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Trattativa Stato-mafia, Pino Maniaci: “4-0 per la Procura”

La sentenza sulla trattativa Stato-Mafia e' arrivata il giorno dopo il blitz contro Matteo Messina Denaro

Pubblicato:20-04-2018 17:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:47

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ROMA – “4-0 per la Procura” dice Pino Maniaci il cronista antimafia, direttore dell’emittente tv siciliana Telejato. Contattato dall’agenzia Dire, ha commentato cosi’ la sentenza della Corte di Assise di Palermo che ha condannato, per la cosiddetta trattativa Stato-Mafia, Mario Mori e Antonio Subranni a 12 anni, Giuseppe De Donno a 8 anni, Massimo Ciancimino, anche lui 8 anni, i boss Leoluca Bagarella, 28 anni, e Nino Cina’, 12 anni, Marcello Dell’Utri, 12 anni. Assolto, invece, dall’accusa di falsa testimonianza l’ex ministro Nicola Mancino mentre sono prescritte le accuse al pentito Giovanni Brusca.

“Non mi aspettavo questa sentenza”

“4-0 per la Procura, la tesi accusatoria ha retto- ha ribadito Maniaci- Mentre il ruolo di Mancino era evidentemente marginale. Parliamo di accuse pensanti, la sentenza ha stabilito che in quel periodo la trattativa c’e’ stata, connessioni tra pezzi dello Stato e la mafia”. Maniaci era presente alla lettura della sentenza (“non c’era nessuno degli imputati, solo gli avvocati”), e non ha nascosto la sua sorpresa: “Non mi aspettavo questa sentenza. Mi aspettavo invece tantissime assoluzioni e che l’impianto probatorio non avrebbe retto”.

La sentenza sulla trattativa Stato-Mafia e’ arrivata il giorno dopo il blitz contro Matteo Messina Denaro

“E’ vivo, i mafiosi ridevano del fatto che potesse essere morto. Matteo e’ vivo. Qualcuno lo ha definito Padre Pio, qualcun’altro plaudeva al fatto del figlio di Di Matteo sciolto nell’acido”. Messina Denaro e’ vivo “e fa la spola tra Calabria e la Sicilia. Quello che non viene compreso e’ che dove c’e’ tanta fame, dove manca il lavoro, per la mafia e’ terreno fertile. In Sicilia il lavoro e’ precario, fare manovalanza per i mafiosi e’ terreno fertile”. Sicuramente, ribadisce il direttore di Telejato, “un trapanese a Palermo non vincera’ mai. La sua leadership si ferma nel trapanese. Un trapanese nel palermitano non entrera’ mai”.


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