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Elezioni, Battistoni: “Mala gestione immigrazione crea insicurezza”

ROMA - "La sensazione è che fino adesso il problema dell'immigrazione è stato gestito molto male, non è un caso

Pubblicato:20-02-2018 15:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:30
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ROMA – “La sensazione è che fino adesso il problema dell’immigrazione è stato gestito molto male, non è un caso che le persone percepiscano un forte sentimento di insicurezza, circa il 50% delle persone avvertono il problema immigrazione come un problema anche e soprattutto di sicurezza”. Lo ha dichiarato Francesco Battistoni, candidato di Forza Italia al Senato nel collegio di Viterbo e Civitavecchia.

“Io credo che dobbiamo agire in maniera diversa– continua- dobbiamo essere in grado di dire le cose come stanno, le problematiche non possono essere scaricate sui comuni, ma ci deve essere una politica nazionale e internazionale. Anche perché quando il governo Berlusconi stringeva accordi con Gheddafi, gli sbarchi erano quasi assenti. L’abbiamo visto tutti, abbiamo vissuto tutti quella fase, caduto Gheddafi, caduto la Libia, è ripresa una grande ondata di migranti verso il nostro Paese”.

“Sposo appieno- aggiunge- quello che è stata la proposta del presidente Tajani di un grosso piano Marshall, un investimento in Africa per creare lì le condizioni per queste persone affinchè possano rimanere nel loro Paese, anche loro hanno il diritto di vivere una vita dignitosa nel loro. Fare questi viaggi della speranza, illuderli, facendo aumentare in maniera indiscriminata il numero di clandestini in Italia non serve a nessuno, quindi bisogna sicuramente reimbarcare subito i clandestini, anche perché non credo che l’Italia sia in grado di reggere ulteriori pressione migratorie”.


“Dobbiamo anche- prosegue- ridistribuire le quote all’interno degli Stati membri europei, ma soprattutto puntare veramente su questo piano Marshall perché solo così, creando delle condizioni di vita nel loro Paese, possiamo mettere le basi per una convivenza dignitosa e soprattutto giusta nei confronti di queste persone”.

“Accogliere per accogliere- conclude- non serve a nulla se uno accoglie senza dare una prospettiva. Non siamo in grado di accogliere più di tanto, già con le condizioni precarie dei nostri lavoratori, e dare prospettive lavorative, credo che pure da questo derivi questa alta percezione della gente di insicurezza, le persone non si sentono più sicure neanche dentro casa. Se andiamo a vedere la popolazione dei detenuti uno su tre è straniero, auindi il problema c’è, esiste, è reale e forse le politiche messe in atto fino adesso sono state fortemente inadeguate”.

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