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Colombia, altra vittoria dei manifestanti: il presidente Duque cancella la riforma della sanità

La mobilitazione popolare che va avanti da oltre 20 giorni ha portato all'archiviazione della riforma, così come era accaduto al progetto di riforma fiscale bloccato dopo le proteste di piazza

Pubblicato:20-05-2021 15:22
Ultimo aggiornamento:20-05-2021 16:42
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ROMA – Il Congresso della Colombia ha archiviato un progetto di riforma della sanità che era stato presentato l’anno scorso, accogliendo le richieste di cambiamento anche rispetto a questo settore che arrivano dalla mobilitazione popolare denominata ‘Paro nacional‘, che nel Paese va avanti ormai da più di 20 giorni. La bozza di provvedimento è stata cancellata grazie al voto favorevole alla sua archiviazione della settima commissione congiunta di Camera e Senato, quella che si occupa, tra le altre cose, di questioni relative alla salute. Hanno votato per l’annullamento della misura undici deputati su 13 e 16 senatori su 19.

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Il disegno di legge era stato presentato lo scorso luglio, nel pieno della pandemia da Covid-19, dal partito di ispirazione conservatrice Cambio Radical ed era sostenuto dal governo del presidente Ivan Duque. L’archiviazione ha trovato pareri favorevoli in tutti i partiti di opposizione. Il deputato Fabian Diaz, dei Verdi, ha detto che “la salute non può continuare a essere un business come si pianificava con questa legge”. La proposta di riforma sanitaria è la seconda a cadere da quando è iniziato il ‘Paro nacional’, cominciato a inizio aprile come una protesta contro un disegno di legge fiscale pure archiviato dal governo poco dopo. In rete alcuni utenti hanno rilanciato un post che recita “la società civile ha trionfato, costituiamo la salute come un diritto fondamentale”. Le manifestazioni sono spesso degenerate in scontri. Stando ai dati forniti dalla ong Indepaz aggiornati al 18 maggio, dall’inizio delle proteste 51 persone sono rimaste uccise negli scontri con le forze dell’ordine mentre oltre 2.300 sono state vittime di “violenza della polizia”.


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