NEWS:

Ragusa, tornano a Modica due tele del Settecento smarrite 50 anni fa

Le informazioni raccolte hanno indirizzato verso lo studio del pittore, ora defunto, che si era occupato del restauro dei dipinti. La figlia dell'artista, ignara di tutto, ha confermato l'esistenza delle tele nello studio del padre e le ha restituite

Pubblicato:20-01-2021 13:27
Ultimo aggiornamento:20-01-2021 13:29
Autore:

tele ritrovate ragusa
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

PALERMO – Due tele dipinte ad olio, risalenti alla fine del XVIII secolo, opera del pittore Giovan Battista Ragazzi, e facenti parte di un ciclo pittorico di sette dedicato alle vite dei santi, custodito nella basilica di Madonna delle Grazie, sono state recuperate dai carabinieri della Compagnia di Modica, nel Ragusano. Le due opere erano sparite dalla chiesa già dagli anni Settanta del secolo scorso ma solo nel mese di luglio del 2020, grazie alla ricerca di una studiosa modicana, Maria Terranova, si è riusciti a ricostruire le vicende delle tele scomparse. Il sacerdote Antonio Modica, parroco della Madonna delle Grazie ha ipotizzato che le tele fossero state smarrite nel corso dei numerosi restauri effettuati all’interno della chiesa a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso. Da qui le ricerche dei carabinieri, anche grazie all’inserimento delle informazioni presso la Banca dati delle opere d’arte illecitamente sottratte, database dedicato al recupero dei beni culturali gestito dal Comando carabinieri tutela patrimonio culturale.

Le informazioni raccolte hanno indirizzato i militari presso lo studio del pittore defunto Valente Assenza, a Roma. Il pittore, scomparso alla fine degli anni 90, era stato impegnato nel restauro dei dipinti che si trovano tutt’oggi all’interno della chiesa e avrebbe ricevuto le tele dal parroco del tempo, anche lui scomparso. A quel punto la figlia dell’artista, ignara di tutto, rintracciata dai carabinieri, ha confermato l’esistenza delle due tele nello studio del padre e le ha restituite.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it