
ROMA – La permanenza eccessiva di giovani e giovanissimi davanti a pc, smartphone e consolle digitali può avere conseguenze sullo sviluppo e sul sano funzionamento del corpo, intervenendo negativamente su vista, postura, obesità, ma anche sulla sfera cognitiva e comportamentale. Per contrastare questo fenomeno, dalla collaborazione tra il Policlinico ‘A. Gemelli’ e la facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, nasce a Roma il ‘Centro pediatrico interdipartimentale per la psicopatologia da web’, il nuovo polo multidisciplinare dedicato alla presa in carico di bambini e adolescenti con dipendenza patologica da web, psicopatologie legate al cyberbullismo o che presentino i sintomi della sindrome da ritiro sociale.
Allo stesso modo, ha proseguito l’esperto, le trasformazioni neurocognitive “conseguenti a un modo diverso di interagire con la realtà- ha sottolineato- aprono dinamiche nuove nella clinica e nella riabilitazione dei disturbi dell’apprendimento e di quelli legati all’area neurologica”. Il centro, di imminente apertura, nello specifico comprende: un ambulatorio per la dipendenza da internet e cura-prevenzione cyberbullismo, che si occupa di attività clinica ambulatoriale con adolescenti che presentano ritiro sociale, dipendenza da internet e psicopatologie legate al fenomeno del cyberbullismo; Gruppi di riabilitazione e di sostegno, che accolgono pazienti e genitori inviati dall’ambulatorio; un ambulatorio di pediatria; un ambulatorio di Neuropsichiatria infantile. Afferiranno al centro uno psicologo che si occupa del ricevimento dei pazienti, due psicologi che conducono i Gruppi di riabilitazione e sostegno, tre psicoterapeuti che si occupano dei colloqui individuali, medici specialisti in formazione di riferimento.
“La pediatria sta cambiando radicalmente- ha detto Ferrara- e deve sempre più occuparsi di problematiche una volta sconosciute, ma che sempre più hanno risvolti sociali e comportamentali. In particolare, la volontaria reclusione di bambini e adolescenti di oggi che, come avverte l’Accademia americana di Pediatria, trascorrono in media circa sette ore al giorno davanti a tv, computer, cellulari e altri dispositivi elettronici, a dispetto delle due-tre ore giornaliere consigliate. Dati simili- ha proseguito- sono emersi anche in Italia da recenti indagini sulle abitudini di bambini e adolescenti: la facile accessibilità, il superamento dei normali vincoli spazio-temporali e l’anonimato tipici del mondo digitale, infatti, rappresentano un’alternativa allettante alla realtà, offrendo esperienze sensoriali e relazionali nuove”. “Per il modo in cui è stato ideato- ha aggiunto Mercuri- il centro rappresenterà un’esperienza pilota in grado di affrontare il problema delle dipendenze da rete a 360 gradi, riuscendo a coprire non solo gli elementi psicologici legati alla dipendenza, ma anche le ripercussioni a livello fisico e cognitivo. Per la prima volta, quindi, si offrirà una presa in carico completa aiutando i ragazzi e le loro famiglie- ha concluso- nell’affrontare tutte queste problematiche”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it