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ROMA – All’indomani dell’ondata di artisti che si sono schierati con Tony Effe dopo la sua esclusione dal Capodanno di Roma, colpisce il post pubblicato da Ghali su Instagram. Il rapper ha cancellato i precedenti e pubblicato un suo scatto insieme al pupazzo alieno Rich Ciolino sul palco del Teatro Ariston.
Un fermo immagine del momento in cui l’artista – dopo l’esibizione di “Casa mia”- ha gridato “Stop al genocidio”, in riferimento al conflitto nella Striscia di Gaza. Pochi minuti che hanno scatenato un fiume di polemiche e per cui solo pochi colleghi hanno manifestato sostegno al 31enne.
Nel caso di Tony Effe, invece, in tanti hanno preso parola sui social parlando di censura. Da Emma Marrone a Lazza, passando per Gaia, Giorgia, Noemi e Vasco Rossi. Mahmood e Mara Sattei hanno ritirato la loro partecipazione dal Concertone. “Sul silenzio dei colleghi in altre circostanze Ghali ha ovviamente ragione”, scrive Selvaggia Lucarelli su Instagram. “Proprio una bella idea quella di censurare Tony Effe al concertone. Ora Tony Effe è ovunque sulla stampa e riceve pure la (giusta) solidarietà dei colleghi”, ha aggunto, poi, la giornalista. Sui social sono in tanti del suo stesso parere. I messaggi sotto l’unico post di Ghalli hanno un unico filo conduttore.
“Semplicemente- scrive un utente- credo che Ghali abbia postato questo frame per far prendere ‘consapevolezza’ agli altri colleghi cosa significhi veramente schierarsi contro la censura. Tutti bravi a difendere Tony Effe perché non si esibirà al Capodanno di Roma, ma in pochi, pochissimi, hanno proferito parola al festival in difesa di Ghali e Dargen. Corenza“.
Anche Dargen D’Amico aveva parlato di cessate il fuoco a Sanremo. Poi, dopo essersi esibito con “Onda Alta”, ha provato a dire sui migranti a Domenica In. Provato perché, poi, interrotto da Mara Venier: “Va bene, questa però è una festa, scusa. Ci vorrebbe troppo tempo per affrontare determinate tematiche. Qui stiamo parlando di musica, chiedo scusa a tutti”, ha detto la conduttrice giustificandosi per la mancanza di tempo.
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Tra le poche a parlare ci sono state Fiorella Mannoia e Levante. Entrambe si sono esposte per sostenere le parole di Ghali.
“Sono deluso da tanti artisti italiani che hanno la penna per dire qualcosa, da quelli francesi, e quelli inglesi, dalla gente della moda che ti guarda dalla testa ai piedi, dai finti attivisti affamati di fama. Tutti piegati dalla paura di essere tagliati fuori da qualcosa“, ha scritto Ghali su Instagram in quei giorni. “Mi sono circondato per anni di persone che non mi immaginavo sarebbero rimaste in silenzio di fronte al genocidio in Palestina. Avete più soldi ora? Avete più like e follower? Siete più cool e alla moda? Siete più liberi ora? Non credo, vi vedo fermi come prima ma con le maschere cadute, a penzoloni”, ha sottolineato.
“Io non ho nulla contro Tony Effe eh per carità- ha scritto Ginevra Lamborghini- ma questa ‘solidarietà’ tra artisti che gridano alla censura me pare proprio una cosa ridicola. Si perché quando c’è da essere solidali su questioni importanti, che ci riguardano davvero nel privato ci giriamo tutti dall’altra parte e si fa spallucce. Poi se però censurano Tony Effe no eh, boom di solidarietà…”. E ha continuato: “Sinceramente trovo sia di un’ipocrisia allucinante”.
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