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Report del Consiglio Grande e Generale di San Marino del 19 gennaio – pomeriggio

Pubblicato:20-01-2022 14:55
Ultimo aggiornamento:20-01-2022 15:02
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REPUBBLICA DI SAN MARINO – Nel pomeriggio si conclude il dibattito sui decreti in materia di misure per il contrasto alla diffusione Covid-19 con la presentazione di due ordini del giorno da parte di Repubblica futura.  Il primo, in sintesi, Censura il Segretario di Stato  alla Sanità Roberto Ciavatta, “per avere in un momento così delicato per il Paese anteposto diatribe politiche e litigi di coalizione al dovere di fornire pronte e utili risposte alle esigenze della struttura sanitaria e dell’utenza”. Mentre il secondo si concentra sulle dimissioni poi ritirate del Segretario di Stato per la Sanità e chiede sia messa a disposizione dei consiglieri la lettera di dimissioni consegnata alla Reggenza. I due ordini del giorno di Rf sono entrambi respinti a maggioranza.
Si procede quindi alla ratifica dei decreti anti-covid per iniziare poi l’esame degli emendamenti a quello più discusso il “Decreto – Legge 14 gennaio 2022 n.3 – Rafforzamento delle disposizioni per il contrasto alla diffusione del contagio da COVID-19”.

Si parte con l’emendamento a firma Npr, “Comma 2 bis”; già annunciato nel dibattito da Gian Nicola Berti, sull’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 45, prevedendo per chi non avrà assolto l’obbligo di “rifondere l’Iss per le spese di eventuale ospedalizzazione conseguente alla contrazione di infezione da virus Sars Covid 19”. È un emendamento su cui si apre una discussione, anche animata, tra gli stessi consiglieri di maggioranza e persino alcuni Segretari di Stato. Forte contrarietà da parte di alcuni consiglieri, come Denise Bronzetti, gruppo misto di maggioranza, che punta il dito contro una misura che, per la prima volta, minerebbe il principio  della gratuità e universalità dei servizi sanitari. Carlotta Andruccioli , Dml, si interroga poi sull’effettiva capacità di assolvere ai costi delle cure dei cittadini. Da parte di Rete c’è apertura, si propone però di giungere a una mediazione: per Zonzini e Spagni Reffi la prima parte dell’emendamento è accoglibile. Zonzini propone di allineare l’obbligo per gli over 50, come deciso in Italia. Diversamente la seconda parte è meno accoglibile “Non si possono imputare i  costi delle cure nel nostro sistema- chiarisce Spagni Reffi- per cui la sanità è gratuita e universale”. Per il Pdcs l’emendamento è delicato e non accoglibile al momento, ma “l’obbligo vaccinale- manda a dire Alessandro Cardelli-  deve essere un tema su cui la maggioranza è giusto che si confronti e non si esclude che in futuro non sia una misura da adottare”.
Critico il Sds Lonfernini che reputa l’emendamento una provocazione politica. Non volevamo sollevare polveroni o fare polemiche su discriminazioni e diritti, puntualizza Maria Luisa Berti, Npr. Sui possibili costi-sanzioni, anche se sono stimati 9 mila euro di spese al giorno per i ricoveri in Terapia intensiva, “non sarà la politica a deciderle, ma l’Iss”, chiarisce. Da Libera, Vladimiro Selva si interroga se prima di introdurre obbligo vaccinale sia stato fatto tutto i possibile per evitarlo. “Non mi pare- osserva- abbiamo tenuti aperti i ristoranti, abbiamo fatti i mercatini, il Natale delle meraviglie…”.Il Sds Marco Gatti ricorda l’impegno e il tempo già trascorso negli incontri di maggioranza per discutere le misure da prendere e lancia un appello: “Chiedo un gesto di maturità ai consiglieri di maggioranza, che è quello di ritirare tutti gli emendamenti non portati dal governo”. Gian Matteo Zeppa, Rete replica subito al Sds Gatti: “Tutti hanno legittimità di presentare emendamenti, forse gli approfondimenti non si vogliono fare”. Per Andrea Zafferani, Rf, “il ragionamento sugli obblighi, senza abolire il green pass è inaccettabile”. Gian Nicola Berti, Npr, infine, alla luce delle osservazioni emerse, chiede la disponibilità ai consiglieri di valutare una mediazione sul testo: “Siamo per modulare il nostro obbligo trasformandolo in dovere contributivo di solidarietà, in un importo anche contenuto”. Quindi propone la modifica dell’obbligo “al compimento del 50esimo anno” e introducendo una sanzione amministrativa  di 400 euro annui, “sottoposta a oblazione volontaria con dimezzamento”. A questo punto la seduta viene interrotta e il confronto sull’emendamento di Npr proseguirà nella giornata di domani.

 Di seguito un estratto degli interventi del pomeriggio.

Comma 14 


a) Riferimento del Sds di Stato per la Sanità e de congresso di Stato in merito alla situazione pandemia Covid 19 e succesivo dibattito

b) Ratifica Decreti -Leggi in materia di misure per il conrasto alla diffusione Covid-19

Nicola Renzi (Rf): Mi sarei aspettato un approccio diverso dal Segretario, i dati forniti sono sì preziosi, ma probabilmente per analizzarli sarebbe bastata la risposta a una nostra interellanza. È stato carente il vero e proprio approccio politico. È stato affrontato il tema come se fosse il Direttore generale Iss, un tecnico, mentre la questione sta diventando sempre più politica. Ci sono vere e proprie responsabilità politiche nella gestione della sanità e della pandemia da covid.  Quali sono le sue responsablità? Le prime sono nella scelta del vertice gestionale dell’Iss, che è scelta politica. L’attrito costante tra Segreteria di Stato e alcune figure apicali Iss sta facendo male all’intero comparto della sanità. Il problema di medicina di base è annoso. Il dramma della politica è che è rimasta sorda: abbiamo avuto una audizione grottesca e allarmante in Commissione sanità a seduta segreta. La lettera di Bruschi era segreta. E alla fine cosa è spuntato? Il mega consulente, il dott. Bevere. Se questo servità a sanare del tutto l’organizzazione delle nostra sanità le cifre sono irrisorie, ma non si è capito come sia arrivato come consulente, se prenderà servizio come direttore generale da febbraio e se avrà mani libere per attuare i suoi progetti di riorganizzazione o se si vedrà messo accanto due persone che lo imbriglieranno, come era successo con Bruschi e soprattutto, non si è capito il mandato politico che ha avuto.
Le misure poi sono passate dal ‘tana libera tutti’, alla politica del ‘tutto chiuso’ di nuovo: interventi schizzofrenici. Non ci siamo sottratti e non ci sottrerremo neanche oggi se ci sono misure per limitare libertà personali necessarie in determinati momenti, ritretti. Ma devono essere razionali e coerenti, non quello che continuiamo a vedere, come sulla scuola. E poi, il riconoscimento dei nostri cicli vaccinali fatti con Sputnik, ce lo dice o no se l’Italia lo accetta o no? A San Marino ha senso inserire il super green pass? Io credo di no. La dimostrazione ce l’avete data durante la finanziaria, quando ci avete tenuto in Consiglio con un positivo che è riuscito a contagiare altre persone. Avevamo tutti il green pass, ma non avevamo fatto i tamponi. Arriviamo all’ultimo: la lettera di dimissioni del Segretario. Noi dobbiamo sapere cosa c’è scritto, è il Consiglio che elegge i membri del congresso. Vogliamo sapere perché lei ha deciso di dimettersi e quale è la situazione interna alla maggioranza in un momento così difficile del Paese. Presenteremo due Odg, anche se siamo certi che saranno respinti, ma molti consiglieri leggendoli troveranno idee da condividere. Ma non lo faranno, perché impera il pressapochismo, la segretezza e magari la minaccia.

Giuseppe Maria Morganti (Libera): All’interno della relazione del Segretario ci sono dati interessanti da estrapolare: avere oggi 3.784 infettati ha comportato 82 persone in isolamento, 17 in Terapia infettiva e 9 morti. Si stima che senza le campagne vaccinali si sarebbe arrivati a 6.486 infettati, 170 persone in isolamento, 46 in T.P. e 14 morti, si sono quindi salvate 6 persone. E se la campagna vaccinale fosse andata ancora meglio, gli infettati sarebbero stati 1.296, ci sarebbero stati solo 24 isolamenti, 3 T.P. e forse solo 3 morti e si sarebbero salvate altre 6 persone. È un dato che dà senso alle scelte politiche da adottare attraverso i decreti. Decreti che ci sono, anche se raffazzonati perché frutto di mediazione di maggioranza, con incronguenze, come l’accesso ai bagni e il fatto che si può giocare a carte nel bar, ma non leggere i giornali…cosa molta brutta, segno del taglio autoritario che il governo intende dare per impedire la libera circolazione di idee e informazioni. Abbiamo emendamento in questa direzione.
La relazione pone poi fuoco sulla crisi della sanità. Abbiamo il secondo pilastro della società sammarinesi in crisi. La popolazione è sconcertata. Tutti, lo sappiamo, stanno dando il massimo- medici e personale parametrico, anche la popolazine che aderisce in modo massiccio alla campagna vaccinale. Ma l’incertezza impera. La pandemia ha preso il sopravvento anche a San Marino e il punto è che per la prima volta nella nostra storia sono stati messi in crisi i presupposti dell’esistenza dell’Iss. Non mi riferisco alle migliaia di chiamate senza risposta ai centralini covid. Sono messi in difficoltà i servizi essenziali della nostra sanità. Non vorremmo dietro tutto questo caos ci fosse un’idea diversa, sicuramente c’è lo scontro in maggioranza, che il Segretario- penso- abbia voluto mettere in evidenza con la sua lettera di dimissioni. Noi riteniamo anche che qualcuno possa avere mira di privatizzare, non mi riferisco al Segretario, creando caos, e che poi dica ‘l’unico modo per risolvere criticità è la privatizzazione’. 

Gian Nicola Berti (Npr): Non vorrei prendere parte a questo dibattito, in troppi interventi ho ascoltato vena speculativa e retorica di politica di basso livello che mira a far leva sul malessere delle persone. È quanto di più orribile ascoltare. È un brutto spettacolo per i cittadini e per quanti di noi credono nell’importanza della politica e della democrazia e del senso di responsabilità. La prima parola è quindi un semplice ringraziamento per chi, con responsabilità, fa sacrifici per aiutare le persone e per sopperire alle difficoltà, quindi grazie agli operatori sanitari. E grazie al Sds Ciavatta che i questi due anni ha ereditato una situazione difficile per l’Iss, aggravata dall’emergenza mondiale sanitaria, trovando una via per rispondere a questo virus che ci ha attaccato in modo violento. È stato l’elemento più interessante di questo dibattito l’elenco dei dati su quello che è stato l’effetto della pandemia nella Repubblica, che ha dimostrato, anche al nostro interno, l’importanza della vaccinazione per poter preservare la funzionalità dell’ospedale e per salvaguardare salute e vita delle persone. Il dato eclatante è come l’incidenza de virus, nella capacità di offendere le persone,  sia 46 volte superiore per i non vaccinati rispetto ai vaccinati. È un dato che deve far riflettere chiunque. Purtroppo abbiamo una coda di pandemia che speriamo possa diventare endemica. Il tracciamento è diventato insostenibile, nell’ordine di migliaia di telefonate di persone in allarme, non penso si possa pensare sia utile, penso si debbano cercare soluzioni diverse.
Ho assistito al dibattito politico in maggioranza sui provvedimenti covid, non posso che esprimere profonda delusione. Coe Npr abbiamo sempre cercato di mediare i toni per trovare condivisione, anche con l’opposizione. Non è stato possibile. In maggioranza abbiamo assistito a una mediazione al ribasso sempre più preoccupante ad ogni ricerca di soluzioni. Abbiamo assistito al prendere tempo, malgrado gli interventi fossero sempre più urgenti. Questo ha fatto sì che la situazione forse sia sfuggita di mano, dobbiamo fare ‘mea culpa’- saremmo dovuti intervenire fin dallo scorso autunno- preferendo una mediazione al ribasso. E assistiamo ancora che chi chiedeva mediazione, continua a presentare emendamenti. Npr ha un’altra posizione: pensiamo serva un atto di responsabilità da parte di tutte le forze politiche e di qualcuque consigliere. 

Dobbiamo avere il coraggio di dire alle persone che l’unica via di uscita è l’obbligo vaccinale. Non vi sto ponendo questo concetto oggi, ma se è vero che la pandemia diventerà endemica, dobbiamo arrivare a bassi livelli di incendenza della malattia, in modo che nessuno debba morire. Solo questa sarà la fine dell’emergenza. E voglio pensare a quelle persone che non possono venire fuori qui a manifestare, perché il rischio è che il virus potrebbe portarli via per sempre. sono le persone dell’associazione oncologica sammarinese. Tutti quanti hanno diritto alla sanità. Vorremmo sostenere il concetto che tutti devono essere liberi di fqre quello che vogliono. Il nostro obbligo vaccinale è virtuale. Semplicemente, vorremmo fosse imposto a chi non fa prevenzione e a chi non vuole sottoporsi a cure minimali preventive quantomeno che risarcisca l’Iss per il costo delle cure.

Alberto Giordano Spagni Reffi (Rete): Concordo che la prima fase di gestione dell’emergenza è stata ottima, perché la politica si è stretta e la cittadinanza a sua volta si è stretta a lei. questo non accade più né tra la cittadinanza, né nella politica. Ci sono visioni differenti. Non si può pensare sempre di avere ragione, ma anche negare la realtà. Con chi nega che ci sia emergenza e che l’ospedale non stia vivendo l’emergenza non sono d’accordo, neanche il mio gruppo. C’è gente che da due anni lavora in ospedale senza sosta. Questa divisione non può che fare male e non può che portare a una incoerenza normativa che sì esiste su questo decreto, come sugli interventi degli ultimi sei mesi. Se il Sds Ciavatta ci porta proposte dei tecnici preposti, che vanno filtrate e mediate 500 volte, è evidente che non ne potrà uscire nulla di efficace. È chiaro che il green pass non è qualcosa di direttamente sanitario. Ma qual è l’alternativa ai lockdown?. C’è una battaglia campale in corso tra chi minimizza il problema e chi ha cercato di fare la sua parte. A fronte d 4 mila persone che non hanno liberamente fatto una scelta, tutti gli altri l’hanno fatta, vaccinandosi. Questo decreto serve perché si spera sia l’ultimo di questo tipo, si spera ci accompagni fuori, verso l’endemia.

Manuel Ciavatta (Pdcs): Piuttosto che abituarci all’idea di sconfiggere il virus, dovremo abituarci a convivere, a una situazione endemica, con una diffusione del virus, ma con effetti meno gravi. Di fronte a questa situazione anche l’operatività dell’ospedale è cambiata, operatività che ha retto all’impatto contro il virus e lo ha fatto nelle prime mandate a costo di sacrificare tutti i servizi dell’ospedale, oggi al prezzo di avere qualche servizio in meno. È una malattia che si riesce sempre più a curare stando a casa, ed è l’aspetto su cui dobbiamo focalizzarci: che progressivamente le cure siano domiciliari. La politica si trova in una situazione incerta e difficile in cui le scelte che si stanno cercando di fare nessuno di noi le fa a cuor leggero, perché in un modo o nell’altro impattano, non su sconosciuti, ma su amici e familiari. Al netto di tutti gli errori fatti, la politica è arrivata a scelte che non sono mediazione al ribasso, ma una mediazione saggia e il più possibile rispettosa delle condizioni e della volontà di ciascuno, sia di chi si vuole vaccinare e di chi non vuole farlo. Mediazione che ha fatto il modo di garantire massima libertà possibile per i cittadini. E garantire per quanto possibile massima funzionalità di tutte le attività. Non è che siamo schizofrenici, sono scelte ponderate sulle condizioni del nostro paese e dei nostri operatori. Il governo ha depositato alcuni emendamenti condivisi, se proteggiamo di più le attività conil green pass rafforzato ha meno senso limitarli numericamente. Poi sulla durata vaccini: ritorniamo sui 6 mesi, organismi internazionali cambiano da un tempo all’altro. Il governo ha presentato alcuni emendamenti, la Dc anche questa volta voterà solo emendamenti del governo. Primo perché non è a favore dell’obbligo vaccinale, ma non è neanche a favore di togliere le misure inserite per poter dare garanzie alla cittadinanza. Il tentativo di arrivare a quella mediazione voleva essere anche un tentativo di evitare di arrivare anche questa volta a giornate intere in cui si bocciano di nuovo emendamenti di chi insiste a portare avanti, legittimamente, le sue posizioni. Per la Dc è un decreto di buon senso, pur sapendo che si poteva fare meglio. Sì, è vero vi sono differenze in maggioranza in questo ambito – che era qualcosa oltre il programma di governo. A me non piace il green pass, nè il super green pass, ma è difficile oggi fare diversamente. È buon senso, l’Italia lo sta facendo. San Marino, stando un passo indietro, può avere regole che vanno in quella direzione. Confermo il supporto del mio partito a questo intervento. 

Roberto Ciavatta (Sds Sanità) – Replica: I protocolli scuola-Iss sono sempre in discussione, tanto che oggi sono stati discussi dal collega insieme alla struttura Iss. Volta per volta dobbiamo intervenire, come normale che sia, con una situazione che muta. Rilevo alcune contraddizioni: gli stessi che sostenevano la necessità di ricorrere a cure domiciliare precoci- qualsiasi cosa voglia dire- ora sono gli stessi che chiedono di non fare tracciamento e dunque di non poter fare cure precoci.
Il problema si ha quando si pretende che tutti gli impianti normativi siano modificati, se non condivisi da una piccola minoranza. Ma le cose si fanno in base alle regole democrazia. Per chi sottolinea l’incongruenza di una vaccinazione aperta a tutte le età e perché non si è iniziato prima: sono gli stessi che volevano tardare le vaccinazioni per paura dell’eterologa. Noiabbiamo aperto a ottobre la vaccinazioni, ma per due settimane non c’erano richieste. Solo dopo è arrivata l’esplosione delle richieste di vaccinazioni. I vaccini ci sono, stanno andando avanti, siamo a oltre 15 mila vaccinazioni e facciamo tutto quello che è possibile.
La pandemia sta cambiando verso endemia, ci dobbiamo interrogare con i nosti interlocutori per rafforzare le nostre posizioni: mi piacerebbe, dopo questa fase, prevedere una vaccinazione come per l’influenza, nell’autunno inoltrato del 2022. Ma non sarà semplice se persistono certi atteggiamenti. Coloro che qui si fanno difensori per la discriminazione di una parte della società, sono i primi a prendere le parti e fare discriminazioni.  

Ordini del giorno di Repubblica futura

n. 1

Il Consiglio Grande e Generale  (…)

Ritiene inadeguata l’attività svolta dal Sds per la Sanità nel far fronte a tale criticità sia a livello di scelte autonome- di carattere legislativo, legate agli accordi con Italia ecc.- sui a livello di efficacia dell’attività svolta dalle persone da lui nominate, direttamente o indirettamente;

Considera necessaria una pronta rinomina di una governance dell’Iss adeguta e competente, che tenga conto delle professionalità e delle esperienze pregresse dei nominandi; ritiene necessario che, al più tardi entro febbraio 2022, vengano posti in essere per ristrutturare le modalità di contatto fra cittadinanza e servizi sanitari per consentire alle persone di avere risposte in tempi adeguati;

Censura il Sds alla Sanità per avere in un momento così delicato per il Paese anteposto diatribe politiche e litigi di coalizione al dovere di fornire pronte e utili risposte alle esigenze della struttura sanitaria e dell’utenza. 

n. 2

Il Consiglio Grande e Generale  esprime forte disappunto per la scelta del Sds Ciavatta di non spiegare accuratamente al Consiglio Grande e Generale e alla cittadinaza le motivazioni della presentazione di una lettera di dimisssioni; 

impegna il congresso di Stato a mettere immediatamente a disposizione di tutti i consiglieri la suddetta lettera di dimisisoni del Sds Ciavatta ed ogni eventuale documento ad essa afferente. 

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