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Castellaneta (Uniba): “Per l’Ue il giornalismo vuol dire democrazia”

La docente di Diritto internazionale è responsabile scientifica del corso di formazione del Parlamento europeo per giovani giornalisti, content creator e operatori dell'informazione che si terrà nella sede della Dire

Pubblicato:20-02-2023 13:20
Ultimo aggiornamento:20-02-2023 13:20
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ROMA – Non c’è democrazia senza libertà di stampa e per questo dopo gli assassinii di reporter degli ultimi anni, da Daphne Caruana Galizia a Jan Kuciak, da Giorgos Karaivaz a Peter De Vries, l’Unione Europea considera sempre più i giornalisti come “patrimonio” da tutelare: così Marina Castellaneta, professoressa di Diritto internazionale presso l’Università di Bari e blogger sul diritto dell’Ue. La docente, collaboratrice del quotidiano Il Sole 24 Ore, è responsabile scientifica di un corso di formazione del Parlamento europeo rivolto a giovani giornalisti, content creator e operatori dell’informazione in programma il 2, 3 e 4 marzo a Roma, nella redazione dell’agenzia Dire.

“Quando si è creato un allarme per la libertà di stampa a seguito delle uccisioni di cronisti di valore a Malta, in Slovacchia, in Grecia o in Olanda – sottolinea Castellaneta – le istituzioni europee hanno deciso di rafforzare le tutele mettendo a disposizione una serie di strumenti”. Secondo la professoressa, “l’Ue ha modificato i parametri di riferimento del rispetto della ‘rule of law’ negli Stati membri e ha chiesto ai governi nazionali di relazionare ogni anno sul livello della libertà di stampa“.

Il principio, riferisce Castellaneta, è che “un Paese rispetta gli standard democratici quando rispetta la libertà di stampa” e che “se all’interno del Paese la soglia si abbassa troppo viene lanciato un allarme”. La tesi della docente è che gli strumenti di tutela sono diversi e che nel futuro se ne aggiungeranno di nuovi. “C’è lo European Press Freedom Act in via di approvazione”, dice Castellaneta, “e poi la normativa contro le querele temerarie, che mira a bloccare i procedimenti giudiziari abusivi contro i reporter”.


Un altro fronte è quello delle “ingerenze straniere“. “Il Parlamento Ue – ricorda Castellaneta – ha esortato ad adottare una strategia comune europea, fondata su un maggior sostegno ai media indipendenti, ai ricercatori e ai professionisti impegnati nella verifica dei fatti”.

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