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Alitalia, Bevilacqua: “Fornitori-creditori non siano più figli di un dio minore”

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Pubblicato:20-02-2019 14:30
Ultimo aggiornamento:20-02-2019 14:30
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ROMA – “Lo Stato può dimostrare, smentendo gli scettici, di essere capace di fare impresa pubblica efficiente, di saper stare sul mercato e di esaltare contemporaneamente la sua funzione sociale di ammortizzatore e starter economico”. A sostenerlo è Nunzio Bevilacqua giurista d’impresa ed esperto economico internazionale.

“Guardare alle prossime generazioni per Alitalia vuol dire parlare non di salvataggio – di una compagnia di bandiera che tale non è più da tempo- ma di come il Paese vuol porsi rispetto al turismo internazionale e trasporto intermodale domestico”.

In questo modo, prosegue Bevilacqua, “il denaro pubblico rappresenterebbe non l’ennesimo odioso ripianamento di un buco ma un investimento strutturale strategico, anche con un eventuale ritorno, non più tabù, ad una reale compagnia di bandiera. Con manager del trasporto aereo nei ruoli chiave e in un’ottica dove, le analisi costi-benefici vedano in quest’ultimi un rientro di medio-lungo periodo in termini di turismo e commercio internazionale”.


Il problema vero, dice ancora l’esperto, “non è decidere se vendere, quale sia la soglia di ’svendita’ o se farla ricontrollare ad un soggetto pubblico ma dimostrare che si agisce, a livello di Governo, in maniera differente da un passato che non avendo dimostrato, neanche a livello privatistico, quei risultati auspicati, non ha per niente considerato il valore del nostro trasporto aereo fatto di hub, connessioni intercontinentali turistiche senza scali e di una qualità premium in termini di servizi e partner”. Quindi, conclude Bevilacqua, “meglio un impegno finanziario più rilevante per la componente pubblica, anche con raggiungimento di un controllo della Società, nell’ottica di un ‘piano di volo’ che segua il Dna della Compagnia con aumento/rinnovamento della flotta anche cargo, che più modeste iniezioni di liquidità senza una ben definita road map che aprirebbero la strada ad un opportunismo straniero”.

Se il governo del cambiamento “considera tutti i cittadini degni di tutela, lo Stato offra garanzie a tutela del livello occupazionale di Alitalia ma non si dimentichi, come si è fatto sempre in passato, dei piccoli investitori e di tutti i fornitori-creditori a rischio di fallimento e licenziamenti silenziosi, visti sempre come figli di un dio minore sacrificabili”.

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