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Orlando: “Pronto a candidarmi se evita la scissione”

"Se fossi sicuro che la mia candidatura impedisce la scissione sarei già candidato"

Pubblicato:20-02-2017 09:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:55

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ROMA –  Al termine della confusa assemblea del Pd di ieri, in cui non è stata sancita alcuna scissione ufficiale, Michele Emiliano, Enrico Rossi e Roberto Speranza hanno inviato una nota in cui invece ribadiscono la strada dell’abbandono del Pd. “È ormai chiaro che è Renzi ad aver scelto la strada della scissione assumendosi così una responsabilità gravissima”, scrivono i tre. Stamattina, invece, è il ministro Andrea Orlando a farsi avanti: “mi candido se il partito resta unito”.

ORLANDO A MINORANZE: RIMANETE, MI CANDIDO SE IMPEDISCE SCISSIONE

“Ho lavorato in questi giorni perché non avvenisse” la scissione e “mi auguro che ci sia ancora tempi. Certo quello che e’ avvenuto ieri non è un fulmine a ciel sereno. È una vicenda frutto di un problema di fondo nel Pd e cioè che non si sia sedimentata una cultura di fondo comune”. Così il ministro della giustizia Andrea Orlando, ad Agora’. “In ogni caso- spiega- penso che e’ incomprensibile che un qualsiasi problema si possa risolvere con una scissione. Le responsabilità le abbiamo tutti. Quello che va detto ora è che la scissione è sbagliata e apre un fronte che consente al centrodestra di organizzarsi”. Orlando sottolinea che “la scissione non puo’ farci gettare la spugna. Dico a chi pensa di andarsene ‘rimanete e facciamo una battaglia perché il Pd resti una grande forza ed centrosinistra’”.

A chi gli chiede se e’ pronto a candidarsi al congresso, Orlando risponde: “In queste ore non serve mettere altri candidati in pista. Se fossi sicuro che la mia candidatura impedisce la scissione sarei già candidato. Mi pare tuttavia che non sia questo il loro problema, anche se non ho capito bene quale sia”. Orlando confessa di aver “visto in queste ore tirare fuori pezzi di modernariato. Io quando sento ‘bandiera rossa’ non posso che emozionarmi, ma penso anche che abbiamo fatto tanta strada per non essere quello”. Orlando critica la concezione leaderistica del Pd: “Abbiamo troppo concentrato la nostra attenzione sulle persone. Se le forze politiche stanno insieme solo sui leader alla prima curva rischiano di ribaltarsi. Noi dobbiamo ragionare su come posizioniamo il Pd dopo la sconfitta di dicembre. Altrimenti non ci capisce nessuno”.


LA NOTA DI EMILIANO-ROSSI-SPERANZA

“Anche oggi nei nostri interventi in assemblea c’è stato un ennesimo generoso tentativo unitario- riporta la nota, diramata ieri sera. È purtroppo caduto nel nulla. Abbiamo atteso invano un’assunzione delle questioni politiche che erano state poste, non solo da noi, ma anche in altri interventi di esponenti della maggioranza del partito. La replica finale non è neanche stata fatta. È ormai chiaro che è Renzi ad aver scelto la strada della scissione assumendosi così una responsabilità gravissima”.

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