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Famiglia, Bonetti: “È il momento di dare ai figli il cognome materno”

"Si porti a compimento il percorso che apre alla possibilità della scelta di consegnare alla storia il nome delle donne"

Pubblicato:20-05-2021 12:03
Ultimo aggiornamento:20-05-2021 17:44
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ELENA BONETTI MINISTRA PER LE OPPORTUNITA'
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Di Marta Tartarini e Annalisa Ramundo

ROMA –  “Anche raccogliendo alcune indicazioni della Corte, auspico e penso sia venuto il momento che il legislatore si faccia pienamente carico e porti a compimento il percorso necessario sul tema del cognome materno, e quindi della possibilità della scelta di consegnare alla storia in qualche modo il nome delle donne”. Lo dice la ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, intervenendo al convegno Verso la parità formale e sostanziale: gli strumenti. A 60 anni dalla sentenza della Corte Costituzionale n.33/1960 che aprì le principali carriere pubbliche alle donne.

BONETTI: “STIAMO RAGIONANDO SU RADDOPPIO ASILI NIDO IN 5 ANNI

 “Con il ministro Orlando stiamo ragionando sul raddoppio in cinque anni della presenza degli asili nido nel nostro Paese rispetto all’attuale situazione. Accanto a questo, stiamo lavorando col ministro Orlando e la ministra Carfagna, per l’introduzione dei Lep per quanto riguarda i servizi socio-assistenziali, in particolare sugli asili nido”. Sono le parole della ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, durante l’incontro promosso dal Women 20 del G20 ‘Donne lavoro e paygap: quale futuro per il lavoro per una nuova ripartenza’. 


BONETTI: “EUROPA SI DOTI DI DIRETTIVA SU TRASPARENZA SALARIALE

“È paradossale: noi siamo ultimi in Europa sul tema dell’occupazione del mondo femminile, eppure ci proponiamo oggi come il Paese che forza la direzione dicendo che dobbiamo andare concretamente, in una proposta di indicazione politica nell’ambito del G20, sul tema delle empowerment femminile“, ha proseguito Bonetti. “Come ministra per le Pari Opportunità- aggiunge- ho fortemente sostenuto nel dibattito europeo con gli altri ministri, il tema della necessità che l’Europa si doti di una direttiva sulla trasparenza salariale. È in discussione la proposta portata avanti dalla Commissione e c’è un testo di legge importante alla Camera che promuove questo tipo di indicazioni. Ma, accanto al tema della trasparenza salariale, dobbiamo renderci conto che la questione del gap salariale è collegata a quella del gap lavorativo in senso lato. Dobbiamo rivalorizzare l’esperienza del lavoro femminile- avverte- perchè siamo il Paese dove è più basso il tasso di occupazione e più alto è il tasso di part-time involontario, una formula che va estirpata”. 

BONETTI: “SMART WORKING SIA EQUAL, NON NUOVO PART TIME INVOLONTARIO

“Un elemento che non rende ‘smart’ lo smart working è quando non è ‘equal’, cioè quando non è per donne e per uomini. Se lo smart working è una sorta di forma innovatrice del part-time involontario è evidente che è ulteriormente disincentivante per le carriere e il lavoro femminili. Deve essere una forma innovativa di lavoro che va usato per donne e uomini e deve essere foriera di possibilità di crescita, di acquisizione di competenze e di carriera, altrimenti è una forma di lavoro sottoqualificato, che però per me a quel punto non è davvero ‘smart'”, ha dichiarato la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia. 

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