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Nardella e la ‘difesa’ di Palazzo Vecchio: “Ma quale messinscena, ho agito d’istinto”

Il sindaco di Firenze bacchetta chi insinua che il suo 'placcaggio' di un attivista di Ultima generazione fosse concordato

Pubblicato:20-03-2023 11:25
Ultimo aggiornamento:20-03-2023 11:25
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dario nardella foto comune firenze
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FIRENZE – Il blitz a Palazzo Vecchio una sceneggiata preparata a tavolino? Dario Nardella non ci sta. Perché sulla scia dell’ondata social e il clamore esploso dopo quella corsa affannosa e il placcaggio di uno dei due attivisti di Ultima generazione, c’è chi si è lanciato in commenti al veleno e insinuazioni (anche politiche). E la ricostruzione fa arrabbiare il sindaco di Firenze: “Se avessi fatto una cosa del genere si sarebbe saputo dopo qualche minuto”, sottolinea intervenendo a Rtl 102.5. Quello, sì, sarebbe stato uno scandalo e una vergogna per me e per la città. La trovo un’insinuazione ridicola; se non fosse ridicola sarebbe stato molto grave. Il fatto che io abbia potuto organizzare con i manifestanti una messinscena non so se fa più ridere o piangere. Invece, mi sembra una cosa piuttosto seria questo tipo di manifestazione”, tanto da porci un interrogativo: “Fino a quanto si può manifestare il proprio pensiero? Secondo me c’è un limite: danneggiare il patrimonio culturale è sicuramente un limite”. Una volta risposto ai detrattori, Nardella si misura con l’immagine del ‘supereroe’, quella che, tra il serio e l’ironico, è circolata vorticosamente tra meme e video montaggi: “Io eroe? No, non mi sento un eroe. Credo di aver fatto quello che avrebbero fatto in molti. Quando vedi una cosa del genere, avverti un pericolo imminente e anche una ferita profonda, e fai quel che ti dice il cuore. E per me Palazzo Vecchio è la casa di tutti, è come se fosse anche casa mia. Quindi ho fatto ciò che sentivo di fare, ma non mi sento assolutamente un eroe”.

Il sindaco si sofferma anche sulla reazione avuta subito il placcaggio dell’attivista: “Non mi sono permesso di fare violenza su nessuno, non ne sarei capace. Ho solo cercato di bloccare un’azione, uno sfregio e una violenza su un simbolo della cultura. Ho detto e riconosciuto che, una figura come me, che veste i panni dell’istituzione, non avrebbe dovuto dire quelle parolacce. Però ho agito d’impulso”.


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