando con Palazzo Chigi e Casa Italia può consentire una gestione più stabile e ordinata di questa ultimo miglio della ricostruzione”.

Bonaccini si è anche rivolto a Mattarella interpretando la sua visita di oggi, da un lato, come la “conferma di un’attenzione costante, discreta ma appassionata, che in questi anni abbiamo avvertito e apprezzato. E di questo la voglio ringraziare a nome di tutti gli emiliano-romagnoli”. Dall’altro lato, aggiunge, “credo sia il riconoscimento e la valorizzazione del fatto che, anche nella ricostruzione, e non solo nell’emergenza, c’è un’Italia che sa far bene e merita di essere raccontata. Di questo siamo orgogliosi come comunità”.
Il lavoro compiuto in questi anni di ricostruzione, afferma ancora il presidente regionale, “è stato corale e va ascritto ad ogni cittadino di questa terra. Forse non esistono simboli che possano tenere insieme tutto questo; ma la cosa che, forse, più vi si avvicina, per me, sono Vasco Errani e tutti i sindaci del 2012: prendendo per mano le proprie comunità, hanno gestito l’emergenza e poi avviato la ricostruzione“. Ma sono anche “gli imprenditori e i lavoratori che insieme hanno rialzato i capannoni caduti, sono le famiglie che hanno messo al primo posto le scuole dei propri figli, sono gli operatori dei servizi sociali e sanitari, gli educatori e gli insegnanti che non si sono mai fermati, i dipendenti comunali, che con le case crollate rimanevano in servizio per i propri concittadini”.

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