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In piazza Verdi a Bologna c’è un murales “intoccabile”. Perchè “cita la Resistenza”

Il murales è sulla facciata di palazzo Paleotti, di proprietà dell'Ateneo, ma ieri se n'è parlato a lungo in Consiglio comunale

Pubblicato:20-04-2017 11:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:08

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BOLOGNA – La Lega nord propone che tutti i consiglieri comunali vadano a cancellare il murales contro le Forze dell’ordine fatto dai collettivi in piazza Verdi. Il Pd boccia la proposta, perchè i muri su cui campeggia il disegno sono di proprietà dell’Alma Mater di Bologna. Ma la vera bagarre in aula scatta quando Federico Martelloni di Coalizione civica chiede al Carroccio di ritirare l’ordine del giorno, perchè quel murales “inneggia alla Resistenza partigiana” e quindi la discussione cade “in un momento infelice”, mancando pochi giorni al 25 aprile. Il parallelo ha infiammato così il dibattito ieri in Consiglio comunale, al punto che alla fine il documento non viene neanche votato per sopraggiunti limiti di tempo (la seduta chiude alle 18). Il caso nasce dall’ordine del giorno presentato già qualche tempo fa dalla leghista Lucia Borgonzoni, “per invitare sindaco e Giunta a impegnare ogni singolo consigliere, col permesso della soprintendenza, a coordinarsi in un gruppo finalizzato a cancellare il murales di piazza Verdi”.

Federico Martelloni

Il disegno inneggia sia alla ‘cacciata’ della polizia dalla zona universitaria da parte del Cua, nel maggio 2013, sia alla ‘trincea’ di balle di fieno costruita in piazza l’anno scorso per protestare contro il leader del Carroccio, Matteo Salvini. Al centro del murales, la scritta a caratteri cubitali “Storia partigiana“. Il disegno è sulla facciata laterale di Palazzo Paleotti, di proprietà dell’Ateneo. Per questo, “non possiamo essere noi consiglieri a intervenire- sottolinea il capogruppo Pd, Claudio Mazzanti- secondo me, il rettore farebbe bene a cancellarlo. Ma se lo vuol fare, lo farà lui”. Il Pd era dunque pronto a bocciare l’odg della Lega. Poi, è intervenuto Martelloni. “Se c’è un modo di gettare benzina sul fuoco- sostiene l’esponente di Coalizione civica- è proprio un’iniziativa come questa”. Tra l’altro, sottolinea Martelloni, quel murales in piazza Verdi “sarebbe rifatto subito”. Dunque, “è irresponsabile che i consiglieri assumano questo ruolo di normalizzazione”. Insomma, per Martelloni si tratta di “una provocazione”. Oltretutto, aggiunge, è anche “infelice il momento in cui va a cadere la discussione”, visto che il murales “inneggia alla Resistenza partigiana” e tra pochi giorni si festeggia il 25 aprile.

Le parole di Martelloni fanno saltare sulla sedia più di un esponente Pd. La renziana Raffaella Santi Casali parla di “richiamo strumentale alla Resistenza. E’ una cosa stucchevole dire che il murales va mantenuto, come se fosse un monumento nazionale, solo perchè fa riferimento ai partigiani. La vera resistenza civile è quella dei residenti che tengono puliti i muri. E i partigiani avrebbero preso a schiaffoni chi scrive sui muri del centro”. A ruota interviene il dem Raffaele Persiano. “Non c’è niente di partigiano nel cacciare la Polizia da piazza Verdi- afferma- quel murales non ha niente a che spartire con il 25 aprile“. Sulla stessa linea anche il renziano Piergiorgio Licciardello e il capogruppo Fi Marco Lisei (“E’ un affronto alle Forze dell’ordine“), che per questo invita anche la maggioranza a votare il documento della Lega. “Quel murales è uno stupro alla città“, tuona l’esponente del Carroccio Mirka Cocconcelli. A stretto giro arriva anche la replica di Martelloni, per il quale “è grave che il Consiglio spenda tanto tempo a discutere di quel murales. Non dovremmo essere noi consiglieri a ergerci come censori dei contenuti di quel disegno”. E precisa: “Le mie erano osservazioni laiche, non di condivisione”.


di Andrea Sangermano, giornalista professionista

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