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Tre anfore romane ritrovate nel mare di Mondello

Databili tra il secondo secolo avanti Cristo e il secondo secolo dopo Cristo si trovavano a circa cento metri di distanza dall'antico stabilimento balneare della borgata, a una profondità di dodici metri

Pubblicato:20-04-2021 12:36
Ultimo aggiornamento:20-04-2021 12:38
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PALERMO – Tre anfore romane, databili tra il secondo secolo avanti Cristo e il secondo secolo dopo Cristo, del tipo ‘Dressel 2/4’ con bordo arrotondato e anse bifide, sono state ritrovate nello specchio d’acqua antistante a Mondello, borgata marinara di Palermo, grazie all’attività di monitoraggio e vigilanza della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana. Le anfore, che si trovavano a circa cento metri di distanza dall’antico stabilimento balneare della borgata, a una profondità di dodici metri, sono state individuate da Stefano Vinciguerra, coordinatore del gruppo subacqueo della SopMare, nel corso di un’immersione.

“È una stagione molto fortunata per l’archeologia subacquea – dice l’assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà -. Nell’arco di pochi mesi nelle acque della Sicilia sono stati individuati, e in molti casi recuperati, importanti reperti relativi a diversi periodi storici: dall’antichità alla prima metà del Novecento. Appena dieci giorni fa, infatti, nelle acque antistanti Ognina, a Siracusa, è stato individuato un aereo risalente alla seconda guerra mondiale. Un ambito, quello in cui opera la SopMare, di grande importanza per il governo regionale che sta dedicando sempre maggiore attenzione all’attività di ricerca e di valorizzazione del patrimonio sommerso, rafforzando le collaborazioni con organismi nazionali e internazionali.

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Questo – aggiunge Samonà – ci consente di arricchire il bagaglio di conoscenze storiche sul Mediterraneo ma anche di offrire, attraverso gli itinerari subacquei, un’opportunità unica di conoscere la Sicilia attraverso il mare e di trasmettere questa ricchezza culturale ai nostri giovani”. “Il ritrovamento delle tre anfore nel golfo di Mondello – dice la soprintendente del Mare, Valeria Li Vigni -, a conferma dello studio avviato da Sebastiano Tusa, testimonia che in questo specchio di mare sono conservate innumerevoli microstorie che attendono solo di essere portate alla luce. La diacronia dei materiali provenienti dalle precedenti indagini in questo sito, conferma i continui naufragi in epoche diverse. Il rinvenimento è frutto della passione di validi collaboratori della SopMare, che hanno salvato da probabili depredazioni una testimonianza fondamentale della presenza di un relitto romano nel golfo di Mondello. Intendiamo proseguire la ricognizione del sito e mettere in sicurezza eventuali ulteriori ritrovamenti. La nostra attività, volta alla conoscenza, tutela e valorizzazione, ci aiuta a scoprire nuovi tasselli del grande mosaico della nostra storia”.


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