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Consultori del Lazio, dalle assemblee la controinchiesta sui fabbisogni

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Pubblicato:20-02-2019 15:10
Ultimo aggiornamento:20-02-2019 15:10

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ROMA – Quali sono i servizi attivi nei consultori del Lazio? Da quanto tempo sono stati sospesi quelli non attivi? Qual è il monte ore settimanale dei vari servizi (ginecologia, psicologia, ostetricia, vaccini, spazio giovani, assistenza sociale, disturbi alimentari, affido e adozioni)? Che tipo di contraccettivi gratuiti vengono forniti e per quale fascia d’età? Quale accoglienza viene offerta alle donne straniere e a quelle che optano per l’ivg? Sono solo alcune delle domande del questionario anonimo che il Coordinamento delle assemblee delle donne dei consultori sta mettendo a punto per ottenere dati reali sulla situazione delle equipe dei consultori del Lazio da portare al prossimo tavolo che sarà convocato in Regione dopo l’8 marzo per discutere delle nuove assunzioni da mettere a bando in base ai fabbisogni delle varie Asl.

Una controinchiesta dal basso, che sarà realizzata consultorio per consultorio con le operatrici, da affiancare ai dati statistici che i direttori generali delle Asl stanno fornendo alla Direzione dell’assessorato alla Sanità per mettere a bando posti a tempo indeterminato sulla base di fabbisogni puntuali. “Sarà uno strumento- ribadiscono le donne in assemblea- che non andrà a validare i dati della Regione ma servirà alle assemblee per controllare se i posti messi a bando saranno sufficienti per garantire i servizi fondamentali”.


“Vogliamo fornire dati puntuali alla Regione Lazio per far sì che si arrivi ad un giusto equilibrio tra utenza del territorio e operatori e operatrici all’interno dei consultori- spiega alla Dire Gabriella Marando, dall’assemblea delle Donne di Resede- É un sondaggio informale che servirà a dimostrare alla Regione che i numeri forniti finora dai direttori delle Asl non sono sufficienti, a garantire servizi come lo spazio giovani, sparito in molti consultori. Per questo il 12 marzo saremo al Kant per parlare con i giovani che hanno sete di informazioni che purtroppo non trovano più all’interno dei consultori. Spesso- aggiunge- i direttori generali hanno messo i bastoni tra le ruote a noi che abbiamo riformato le assemblee delle donne, dicendo che non possono stare all’interno dei consultori, quando sappiamo che la legge 194 riconosce l’assemblea come organo interno del consultorio stesso, che non deve essere solo un posto dove medicalizzare le donne, ma anche un luogo sociale e culturale. Adesso la Regione ha messo nero su bianco che l’assemblea delle donne è un organo del consultorio- conclude Marando- e ci dà la possibilità di vigilare sulla formazione dei nuovi assunti”.

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