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La Regione al Governo: “Sbloccare i fondi del piano rurale”

GENOVA - "Entro il 30 giugno il governo

Pubblicato:20-05-2016 12:10
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:45

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regione liguriaGENOVA – “Entro il 30 giugno il governo sistemi il portale per accedere ai finanziamenti del Psr (Piano sviluppo rurale 2014-2020) o apriremo i bandi in forma cartacea e qualcuno si assumerà la responsabilità di quello che accadrà sui territori”. Lo annuncia l’assessore all’Agricoltura della Regione Liguria, Stefano Mai, sottolineando che “l’Italia è bloccata per questo sistema che non parte. E’ un problema enorme: nella nostra stessa situazione ci sono altre 12 Regioni”. La Liguria si è aggiudicata 113 milioni di fondi europei ma la procedura di assegnazione, totalmente informatizzata, dipende dal Siam (Sistema informativo agricolo nazionale) gestito dall’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura, utilizza da tutte le Regioni che non hanno costituito un proprio organismo pagatore) che non ha ancora inserito sul portale la disponibilità di accedere ai finanziamenti per tutte le misure previste dai bandi. “Sezioni per noi fondamentali che riguardano investimenti, muretti a secco, agevolazioni per i giovani, assistenza tecnica- accusa l’assessore- non sono ancora state messe online e rischiano di far perdere un altro anno a chi ha necessità di questi finanziamenti e li sta aspettando dal 2014”. Secondo Mai “la cosa più assurda è che abbiamo in cassa questi soldi e abbiamo le aziende che ne vorrebbero usufruire ma non possono farlo perché il portale non è pronto. Non possiamo più sopportare questa situazione”.  Il presidente di Coldiretti Liguria, Gerolamo Calleri, sottolinea che i fondi del Psr servirebbero anche per “creare nuovi posti di lavoro in agricoltura, artigianato e piccola industria” e sono fondamentali perché “un territorio sano, presieduto dall’agricoltura, non riserva brutte sorprese e porta benefici anche al turismo”. Tra gli interventi che più attendono questa linfa economica, l’assessore Mai ricorda “misure a sostegno dei produttori del latte, dell’agricoltura biologica, per il ripristino delle aree esondate: tutte opere che aiuterebbero le aziende a rilanciarsi, diventare più forti, essere più concorrenziali”.

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