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Rimorchiatore affondato a Bari, continuano le ricerche dei due dispersi

Si tratta di Mauro Mongelli di 59 anni e Sergio Bufo di 60 anni entrambi originari di Molfetta

Pubblicato:20-05-2022 12:23
Ultimo aggiornamento:20-05-2022 14:59
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guardia costiera
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 BARI – Previsto alle 9 di questa mattina l’arrivo nel porto di Bari del motopontone “AD3” che il rimorchiatore “Franco P” affondato a largo delle coste pugliesi stava agganciando prima di inabissarsi due notti fa. Sul mezzo, trainato dal rimorchiatore “Paul”, ci sono gli 11 componenti dell’equipaggio che saranno ascoltati non appena toccheranno terra. Sono ancora in corso le ricerche dei due marinai dispersi da parte degli uomini della guardia costiera barese.

Si tratta di Mauro Mongelli di 59 anni e Sergio Bufo di 60 anni entrambi originari di Molfetta (Bari). Ieri invece sono stati recuperati i corpi delle altre tre vittime: Luciano Bigoni e Andrea Massimo Loi – rispettivamente di 65 e 58 anni entrambi di Ancona – e di Jelali Ahmed, 63enne vicecomandante del rimorchiatore “Franco P.” di origini tunisine ma residente in Abruzzo. È ancora ricoverato nell’ospedale Di Venere di Bari Giuseppe Petralia, il 65enne comandante del rimorchiatore affondato: le sue condizioni sono buone. Oltre all’inchiesta aperta dalla procura di Bari per naufragio e omicidio colposo, la guardia costiera ne conduce una amministrativa finalizzata alla ricostruzione dell’accaduto.

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“Stiamo procedendo alle fasi di ormeggio, dopo le squadre di polizia giudiziaria, che sono state disposte dalla procura, saliranno a bordo per cominciare ad ascoltare tutti i membri dell’equipaggio del pontone che comunque saranno trasferiti in Capitaneria”. Lo ha detto contrammiraglio Vincenzo Leone, comandante regionale della guardia costiera di Bari che sta coordinando le operazioni di soccorso dopo l’affondamento del rimorchiatore “Franco P.”.

Dei sei componenti dell’equipaggio si è salvato solo il comandante, Giuseppe Petralia, siciliano di 65 anni che è in ospedale a Bari. “Proseguono le ricerche dei due dispersi abbiamo un dispositivo analogo a quello di ieri, quindi aerei in volo che perlustrano la zona, che ovviamente stiamo allargando per verificare anche eventuali derive dei corpi o comunque la ricerca di altri elementi che possano essere utili alla individuazione dei due dispersi. Continueremo fino a che non abbiamo trovato qualcosa”, continua Leone.


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