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Il Garante dei detenuti a Poggioreale: tra le criticità omofobia e sovraffollamento

Nel rapporto ufficiale, pubblicato solo il mese scorso ed analizzato dall'agenzia Dire, si evidenziano diversi aspetti negativi. Ecco quali sono

Pubblicato:20-03-2018 14:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:39

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NAPOLI – Ai detenuti transessuali di Poggioreale, casa circondariale di Napoli, è consentito di frequentare i corsi scolastici tra le mura della struttura. Ma le discriminazioni omofobe, che riguardano “sia i detenuti che alcuni operatori del settore”, li costringono ad essere “esclusi da ogni attività lavorativa”.

La fotografia della struttura detentiva di Poggioreale è scattata dal garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma, che ha visitato le carceri della Campania lo scorso anno insieme a una delegazione dell’organismo.

Nel rapporto ufficiale, pubblicato solo il mese scorso ed analizzato dall’agenzia Dire, si evidenziano diverse criticità che riguardano il carcere, a partire dal sovraffollamento, un’emergenza che ritorna a farsi viva troppo spesso a Poggioreale. La capienza regolamentare dell’Istituto è di 1611 posti ma la chiusura di due reparti, per lavori di ristrutturazione in corso, ne rende effettivamente disponibili 1467: al momento della visita (marzo 2017) della delegazione “si registrava la presenza di 2061 persone detenute e, di conseguenza, un affollamento pari al 140,29%”, si legge nel rapporto del Garante. Dei 12 padiglioni, solo uno, “Firenze”, ristrutturato di recente, risponde agli standard europei. Negli altri, evidenzia Palma, “gli ambienti appaiono complessivamente fatiscenti e per molti aspetti degradati, viste le condizioni dei servizi igienici, la mancanza di docce nelle stanze, la promiscuità assoluta tra lo spazio della cucina e il bagno, l’umidità degli ambienti rivelata dalla presenza di muffa sulle pareti e sui soffitti” anche se “la situazione è stata affrontata dalla Direzione mettendo in programma diversi e ampi interventi di risanamento e manutenzione straordinaria”.


Le aule scolastiche “solo eufemisticamente possono essere definite come estremamente carenti”, dato che sono disponibili solo due spazi per 2000 detenuti.

La visita del Garante nazionale ha riguardato anche il reparto “Roma”, un edificio articolato su quattro piani che ospita le persone transessuali, i detenuti sieropositivi, i tossicodipendenti in cura al Sert e i cosiddetti “sex-offender”, detenuti per reati sessuali.

Lo spazio che accoglie i transessuali è un ambiente “poco accogliente”, così lo definisce il Garante “dove le stanze sono in condizioni degradate e i bagni necessitano di lavori di manutenzione ordinaria nonostante la ristrutturazione recente”.

Nella sezione al terzo piano, dove si trovano quelle persone che si sono macchiate di reati di tipo sessuale, “le stanze sono molto grandi (fino a 12 persone). La presenza di una sola tv e un solo bagno – si legge nel rapporto – rendono la convivenza difficoltosa. I detenuti del reparto, in quanto inseriti in un regime “protetto”, non sono autorizzati a frequentare gli ambienti comuni e sono costretti a svolgere tutte le attività trattamentali in una piccola stanza polivalente”. Palma ha raccomandato all’Amministrazione penitenziaria di allineare progressivamente gli Istituti della Campania, compreso Poggioreale, agli standard internazionali sul limite dei tre metri quadri per detenuto, una soglia al di sotto della quale “si ha forte presunzione di violazione dell’articolo 3 della CEDU (Convenzione europea dei diritti dell’uomo, ndr) con il rischio di condanna per trattamento inumano e degradante”. Alla casa circondariale si chiede, tra l’altro, di “risolvere le criticità delle persone transessuali e garantire alle persone con disabilità l’accesso a ogni luogo consentito”.

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