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Appalti della Marina Militare pilotati, 12 arresti a Taranto

Tra gli indagati ci sono diversi imprenditori, due ufficiali della Marina Militare e due dipendenti civili sempre della Marina

Pubblicato:20-02-2020 13:58
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:01
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BARI – Le dodici persone raggiunte da una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Taranto, Benedetto Ruberto, sono considerate responsabili – a vario titolo – di associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti, corruzione e furto aggravato.

Tra loro ci sono diversi imprenditori, due ufficiali della Marina Militare e due dipendenti civili sempre della Marina. Le indagini, condotte dai militari dal nucleo di Polizia economico finanziaria di Taranto, hanno riguardato l’aggiudicazione degli appalti relativi ai lavori di ammodernamento e riparazione di unità navali in dotazione alla Marina militare di Taranto.

Per la procura gli indagati facevano parte di “un’associazione per delinquere in grado di pilotare a proprio favore le aggiudicazioni degli appalti banditi dall’Arsenale e dalla Stazione Navale della Marina Militare di Taranto – spiegano gli inquirenti – riuscendo così ad aggiudicarsi da ottobre a a dicembre 2018, 15 appalti per un totale di 4 milioni e 800mila euro”.


In particolare, dalle indagini è emerso che per una gara di circa 3 milioni di euro relativa ai lavori di ammodernamento della flotta, è stato fatto “un frazionamento artificioso degli appalti originari in 11 gare per garantire a ogni società gestita dagli imprenditori, di aggiudicarsi una equa porzione dei lavori e di conseguire un maggior guadagno”.

Le ripartizioni avvenivano in luoghi considerati dagli indagati “sicuri” e in cui non venivano portarti i cellulari “per evitare problemi”, sostengono gli investigatori che hanno scoperto come l’ufficiale di Marina “veniva informato, puntualmente, sia dei nominativi delle imprese partecipanti alle varie gare, nonché del nome del vincitore concordato”.

I RUOLI DEGLI INDAGATI

Il dipendente civile dell’Arsenale in servizio presso l’ufficio amministrativo “a fronte di una tangente, comunicava il dettaglio dei bandi di gara in anticipo rispetto alla data di pubblicazione, consentendo agli stessi di avere un ampio margine di tempo per accordarsi”, si legge nell’ordinanza. L’altro ufficiale di Marina impiegato nell’ufficio efficienza navi ha ricevuto elettrodomestici e la ristrutturazione della casa da imprenditori a cui ha fatto “ottenere l’affidamento di lavori necessari alla stazione navale della Marina Militare di Taranto”.

Uno degli imprenditori finiti nell’inchiesta per risparmiare sulle spese dei materiali avrebbe corrotto “ripetutamente un responsabile dei magazzini ubicati all’interno dell’Arsenale, il quale ha permesso a un dipendente incaricato dal predetto imprenditore di asportare illecitamente, in più circostanze, beni di proprietà della Forza Armata che sono stati utilizzati per le lavorazioni a bordo delle unità navali e fatturati come forniti dalla società incaricata di effettuare i lavori”.

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