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Latte, mucche e pecore conquistano finalmente il loro “diritto d’autore”

Coldiretti Emilia-Romagna festeggia l'arrivo dell'etichetta che deve riportare il paese d'origine del latte: "Così guerra al falso made in Italy"

Pubblicato:20-01-2017 15:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:49

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BOLOGNA – Per 250.000 mucche da latte dell’Emilia-Romagna ed oltre 60.000 pecore e capre arriva una sorta di ‘diritto d’autore’: ora “possono finalmente mettere la firma sulla propria produzione di latte, burro, formaggi e yogurt“. E’ arrivato infatti uno storico via libera all’indicazione di origine obbligatoria per il latte e i prodotti lattiero-caseari; “storico” perchè “pone finalmente fine all’inganno del falso Made in Italy con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri, cosi come la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, senza che questo sia stato fino ad ora riportato in etichetta”. Canta vittoria così Coldiretti Emilia-Romagna, nell’annunciare la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale di ieri del decreto “Indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri caseari, in attuazione del regolamento (Ue) 1169/2011 firmato dai ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo economico Carlo Calenda”. Il provvedimento “fortemente sostenuto da Coldiretti- sottolinea il presidente regionale dell’organizzazione, Mauro Tonello- rappresenta un importante segnale di cambiamento a livello nazionale e comunitario. Difendere il latte italiano– prosegue Tonello- significa difendere un sistema che solo nella nostra regione garantisce 20.000 posti di lavoro e oltre tre miliardi di ricchezza economica”. Ma anche “evitare la chiusura delle 3.700 stalle emiliano-romagnole che spesso si trovano in zone montane e svantaggiate dove svolgono un ruolo insostituibile di presidio del territorio”.

Il via libera, prosegue Coldiretti, “risponde alle esigenze di trasparenza degli italiani che secondo la consultazione pubblica online del ministero delle Politiche agricole, in più di nove casi su 10, considerano molto importante che l’etichetta riporti il paese d’origine del latte fresco (95%) e dei prodotti lattiero-caseari quali yogurt e formaggi (90,84%), mentre per oltre il 76% lo è per il latte a lunga conservazione“. Il provvedimento riguarda l’indicazione di origine del latte anche come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari e prevede che l’etichetta indichi il paese di mungitura e quello di trasformazione; se il paese è lo stesso va indicato sotto la dicitura “origine del latte”. Oppure potranno essere specificati più paesi Ue o extra Ue. E’ una misura discesa dalla guerra del latte scatenata lo scorso anno da Coldiretti contro le “speculazioni insostenibili sui prezzi alla stalla e sta portando ad un sostanziale aumento dei compensi riconosciuti agli allevatori senza oneri per i consumatori”. L’obbligo di indicare l’origine in etichetta “salva dall’omologazione l’identità di ben 487 diversi tipi di formaggi tradizionali in Italia”. Il provvedimento entrerà in vigore pienamente fra 90 giorni anche se sarà possibile, per un periodo non superiore a 180 giorni, smaltire le scorte delle confezioni con il sistema di etichettatura precedente. “Il prossimo passo- conclude Coldiretti- è l’entrata in vigore dell’obbligo di indicare l’origine del grano impiegato nella pasta“.

di Mattia Cecchini, giornalista professionista


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