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ROMA – “Tragedia americana: a Washington hanno capito che ha vinto la Russia“. È il titolo di un editoriale pubblicato dall’agenzia di stampa moscovita Novosti a poche ore dal giuramento di Donald Trump.
Un’analisi che parte da una citazione ormai celebre, una delle promesse dell’ormai 47esimo presidente statunitense sulle quali già stasera si concentrerà un’attenzione particolare dei media: “Mettere fine alla guerra in Ucraina in 24 ore“.
Parole che l’autrice dell’editoriale, Elena Karaeva, pone in una prospettiva più ampia. “La presidenza di Biden, vergognosa e disonorevole fino al midollo, finirà nella pattumiera della storia e sarà presa in carico dagli ‘spazzini’ del tempo” l’incipit. “Non ci interessa Biden, così come non ci interessano i giochi politici americani” continua Karaeva. “L’unica cosa che può interessarci, anche se non troppo, è quanto rapidamente cadranno, come castelli di sabbia, le promesse elettorali del nuovo inquilino della Casa Bianca di ‘porre fine alla guerra in Ucraina in 24 ore‘”.
Più passaggi sono dedicati a Thomas Graham, indicato come una figura di riferimento tra i consulenti di Trump per la politica estera. “Forse per la prima volta dall’inizio della fase acuta del nostro confronto con gli Stati Uniti, afferma che sarà l’America a dover accettare le condizioni della Russia” annota Karaeva. “La prima di queste condizioni è la presa d’atto che il Cremlino è un garante della sicurezza internazionale con lo stesso peso e diritto a essere ascoltato del governo degli Stati Uniti”. E ancora: “Perché dovremmo prestare attenzione a queste parole? Perché lo stesso Graham, tre anni fa, un mese prima dell’inizio della nostra Operazione speciale militare, affermava che ‘l’obiettivo di Putin è espandere l’influenza russa, trasformando il suo Estero vicino in una sorta di impero e cuscinetto per la Russia’”. Stando all’editoriale, il politologo ha nel tempo cambiato punto di vista su chi è davvero “imperialista” e “aggressivo”. Al punto da ritenere ora che “su tutte le questioni sollevate dalla Russia ci saranno negoziati difficili” e che “su ogni punto Washington dovrà trovare un compromesso che soddisfi anche Mosca”.
Karaeva conclude: “Graham e quella parte dell’establishment politico che rappresenta, e che definirà la dottrina di politica estera di Trump nei prossimi quattro anni, hanno non solo capito ciò che la Russia ha affermato per oltre 30 anni ma lo hanno anche riconosciuto“. Una tragedia americana, appunto, ma anche una buona notizia. Ne è convinta, Karaeva: “Meglio tardi che mai”.
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