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A Ruvo di Puglia l’iniziativa ‘Adotta uno scaffale’

Chiunque può fare proprio uno dei mobiletti del centro Caritas riempiendolo di beni di prima necessità e di prodotti per la casa e la persona da donare a chi, a causa della emergenza sanitaria, vive in una condizione di disagio economico e sociale

Pubblicato:20-05-2021 19:55
Ultimo aggiornamento:20-05-2021 20:00
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BARI –  Hanno deciso che il coronavirus non avrebbe minato la solidità della loro amicizia. E allora hanno usato il lockdown per una iniziativa a sostegno dei volontari dell’emporio solidale di Ruvo di Puglia (Bari). L’hanno battezzata “Adotta uno scaffale” perché chiunque può fare proprio uno dei mobiletti espositivi del centro Caritas e curarlo. Come? Riempiendolo di beni di prima necessità e di prodotti per la cura della casa e della persona da donare a chi, a causa della emergenza sanitaria, vive in una condizione di disagio economico e sociale. A ideare l’iniziativa sono stati “quelli della pallavolo 6.0”: si chiama così il gruppo whatsapp che riunisce una folta ciurma di amici che ha dato lo stesso nome allo scaffale.

“Attraverso i messaggi ci avvisiamo e decidiamo chi deve fare la spesa”, spiega Francesco Berardi, uno dei volontari e componente del gruppo telefonico. “Siamo una trentina, siamo amici da tempo, siamo cresciuti assieme – racconta – quando è arrivato il coronavirus le nostre abitudini si sono sgretolate: eravamo soliti trascorrere molto tempo assieme e il dover restare chiusi in casa ci ha davvero sconvolto”. Poi, all’improvviso l’idea. “Ci siamo chiesti: come possiamo continuare a fare qualcosa insieme magari dando una mano a chi è stato pesantemente colpito dalla pandemia? Così è nato adotta uno scaffale”. Ora sono diversi gli scaffali adottati e che con costanza vengono rimpinguati di pasta, tonno, pelati, biscotti e detersivi. Messaggio dopo messaggio, squillo dopo squillo, i ragazzi sono riusciti ad aiutare i volontari dell’emporio solidale che, a causa della epidemia, hanno dovuto affrontare un numero sempre maggiore di richieste di aiuto. “Chiunque può seguire il nostro esempio: basta chiedere ai volontari e avviare le pratiche di adozione che sono veloci e immediate”, dice Francesco e conclude: “Noi siamo riusciti a stare bene sentendoci uniti come sempre nonostante la lontananza”.


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