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FOTO | Coronavirus, il porta a porta dei giovani italo-cinesi contro i pregiudizi

L'attivista di Ugic: "Abbiamo distribuito mascherine nelle buche delle lettere e postato un video per 'liberarci dai pregiudizi'"

Pubblicato:20-04-2020 17:52
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:10

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UGIC


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ROMA –A Firenze, da quando è iniziata l’epidemia di coronavirus, noi dell’Unione giovani italo-cinesi in Italia abbiamo distribuito decine di migliaia di mascherine alla popolazione. A febbraio abbiamo anche realizzato un video contro i pregiudizi contro la comunità cinese che ha raggiunto anche Pechino e ci è valso un invito da parte dell’ambasciata di Cina per andare al Quirinale. Se tutto questo lavoro ha scalfito i pregiudizi? Non penso, sento ancora dire che il coronavirus ‘è colpa dei cinesi’. Non è facile far cambiare idea alle persone. Ma sulla nostra pagina Facebook stiamo ottenendo un grande riscontro”.

UNIONE GIOVANI ITALO-CINESI (UGIC)

Massimiliano Martigli Jiang è un attivista di 29 anni, nato in Cina e residente da quando ne aveva sette nel capoluogo toscano. Nel 2016 ha fondato assieme ad altri ragazzi l’Unione giovani italo-cinesi (Ugic), subito dopo gli scontri tra le forze dell’ordine e i lavoratori cinesi nei capannoni industriali di Sesto Fiorentino.

“Abbiamo cominciato fornendo traduzioni per i cinesi e favorendo i rapporti tra la comunità e gli enti locali, perché spesso le tensioni nascono dalla mancanza di comprensione” racconta Martigli Jiang all’agenzia Dire.

Che rispetto al nuovo coronavirus aggiunge: “Abbiamo acquistato a spese nostre mascherine da inviare in Cina e poi, quando l’epidemia ha raggiunto l’Italia, abbiamo iniziato a distribuirle porta a porta. Le lasciamo nella buca delle lettere, oppure le consegniamo alle forze dell’ordine o al personale del Comune”.

GENERAZIONI A CONFRONTO

Un’iniziativa documentata sulla pagina Facebook del gruppo, che conta più di 5.000 follower. Di fronte all’emergenza, spiega il responsabile di Ugic, tanti giovani arrivati qui da bambini o nati da famiglie cinesi hanno voluto dare il proprio contributo.

“A differenza della precedente generazione conoscono bene la lingua, studiano e sono integrati” dice Martigli Jiang. “Le famiglie arrivate qui spesso non hanno il tempo per fare altro, perché dovevano concentrarsi sul lavoro”.

“LIBERAMI DAI PREGIUDIZI”

Secondo l’attivista, con l’arrivo di Covid-19, gli italiani hanno cominciato a evitare i ristoranti o i negozi cinesi per paura del contagio. “così abbiamo realizzato un video che ha attirato l’attenzione di tanti giornalisti, dalle Americhe all’Europa, passando per Cina e Filippine” dice Martigli Jiang, che nel filmato figura bendato e con indosso la mascherina, fermo in strada, con un cartello che recita “Liberami dai pregiudizi”. Nel video, in tanti si fermano, attirati dall’iniziativa.

L’INTEGRAZIONE PASSA ANCHE DALLO SPORT

Secondo Martigli Jiang, l’integrazione va realizzata anche in ambito sportivo attraverso l’associazione di cui è presidente, la Yihua Sport, che promuove tornei a Firenze e in altre città. Si va dalla pallavolo al calcio a sette fino al ping pong, bowling e go cart. L’ultima trovata? “Squadre composte in prevalenza da persone di origine cinese ma che possono comprendere anche stranieri, tra cui gli italiani” risponde il giovane attivista: “Ci si deve abituare a giocare insieme, sempre”.

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