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Sicilia, la Corte costituzionale boccia la legge sul condono edilizio

Legambiente esulta: "Ora le demolizioni"

Pubblicato:19-12-2022 20:09
Ultimo aggiornamento:19-12-2022 20:09
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Corte costituzionale
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ROMA – La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della legge della Regione Siciliana numero 19 del 2021. La legge regionale riapriva – con una norma definita di interpretazione autentica – i termini per il condono edilizio di opere abusive realizzate in aree sottoposte a taluni vincoli idrogeologici, culturali e paesaggistici. I giudici hanno ritenuto la legge lesiva della riserva allo Stato della tutela dell’ambiente, sancita dall’articolo 117 della Carta, in quanto in contrasto con la normativa statale di riferimento.

“La sentenza della Corte Costituzionale – dice Giuseppe Alfieri, presidente di Legambiente Sicilia – è davvero importante, almeno per due ragioni: la prima, perché definisce con assoluta chiarezza una volta e per tutte i limiti del legislatore regionale in relazione a quelle materie che invece sono assegnate dalla nostra Costituzione alla competenza esclusiva del legislatore nazionale, ad esempio in relazione alle opere insuscettibili di sanatoria in virtù delle disposizioni nazionali emanate in coerenza con la materia di potestà legislativa esclusiva dello Stato su tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali. In secondo luogo, perché blocca autorevolmente ed in punta di diritto, una volta e per tutte, una palese ed evidente forzatura che il legislatore regionale, lo scorso anno, aveva provato a far passare, di fatto ampliando le maglie dell’ultimo condono del 2003 anche agli immobili realizzati abusivamente in aree sottoposte a vincolo di inedificabilità relativa. La riteniamo una grande vittoria, considerato che Legambiente Sicilia aveva anche presentato sul punto una memoria alla Corte Costituzionale”.

“Adesso si demoliscano gli immobili insanabili – sottolinea Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – per ripristinare lo stato di diritto e la bellezza dei luoghi e per ridurre il rischio per le persone che vivono in strutture o in aree pericolose come dimostrano tante tragedie avvenute anche recentemente nel paese”.


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