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Sit-in delle donne per il consultorio di Pietralata, delegazione ricevuta dalla Asl Roma 2

Manifestazione del Coordinamento delle assemblee dei consultori delle donne e libere soggettività del Lazio

Pubblicato:20-04-2021 20:09
Ultimo aggiornamento:10-06-2021 10:27

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ROMA – ‘Le magie della Asl Rm2. Smembrano il consultorio, ma dicono il consultorio c’è’. ‘Voi smembrate i consultori, noi li occupiamo’. Sono le parole scritte dalle attiviste del Coordinamento delle assemblee dei consultori delle donne e libere soggettività del Lazio sui cartelli appesi stamattina assieme a braccia, gambe e busto di un manichino femminile sulle ringhiere del consultorio di via di Pietralata 497, nel quartiere Tiburtino a Roma, durante il sit-in organizzato con Non Una Di Meno per dire no allo “smembramento del consultorio”, dove presto sorgerà una Casa della Salute, e per protestare contro la scelta di “trasformare quello di via Cambellotti in un centro vaccinale anti-Covid”. 

Una decisione “inaccetabile” per le attiviste, perché “riusciamo a farne riaprire uno e nel frattempo ce ne smantellano altri due– denuncia un’attivista al megafono lungo il marciapiede di via Pietralata, all’angolo con via Pomona- È l’ennesima presa in giro che la Regione Lazio sta facendo nei confronti delle donne e delle libere soggettività. A noi sta benissimo la ristrutturazione della struttura (per ora risulta finanziato solo il rifacimento delle facciate, ndr), ma perché smantellare il consultorio e spostare alcuni servizi, rompendo l’unità, anche dell’équipe?”. Proprio sull’importanza dell'”unità del conultorio” e di un accesso separato rispetto alla futura Casa della Salute, il Coordinamento ha focalizzato il suo intervento nel corso dell’incontro con la dottoressa Patrizia Magliocchetti, dirigente della Uoc Tutela della Salute della Donna e dell’Età evolutiva della Asl Rm2, che ha ricevuto una delegazione in uno dei locali del civico 497. 



consultorio pietralata 2

“La Casa della Salute- spiega Magliocchetti- è un programma sanitario fatto a monte dal ministero per offrire una sanità di prossimità, evitando l’accesso improprio al Pronto Soccorso soprattutto dei malati cronici. Non è un poliambulatorio. La povertà degli edifici disponibili nel Municipio IV ha determinato che questo fosse individuato come il più grande e il più bello, ma l’ingresso al consultorio- assicura- resterà separato e i servizi gratuiti”. 

La vera criticità, però, per le attiviste riguarda gli spazi. “Attualmente sono 15, col nuovo progetto ne resteranno sette qui, più dieci in un edificio dall’altra parte della strada“, fa sapere Magliocchetti. 

Un’ipotesi che si scontra con l’esigenza di unità rivendicata dalle assemblee delle donne, “fondamentale” specie “dal punto di vista informativo nei confronti dell’utenza”, sottolinea Rita, ex operatrice di consultorio e attivista del Coordinamento. 


consultorio pietralata 2

Su quello di via Cambellotti, dove ad oggi il presidio socio-sanitario femminile ha lasciato il posto a un centro vaccinale anti-Covid, la dirigente della Asl Rm2 chiarisce: “Abbiamo ceduto temporaneamente alcune stanze che mi sono state chieste in attesa dell’apertura della Nuvola per vaccinare gli ultraottantenni, che, per ragioni pratiche, devono farlo in spazi di prossimità. Si tratta di un’intesa momentanea per cercare di far fronte a questo momento di pandemia”. E assicura che il consultorio sarà ripristinato non appena possibile. 

Toccato nel confronto anche il tema dell’obiezione di coscienza e della Ru486, somministrata in via di Pietralata e in un altro consultorio della Asl Rm2: “Anche quest’anno abbiamo inviato una pec, stavolta agli uffici amministrativi, per conoscere quanti obiettori ci sono nei consultori e nei reparti di Ginecologia e Ostetricia degli ospedali della Regione Lazio- spiega Alessandra, dell’assemblea dei consultori della Asl Rm6 Castelli- È emerso che nei consultori della sola Asl Rm2 ci sono 15 obiettrici su 36 operatrici ostetriche e su 22 dirigenti Uoc Tutela salute della donna quattro sono obiettori. All’ultimo tavolo regionale il 3 marzo, ci è stato chiaramente dichiarato che gli obiettori nei consultori non possono stare, in base alla legge 194 e al decreto 152 a firma Zingaretti. Quindi noi chiediamo un trasferimento immediato del personale obiettore dei consultori presso gli ospedali, soprattutto ora che daranno la Ru486”. 

Quest’anno ho mandato io a tutti i ginecologi i moduli da riempire sull’obiezione e poi li ho inviati alle direzioni sanitarie– risponde Magliocchetti- Il 31 dicembre del 2020 c’è stata la determina regionale che inserisce l’ivg nei consultori con la Ru486″, dice. Ed è lì che, secondo la dirigente, si inserisce l’obiezione, che nel 2019 non era stata registrata. 

“Non è il medico che non può essere obiettore- sottolinea- è la struttura che non può essere obiettrice”. Ma le attiviste non ci stanno: “Il personale obiettore nei consultori- conclude Alessandra- deve sparire o quanto meno essere trasferito in ospedale”.

ASSEMBLEE DONNE CONSULTORI: “VIA PIETRALATA RESTI UNITO

“Le risposte della Magliocchetti ci hanno soddisfatto, nel senso che ci ha informato esattamente sul progetto. È il progetto che non ci soddisfa assolutamente, anzi, come Coordinamento abbiamo comunicato una posizione assolutamente contraria alla sua realizzazione”. Così all’agenzia di stampa Dire Mari, attivista del Coordinamento delle assemblee dei consultori delle donne e libere soggettività del Lazio, al termine dell’incontro con Patrizia Magliocchetti, dirigente della Uoc Tutela della Salute della Donna e dell’Età evolutiva della Asl Rm2, che ha ricevuto una delegazione del Coordinamento oggi in presidio davanti al consultorio di via di Pietralata 497 che presto ospiterà una Casa della Salute.

“Il progetto è quello che abbiamo denunciato con il presidio, cioè lo smembramento di questo consultorio, che verrebbe diviso in due parti- aggiunge- Abbiamo ribadito quanto sia importante per noi l’unicità dello spazio del consultorio, l’unica che consente davvero la possibilità di uno spazio circolare di informazione. Ogni presenza all’interno del consultorio è legata all’altra- osserva l’attivista- perché non è un mettere insieme di ambulatori, ma un progetto preciso che riguarda la salute integrale della persona. Abbiamo ribadito che come Coordinamento vogliamo un incontro con i responsabili della Regione, i dirigenti di questa Asl e la Magliocchetti, per ribadire questa nostra posizione e impedire lo smembramento di fatto, perché pensiamo che sia un primo passo verso la divisione e il discorso ambulatoriale, di questo che per noi non è un servizio”.La posizione del Coordinamento “non è contraria alla Casa della Salute- precisa l’attivista- Nel nostro discorso sui consultori abbiamo sempre ribadito che i presidi socio-sanitari territoriali, soprattutto quelli di prevenzione, sono importanti e che la catastrofe che si è generata è stata proprio determinata dai tagli e dalla centralizzazione dei servizi ospedalieri. Ma abbiamo anche visto che per aprire questi servizi, invece di trovare la possibilità di altri spazi disponibili immediatamente, si smembrano, si spostano o si chiudono i consultori”.

Una strategia, per le assemblee delle donne, volta a colpire questi presidi “perché danno fastidio e sono veramente un servizio socio-sanitario che risponde alla salute integrale della persona”. Infine, sull’obiezione conclude: “Sappiamo perfettamente che con la Ru486 si sta cercando di inserire questo discorso all’interno dei consultori. Rifiutiamo questa logica e ribadiamo il fatto che la Regione debba dire chiaramente che all’interno dei consultori l’obiezione non è assolutamente possibile”.

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