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A Bologna le leggi razziali spiegate con le foto degli studenti

La mostra all'Assemblea legislativa, taglio del nastro il 22 gennaio

Pubblicato:20-01-2018 10:43
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:22
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BOLOGNA – Cos’è la Shoah? Cosa hanno rappresentato nella storia italiana le leggi razziali volute dal fascismo e promulgate dal Re d’Italia Vittorio Emanuele III nel 1938? Cosa sanno i ragazzi di oggi di queste due drammatiche pagine della storia mondiale? Per provare a dare risposta a questi e altri interrogativi, a 80 anni dalle leggi razziali e in occasione della Giornata della Memoria, l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ospita la mostra ‘Il rumore del vuoto’.

L’hanno realizzata gli studenti del liceo “Laura Bassi” di Bologna sotto la direzione delle professoresse Luchita Quario e Maria Giovanna Bertani. L’iniziativa è coordinata dal progetto conCittadini dell’Assemblea legislativa.

L’appuntamento per il taglio del nastro della mostra è per lunedì, 22 gennaio, alle 12.30 nei locali dell’Assemblea legislativa in viale Aldo Moro alla presenza, tra gli altri, di Simonetta Saliera, presidente del Parlamento di viale Aldo Moro, delle insegnanti e degli studenti, di Daniele De Paz, presidente della Comunità ebraica di Bologna, e di Alberto Sermoneta, Rabbino capo del capoluogo emiliano.


“I 12 pannelli della mostra raccontano una delle pagine peggiori della nostra storia: quella delle persecuzioni razziali. Abbiamo deciso di farlo con il volto di Lucia, ragazza espulsa da scuola e poi morta nei lager a 28 anni, dei professori licenziati perché di religione ebraica, delle sorelle Senigallia cacciate da scuola o di Susanna e Franca che a scuola poterono rimanere perché di madre cattolica”, spiega Saliera, che sottolinea come “oggi come ieri, è importante ricordare e fare memoria, specialmente per le giovani generazioni ormai orfane di testimoni diretti di quella tragedia che ha insanguinato il mondo. Consapevoli del pericolo che l’umanità potrebbe correre se prevalesse di nuovo l’indifferenza e non si ricordasse il testamento dei tanti deportati nei campi di concentramento come disse Piero Calamandrei, a Milano nel 1955, rivolgendosi agli studenti con il suo Discorso sulla Costituzione”.

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