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Fisco, no di Draghi alla ‘patrimonialina’: centrosinistra in ordine sparso

"La fascia più ricca della nostra popolazione può permettersi un aumento dell'1 per cento della tassa di successione", dice il segretario dem

Pubblicato:20-05-2021 19:16
Ultimo aggiornamento:20-05-2021 22:08

enrico letta
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ROMA – Mario Draghi e il Partito Democratico su fronti opposti su una materia centrale nella traiettoria del governo, quella della riforma fiscale. La pietra dello scandalo è la proposta del segretario Pd di finanziare una ‘dote ai 18enni’ facendo leva sull’aumento dell’1 per cento della tassa di successione per i patrimoni oltre il milione di euro.

Per Draghi non se ne parla: “Non è il momento di prendere soldi agli italiani, è il momento di darli. Siamo ancora in fase di recessione”, dice nel corso della conferenza stampa sul decreto sostegni bis.

Il Pd non si da’ per vinto. A cominciare dallo stesso segretario, che nel corso di un’iniziativa sulla precarietà ribadisce il concetto: “I giovani sono la fascia più bistrattata dalla pandemia. La fascia più ricca della nostra popolazione può permettersi un aumento dell’1 per cento della tassa di successione. Sarebbe un bellissimo segnale”.


Per Letta si tratta di restituire, visto che si è chiesto “ai giovani un sacrificio per mettere in sicurezza la fascia più fragile della popolazione. Vogliamo dargli la possibilità di potersi comprare una casa, continuare gli studi e avere un lavoro, senza dover dipendere dalle condizioni delle famiglie di partenza”.

Il vicesegretario dem Peppe Provenzano si rivolge direttamente al premier: “La proposta del Partito Democratico è ‘dare’. Tassare l’1% più ricco, che eredita milioni di euro o li riceve in dono, non è prendere: è restituire alla società. Presidente Draghi, la tassa di successione c’è nei paesi più avanzati, la propongono il FMI e l’Ocse, ne sta parlando Biden”.

Come talvolta accade il Partito democratico si spacca. La minoranza interna sembra schierarsi sulle posizioni di Draghi. “Condivido totalmente la risposta del presidente Draghi”, dice infatti Andrea Marcucci. E per una volta, Matteo Salvini non puo’ essere accusato di polemizzare con il presidente del consiglio. “Anche in questa circostanza – twitta con qualche enfasi – c’è piena sintonia con il premier Draghi. Se c’è una cosa di cui l’Italia non ha bisogno sono nuove tasse. Letta e il Pd si rassegnino“. Contrari alla ‘patrimonialina’ anche Forza Italia e Fratelli d’Italia. La destra è compatta.

E il centrosinistra si lacera. Per il renziano Davide Faraone l’idea di Letta “è fuori dal mondo. Non è il momento di mettere le mani nelle tasche dei cittadini”.

“Buon senso”, “la strada giusta”, è invece il commento di Nicola Fratoianni, per il quale “la reazione di Draghi è del tutto inadeguata”. Timidi anche i Cinque Stelle. O meglio, silenti. Nessun commento al momento dal quartier generale pentastellato.

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