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Ancora stallo, Mattarella si prende due giorni; Governo, spunta ipotesi Fico esploratore

Edizione del 20 aprile 2018

Pubblicato:20-04-2018 16:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:47
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ANCORA STALLO, MATTARELLA SI PRENDE DUE GIORNI

Il rebus per la formazione del nuovo governo ancora non si risolve. Dopo le consultazioni della presidente del Senato per verificare la possibilità di un esecutivo centrodestra-Movimento 5 stelle, Maria Elisabetta Casellati riferisce al presidente della Repubblica che la discussione con le forze politiche “ha consentito di evidenziare spunti di riflessione politica”. La presidente del Senato si è detta certa che il capo dello Stato “sapra’ individuare il percorso migliore da intraprendere”. Sergio Mattarella ha preso quindi due giorni di riflessione.

CENTRODESTRA NEL CAOS, TENSIONE SALVINI-BERLUSCONI

Alta tensione tra Berlusconi e Salvini alla fine del secondo giro di consultazioni. Il leader di Forza Italia attacca il M5s. “Sono il partito dei disoccupati e un pericolo per il nostro Paese- dice- gli italiani hanno votato molto male”. Poi apre le porte ad un governo di centrodestra che guardi al gruppo misto e ad alcuni esponenti del Pd. Infuriato Salvini: “Anche nel centrodestra- replica- c’è chi pensa a distruggere”. Il leader del Carroccio si dice disposto a tutto pur di evitare la nascita di un governo tecnico e avverte: “Noi mai con il Pd di Renzi e delle banche”.


SPUNTA IPOTESI FICO ESPLORATORE

Potrebbe essere Roberto Fico il prossimo a ricevere un mandato esplorativo da Sergio Mattarella. In quel caso il presidente della Camera, che è la terza carica dello Stato, avrebbe il compito di cercare intese col Pd e anche con Liberi e uguali. Verificare, insomma, la praticabilità del secondo ‘forno’, alla luce anche di qualche segnale di apertura mostrato da una parte dei democratici. Una strada, quest’ultima, che però potrebbe porre problemi all’interno del Movimento, riaprendo la rivalità fra Di Maio e Fico.

CUBA, PAYA’ (ESULE): NON CAMBIA NIENTE

“Il castrismo continuerà come prima”. È il commento di Carlos Alberto Payá, esule cubano, interpellato dal Sir sull’elezione a presidente dello Stato caraibico di Miguel Díaz-Canel. Anche se il Paese sarà guidato da una persona estranea alla famiglia Castro, per Payá, coordinatore in Spagna del Movimento cristiano di liberazione, “non cambia niente. Basti pensare- osserva- il metodo usato per eleggere il nuovo presidente, votato dal 99,93% di un Parlamento formato tutto da persone di un unico partito. A Cuba- conclude- mancano la libertà e la democrazia e le cose continueranno ad andare così”.

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