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Il Governo Draghi va, ma la ‘sua’ maggioranza litiga e si divide

L'editoriale del direttore Nico Perrone per Dire Oggi

Pubblicato:20-05-2021 17:23
Ultimo aggiornamento:20-05-2021 17:23

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ROMA – Arrivano 15,4 miliardi di aiuti. Oggi il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al cosiddetto decreto Sostegni bis. Ben 77 articoli che affrontano i capitoli dei ristori e della liquidità per le imprese e partite iva colpite dalla crisi; c’è poi il pacchetto lavoro con gli sgravi fiscali per non licenziare e tutte le norme sulla salute e la scuola. Nell’articolato anche misure per il settore della cultura, del turismo, sport e agricoltura.

Il decreto sostegni bis “è in parte diverso dal passato perchè guarda al futuro, ad un Paese che riapre e non lascia indietro nessuno, assiste e aiuta” ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, in conferenza stampa, sottolineando che quelli che verranno saranno mesi comunque difficili “già a partire dalla fine di giugno con lo sblocco dei licenziamenti in alcune aziende”.

Tra le novità della giornata,la proposta lanciata dal segretario del Pd, Enrico Letta, di una tassa di successione come aiuto concreto a favore della “generazione Covid” ovvero i giovani. L’intervento sarebbe da finanziare con l’aumento della tassa di successione per i patrimoni che superano il milione di euro, ma in modo progressivo: solo sopra i 5 milioni scatterà infatti l’aliquota massima. Che comunque resterà nettamente inferiore a quelle applicate negli altri Paesi europei simili all’Italia. Una proposta bocciata però dallo stesso premier Draghi che a precisa domanda ha risposto: “Non ne abbiamo parlato, comunque questo non è il momento di prendere soldi dai cittadini ma di darli”.


Per quanto riguarda il dibattito politico, da registrare lo scontro tra i capigruppo della maggioranza al Senato. Il M5S voleva calendarizzare la discussione in aula della loro mozione contro il vitalizio dopo la decisione di ridarlo all’ex senatore Roberto Formigoni ed altri ex parlamentari condannati in passato per corruzione. Proposta che ha suscitato la dura reazione degli altri capigruppo della maggioranza della Lega e di Forza Italia e il confronto si è trasformato in scontro costringendo la presidente Casellati a rinviare a martedì prossimo. Sconsolato Luca Ciriani, presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, unico partito all’opposizione, che si è lamentato perché non si riesce a calendarizzare i lavori del Senato “per le divisioni all’interno della maggioranza”.

Sullo sfondo, si continua a discutere dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica dopo il ‘no’ di Mattarella all’eventualità di prolungare il suo mandato. Nessuno in Parlamento dubita della bontà dell’intenzione del Capo dello Stato, ma sono in molti quelli che ricordano che “a suo tempo anche il presidente Napolitano aveva più volte detto ‘no’ ma dopo, di fronte alla situazione eccezionale che si era creata, aprì e fu rieletto a grande maggioranza”. Per questo, sono le ‘voci’ raccolte a livello trasversale, “non è del tutto infondata l’ipotesi che alla fine anche Mattarella possa ripensarci e prolungare il suo mandato fino al 2023 quando terminerà la legislatura”. Lo sperano Pd, M5S ed anche Forza Italia, che hanno bisogno ancora di tempo per riorganizzarsi, ma ipotesi fortemente avversata da Matteo Salvini, leader della Lega, che per la scadenza – febbraio 2022 – ha già candidato il premier Mario Draghi, per arrivare subito dopo alle elezioni politiche.

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