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FOTO | Antisemitismo, appello da Bologna: “Fiaccole anti-odio sempre accese”

In più di 300 hanno risposto ai recenti rigurgiti antisemiti in Italia, che non hanno risparmiato neanche la città felsinea

Pubblicato:20-02-2020 16:35
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:01
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BOLOGNA – “Non spegniamo queste fiaccole. Spegniamole stasera, ma riaccendiamole ogni giorno”. Così, con questo appello, si è conclusa ieri sera la fiaccolata per dire ‘no’ all’odio a Bologna. In più di 300 hanno risposto ai recenti rigurgiti antisemiti in Italia, che non hanno risparmiato neanche la città felsinea. Proprio qui un ex insegnante, figlio di un combattente polacco che contribuì a liberare il capoluogo emiliano durante la Seconda guerra mondiale, si è trovato la stella di David di fianco al portone di casa. Così è stato lo stesso Henri-Emmanuel Lederman, questo il suo nome, a promuovere, con il contributo delle reti di associazioni e delle istituzioni, un corteo silenzioso contro l’odio, che ha sfilato ieri per le strade della città. Accanto a lui, in piazza anche c’era anche Marcello Segre, che a Torino si è trovato sotto casa la scritta “Juden” con tanto di stella a sei punte.











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“Bologna è città di cultura e lo dimostra- dice Segre alla folla in chiusura dell’evento- non spegniamo queste fiaccole. Spegniamole stasera ma riaccendiamole ogni giorno. Questo è quello che noi dobbiamo fare. Mai perdere quella memoria, mai cancellarla, perchè c’è stata e nessuno la deve poter cancellare. Basta con le parole d’odio”. 











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A Bologna ci sono stati vari episodi di antisemitismo, l’ultimo è stato la scritta “Juden” comparsa in via Piella, e appunto la città ha risposto ieri, fiaccole in mano, con una manifestazione partita dal centro Zonarelli in San Donato e arrivata fin sotto il Nettuno. In testa, lo striscione “Bologna cammina per la pace”. Erano più di 300 i cittadini che per le strade hanno portato una fiaccola di pace. Numerose le istituzioni presenti, a partire dal sindaco Virginio Merola, fino ai rappresentanti della società civile, come il fondatore delle Cucine popolari Roberto Morgantini. In particolar modo erano presenti le comunità religiose: il vicario generale della Curia monsignor Giovanni Silvagni, Yassine Lafram, coordinatore della Comunità islamica, Daniele De Paz, presidente della Comunità ebraica, quest’ultimo con una fascia al braccio raffigurante la stella di David. Presenti anche Matteo Lepore, Elly Schlein, Antonio Mumolo, Igor Taruffi e due dei quattro fondatori delle Sardine di Bologna.

“Bologna è città di cultura e lo dimostra- dice Segre alla folla in chiusura dell’evento- non spegniamo queste fiaccole. Spegniamole stasera ma riaccendiamole ogni giorno. Questo è quello che noi dobbiamo fare. Mai perdere quella memoria, mai cancellarla, perchè c’è stata e nessuno la deve poter cancellare. Basta con le parole d’odio”. 













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