NEWS:

Brexit, “Un giorno senza di noi”: in piazza per i migranti

ROMA - Nel giorno in cui la

Pubblicato:20-02-2017 13:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:55

brexit_3
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp


ROMA – Nel giorno in cui la Camera dei Lords comincia il dibattito sulla legge che dà alla premier Theresa May il potere di invocare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona (Brexit), proteste sono state organizzate in tutto il Regno Unito da cittadini europei e non preoccupati del loro status una volta che il divorzio dall’Unione europea diventerà realtà.

Questo 20 febbraio 2017 è stato soprannominato “One day without us”, “Un giorno senza di noi”, ovvero una giornata di mobilitazione nazionale per celebrare il contributo dei migranti al Regno Unito e coincide con la Giornata mondiale delle Nazioni Unite per la giustizia sociale. Mille cittadini europei si ritroveranno a Westminster, dove saranno accolti da 50 parlamentari, ai quali chiederanno di battersi perché venga garantito il loro diritto a rimanere nel Regno Unito una volta avvenuto il Brexit. Università, sindacati e gallerie d’arte, come la Tate e la Tate Modern, sosterranno la protesta insieme all’organizzazione New Europeans che comprende tre milioni di membri.


Negozi e aziende chiuderanno per sottolineare l’importanza del contributo dei migranti all’economia del Paese. A inizio pomeriggio i partecipanti si riuniranno in piazze e parchi unendo le braccia per dimostrare la loro solidarietà nei confronti dei cittadini europei, i cui diritti verranno sospesi durante i negoziati sul Brexit.

È certo che i Lords, membri non eletti del parlamento, non bloccheranno la legge che dà il via al Brexit ma potrebbero obbligare i deputati dei Comuni a rivederla. Oggi e domani i pari del Regno discuteranno i principi della legge mentre la prossima settimana arriverà nelle commissioni dove sarà votata. Il governo, che ha promesso di cominciare i negoziati per il Brexit entro la fine di marzo, non ha la maggioranza ai Lords dove parleranno 191 membri che proporranno una lunga serie di emendamenti.

Sosterrò tutti gli emendamenti che garantiscono il diritto dei cittadini europei che sono residenti nel Regno Unito di rimanere in questo Paese una volta che il processo del Brexit è terminato”, ha dichiarato al Sir Lord Alton, il cattolico più influente in politica nel Regno Unito: “Molti europei hanno portato un contributo fenomenale al nostro Paese e saremmo infinitamente più poveri senza di loro”. La Gran Bretagna avrebbe voluto che i diritti dei cittadini europei residenti e quelli dei britannici negli altri Paesi europei venissero garantiti prima dell’avvio del negoziato sul Brexit, ma l’Unione europea ha chiesto che la questione entri a far parte delle trattative che partiranno alla fine di marzo.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it