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Migranti, si getta in mare dalla nave-quarantena a Porto Empedocle e muore

L'uomo, di origine tunisina, si trovava a bordo della nave Moby Zazà ferma in rada in provincia di Agrigento

Pubblicato:20-05-2020 11:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:21

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PALERMO – Un migrante di nazionalita’ tunisina e’ morto gettandosi dalla nave-quarantena ‘Moby Zaza” ferma in rada a Porto Emepdocle, in provincia di Agrigento. L’uomo si e’ gettato dalla nave attorno alle 4:40 del mattino: il suo corpo e’ stato ritrovato da una delle due motovedette della guardia costiera di stanza a Porto Empedocle subito uscite in mare per la ricerca dopo l’allarme lanciato dalla ‘Moby Zaza”.
Il corpo e’ stato trascinato dalla corrente fino alla foce del fiume Naro, a est di Porto Empedocle, dove e’ stato recuperato attorno alle 10. L’uomo indossava una cintura di salvataggio.
Nelle ricerche sono stati impegnati anche un elicottero della guardia costiera appartenente al Nucleo aereo di Catania e due motovedette della guardia di finanza di stanza a Porto Empedocle.
Sulla vicenda indaga la Procura di Agrigento.

SEA WATCH: NAVE QUARANTENA NUOVA PRIGIONE PER I NAUFRAGHI

“Poteva essere accolto a terra ma e’ morto su una nave-quarantena, l’invenzione creata dal governo al solo scopo di giustificare la decisione incomprensibile di dichiarare non sicuri i porti italiani. Per i naufraghi si e’ rivelata una nuova prigione”. Cosi’ in un tweet l’ong Sea-Watch in merito all’incidente avvenuto stamani davanti Porto Empedocle: un uomo di nazionalita’ tunisina, che con decine di altri migranti scontava la quarantena sulla nave da crociera Moby Zaza su disposizione del ministero dei Trasporti, si e’ gettato in acqua. A nulla e’ servito l’intervento delle motovedette di Guardia Costiera e Guardia di Finanza: l’uomo e’ stato recuperato privo di vita. Sea-Watch, come altre ong, tuttavia, sostiene che persone che hanno affrontato esperienze traumatiche, fuggendo da contesti di conflitto e violenze, dovrebbero ricevere un’assistenza migliore, a terra.


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