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ROMA – Sfruttare di piu’ le foreste italiane per produrre mobili italiani con legno italiano, concorrendo pero’ anche a limitare il dissesto idrogeologico manutenendo le aree boscate. E’ questa la proposta del leader della Lega, Matteo Salvini dal Salone del Mobile di Milano che fa insorgere gli ambientalisti.
“Salvini era nel luogo giusto per capire che il settore legno e arredo e’ un punto di forza nel nostro Paese non perche’ si rifugia nel protezionismo ma perche’ sfrutta al meglio i mercati globali, realizzando prodotti di qualita’ e con alto tasso di innovazione. Il nostro Paese e’ il secondo al mondo per import ed export in questo settore, percio’ l’autonomia della materia prima non sarebbe possibile nemmeno tagliando tutti gli alberi d’Italia. Il tema della dipendenza dall’estero rimarrebbe sempre”. Antonio Nicoletti, responsabile Aree Protette di Legambiente, lo dice commentando le dichiarazioni di Matteo Salvini che dal Salone del mobile di Milano auspica che “il mobile italiano venga costruito partendo da legno italiano e non da legno importato” e che si sfruttino di piu’ le foreste italiane, anche nell’ottica di manutenerle fronteggiando cosi’ il dissesto idrogeologico e creando “100mila posti di lavoro”, ha sostenuto il leader della Lega.
Quello “su cui si puo’ migliorare- dice Nicoletti- e’ la qualita’ complessiva della filiera forestale, creando posti di lavoro si’ ma da una gestione sostenibile, certificando le foreste e combattendo l’illegalita’, soprattutto nella Regione in cui lui e’ stato eletto, e lo dico da calabrese”. Poi “si riduce l’importazione di prodotto legnosi se si aiutano le imprese magari riducendo l’Iva sulla legna da ardere o sul pellet da riscaldamento, oggi piu’ alta del gas di importazione”, avverte il responsabile Aree Protette di Legambiente.
“Prima di essere legno le foreste sono vita e che sono indispensabili per servizi ecosistemici legati al supporto e la regolazione dei cicli idrici, per generare ossigeno e catturare l’anidride carbonica. Che sono essenziali per l’assetto idrogeologico di una Paese fragile come l’Italia oltre che habitat pieni di biodiversita’ e quindi di vita. Il resto deve venire dopo”. Cosi’ il Wwf risponde a Matteo Salvini.
Nella nota si legge che “il Wwf per anni si e’ battuto per dare un vero significato al termine ‘made in Italy’ chiedendo che questo comprendesse solo l’attestazione di una produzione (intesa pero’ in ogni sua fase e non solo nell’assemblaggio finale), ma anche la certificazione delle materie utilizzate. Benissimo dunque se si vogliono promuovere mobili italiani realizzati con legno italiano, purche’ pero’ l’approvvigionamento della materia prima (cioe’ il legno) abbia un sistema di certificazione che attesti che i tagli vengano fatti in zone idonee, su piante selezionate e sostituite una volte abbattute. Dire semplicemente che c’e’ troppa burocrazia per l’utilizzo del legno italiano, significa da un lato ignorare le eccellenze della produzione di legno certificato che anche nel nostro Paese ci sono, da un altro la delicatezza di un sistema forestale ancora oggi a rischio speculazione. Dietro dunque uno slogan astrattamente condivisibile, mobili italiani con legno italiano, la risposta non sta nel taglio della burocrazia, ma nella gestione di una filiera produttiva virtuosa e sostenibile che deve rispondere ad un interesse pubblico prima ancora che ad interessi privati o di marketing”.
“Salvini non sa di che parla, non ne ha idea. Praticamente dice che siccome non si tagliano i boschi allora c’e’ il dissesto idrogeologico quando invece e’ esattamente il contrario”. Invece “una delle cause del dissesto e’ proprio il fatto che vengono tagliati gli alberi”. La senatrice Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto e Sinistra Italiana a palazzo Madama ed esponente di Liberi e Uguali.
“Forse e’ bene che prima di aprire la bocca cerchi di sapere di cosa parla- dice De Petris- i boschi italiani sono un grande serbatoio di carbonio, quindi sono fondamentali anche nella lotta ai mutamenti climatici, ma soprattutto sono il vero grande strumento contro il dissesto idrogeologico, esattamente il contrario di quel che dice Salvini. Sono poi l’elemento fondamentale nel nostro Paese per conservare la biodiversita’, che e’ alla base della vita”. Ovviamente, prosegue l’esponente di LeU, “i boschi devono essere gestiti, ma la cosa fondamentale e’ proteggerli. Poi c’e’ la gestione sostenibile, come quella del legno. In questo caso pero’ si tratta di tutt’altra cosa, sono coltivazioni”, i boschi cedui, che sono “una cosa completamente diversa”. Inoltre “il legno che si usa per i mobili deve essere tutto certificato perche deve venire da boschi a gestione sostenibile”, precisa. In tutto cio’ la cosa “piu’ importante e’ realizzare un sistema di assoluta protezione e conservazione” dei boschi italiani, auspica De Petris, “perche’ sono fondamentali per un Paese come il nostro, soprattutto perche’ e’ quello che ha un livello di dissesto idrogeologico altissimo e quindi a maggior ragione dovrebbero essere ancora piu’ protetti”. Comunque “ovviamente non avevamo mai avuto dubbi sul fatto che la Lega e Salvini non fossero degli ambientalisti- conclude- ne abbiamo avuta ampia dimostrazione in tutti questi anni, ma si dovrebbe stare attenti a cio’ che si dice, e si candidano a governare. Povera Italia”.
“Sono contenta che la Lega e Salvini abbiano scoperto la questione ambientale e la manutenzione del territorio. Speriamo se lo ricordino anche laddove governano – penso al Veneto e alla Lombardia – realta’Â nelle quali hanno promosso e sostenuto il ridensionamento dei parchi o la costruzione di nuove autostrade”. Rossella Muroni, deputata LeU, lo dice commentando l’esortazione di Matteo Salvini.
“Bisogna poi evitare le semplificazioni anche se mi rendo conto che pagano dal punto di vista elettorale purtroppo- prosegue Muroni- il taglio del bosco non e’ necessariamente manutenzione e il bosco non serve solo a fornire legna, ma custodisce la biodiversita’ e garantisce l’assetto idrogeologico del terrotorio. Salvini sa che in Italia nel 2017 sono andati in fumo 140.430 ettari di superfici boschive?” Vero invece, conclude la ex presidente di Legambiente, “che la green economy porta posti di lavoro: quando decideranno con chi governare riusciranno a metterlo al centro del programma?”.
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