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Alla camera ardente di Pannella un monaco buddista prega per la sua rinascita VIDEO

Dopo la deposizione di sciarpe bianche di seta della tradizione tibetana sul feretro, il canto è stato intonato nella camera ardente

Pubblicato:20-05-2016 17:30
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:45

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ROMA – Una preghiera per una buona rinascita, a 49 giorni da oggi quando, secondo la tradizione buddista, l’anima si reincarna. L’ha intonata il Ghesce Thupten Dargye, monaco buddista, dottore della ricerca dell’Istituto Samantabhadia che Marco Pannella frequentava assiduamente, accompagnato da una suora buddista. Dopo la deposizione di sciarpe bianche di seta della tradizione tibetana sul feretro, il canto è stato intonato nella camera ardente allestita nella sala Aldo Moro di Montecitorio dove una fila interminabile di persone sta visitando il leader Radicale.

monaco buddista pannella 2

“Il canto è per ispirare illuminazione e una buona rinascita”, spiega Marisa Burns del centro culturale tibetano Tso Pema di Roma, che accompagna il monaco e la suora, “è un canto rivolto al Buddha Cenrezig, il Buddha della compassione”.




Il canto “accompagnato dal mantra ‘Om mani pedme hum’, andrebbe ripetuto per 49 giorni, dopo i quali se l’anima non ha attaccamento alla terra ha luogo la rinascita”, però “ho pregato perché rinasca bene in forma umana, ma ho pregato anche per tutto il mondo- precisa il Ghesce Thupten Dargye- perché la pace nasca in tutta la gente”. Per parte sua, Burns aggiunge solo: “sono mezza americana e vivo in Italia da 35 anni, non riesco a immaginare un’Italia senza Pannella, è una perdita enorme per il Paese e tutta l’umanità”.

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